• 04/23/2025

Nasce oggi tra pro e contro il Parco Nazionale del Matese

Perimetrazione definita: dentro 22 Comuni molisani

di Maurizio Cavaliere (da primonumero.it)

23 Aprile 2025

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Da oggi, finalmente, ma non per tutti, il Parco nazionale del Matese è realtà. O, almeno, un passo decisivo in avanti è stato fatto. E’ il 25esimo Parco d’Italia, due regioni coinvolte (Molise e Campania per quattro province, Isernia, Campobasso, Caserta e Benevento).

Ventidue i Comuni molisani che rientrano nella perimetrazione che sarebbe provvisoria ma sulla quale l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, non ammetterebbe stravolgimenti. 
Si tratta di: Bojano, Castelpizzuto, Longano, Monteroduni, Roccamandolfi, Guardiaregia, Sant’Agapito, San Massimo, Macchia d’Isernia, Campochiaro, Sepino, San Polo Matese, Pettoranello del Molise, Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso, Colli a Volturno, Santa Maria del Molise, Montaquila, Fornelli, Pozzilli, Isernia e Venafro. Sono pochi i Comuni interamente rientranti nel Parco: Longano, Castelpizzuto, Monteroduni e Roccamandolfi, quest’ultimo gioca un ruolo rilevante nel parco perché è quello più esteso in ettari (5340), secondo solo al comune campano di San Gregorio Matese (5633) e con la bellezza di oltre 2mila ettari in zona 1 vale a dire l’area di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico, con inesistente o minimo grado di antropizzazione.

Il 22 aprile, quindi oggi, scadono i 180 giorni dalla sentenza del Tribunale amministrativo romano riguardante la decretazione delle norme di salvaguardia e perimetrazione del Parco del Matese.
Il Tar ha imposto l’istituzione di una zona naturale protetta di grande pregio che investe l’intera area del massiccio matesino che separa come confine naturale il Molise dalla Campania.
Su istanza di Italia Nostra con successiva ratificata dal Consiglio di Stato, il provvedimento è stato emanato trasformando di fatto 90mila metri quadrati di natura incontaminata in Parco del Matese.
Tutto parte da oggi: la notizia fa felici gli amanti di boschi e radure, forre, pendii e particolari formazioni geomorfologiche, scontenta invece alcuni coltivatori e agricoltori, in gran parte i boscaioli, un pochino i raccoglitori di funghi e tartufi per i quali non dovrebbe cambiare tanto.
Particolare apprensione da parte dei coltivatori: la paura è per i vincoli al piano faunistico con i cinghiali, che in realtà sono già presenti in massa, che si muoveranno più liberamente con conseguenti probabili danni alle colture e zootecnica. Ansia anche per i boscaioli che potranno essere maggiormente vincolati dove l’area del parco non ammette antropizzazione di alcun tipo.
Per ora allevatori e coltivatori sono messi alle strette e vince la strategia della Biodiversità secondo quelli che sono i dettami europei: entro il 2030 bisognerà creare una rete coerente di zone protette comprendenti almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’Ue.
Per chi conosce il Matese, i suoi segreti, le viscere in cui si aprono straordinarie grotte, i corsi d’acqua, i fossili, gli animali, gli scenari paesaggistici di pregio, le biodiversità, la notizia è senz’altro positiva.

Ma cosa cambierà da oggi in poi’ nell’area matesina interessata?
In realtà, leggendo le misure di salvaguardia da applicare alle diverse zone, se un’azienda è perfettamente integrata nel territorio, tutelando ambiente e animali, non ci sarebbe granché da temere. Potrebbe cambiare, in particolare l’area dei pascolo per le mucche, con conseguente riduzione degli armenti; non risultano invece limitazioni agli usi civici delle popolazioni locali che dovrebbero rimanere salvi indipendentemente dalle zone del Parco in cui vengono esercitati. Quanto alla caccia, sarà necessario mantenere il riferimento alle linee guida di Ispra, ai piani di intervento per le specie per i prelievi faunistici, gli abbattimenti selettivi, ai piani e prelievi esclusivamente per le specie problematiche e aliene e le indicazioni sulle munizioni ed altro. Vietata altresì l’introduzione da parte di privati di armi, esplosivi e qualsiasi altro mezzo distruttivo e o di cattura non autorizzato.

Curiosità: per gli sportivi sarà mantenuto il divieto di nuove vie di arrampicata sportiva in quanto causano impatti in particolare ai rapaci che nidificano in habitat rupestri che sono quelli interessati dalla arrampicate. 
Non saranno ammissibili deroghe che permetterebbero di realizzare ‘aree, impianti, manufatti e strutture destinate alla produzione di energie rinnovabili e le relative opere di allacciamento alle reti anche in zona 1 e 2’.
Legambiente ha poi sottolineato che c’è poco da temere, anzi. I parchi hanno alzato il livello produttivo delle aziende (migliaia quelle censite in tutta Italia, che hanno potuto sfruttare i vantaggi offerti da un ambiente sano e dalle opportunità finanziarie garantite per le aree protette) in oltre cent’anni: il mitico Parco Nazionale Gran paradiso fu il primo a essere istituito in Italia. Era il 1922.
Come avviene in tutta Italia fin dal 1991, anche nel Matese saranno rispettate le stesse regole vigenti in tutti gli altri Parchi nazionali – spiegano da Legambiente – e che derivano dall’applicazione della legge 394 che, ad esempio, garantisce di usufruire di misure ad hoc quali ad esempio indennizzi per i danni da fauna più rapidi rispetto a quelli delle aziende che stanno fuori dal parco, promozione dei prodotti agricoli con il marchio del parco e tutte le azioni individuate nelle misure di salvaguardia”.

Italia Nostra aggiunge che: “Si ribadisce l’opportunità, dopo ben sette anni di attesa dalla legge istitutiva del 2017, che intendeva tutelare il valore sociale, economico ed ambientale dell’area molisano-campana che si plasma sul Matese, di dare compiuta attuazione alla sentenza del TAR entro il tempo fissato. Si potrà così raggiungere un obiettivo fondamentale per lo sviluppo sostenibile delle comunità di un territorio di estremo interesse naturalistico, in cui già Italia Nostra opera gestendo la Riserva Naturale Regionale del Matese Alto Tammaro e la Riserva Naturale Regionale di Campobasso e Isernia. Il nuovo Parco Nazionale del Matese, oltre che rispondere a obiettivi di tutela ambientale, potrà generare benefici economici per il territorio, con un turismo consapevole e attività che valorizzino le competenze e le tradizioni locali”.

Sono parole chiare quelle di Edoardo Croci, Presidente Nazionale di Italia Nostra, che si contrappongono a quelle degli allevatori e coltivatori che solo alcuni giorni fa protestavano davanti alla sede del Consiglio regionale del Molise, suonando i campanacci, e parlando di disastro annunciato per le loro attività. Una posizione da rispettare, non condivisa dai più, e che non ha cambiato la sostanza di un processo ormai avviato. Alcuni allevatori hanno sottolineato le offese ricevute via social da molti ambientalisti, cosa che li ha spinti ad alzare il livello di guardia e, alcuni, probabilmente a sporgere querele.

Non mancheranno i contenzioni rispetto alle attività che saranno più o meno vincolate e i Comuni che magari vorranno riaprire il perimetro.

Ci sarà poi la battaglia tra Molise e Campania per contendersi la sede dell’Ente territoriale: San Potito Sannitico, sede del Parco regionale del Matese e Bojano hanno avanzato la candidatura. 
I politici molisani sembrano poco interessati alla sede del Parco e, per quanto si legge negli ultimi tempi, non stanno lottando per portarla in Molise. Bojano ci crede, indicando la sede nello splendido palazzo Colagrosso, il paradosso è che Bojano, inteso come centro abitato, non fa parte per la gran parte parte del Parco, essendo stata alzata la linea di perimetrazione dalla superstrada alla linea della montagna che termina nell’area delle sorgenti del Biferno. Per queste ragioni il Comune di San Giuliano del Sannio ha chiesto di non essere inserito nel parco, non ritenendo di fatto nell’area matesina. Decisione onesta e condivisibile. Ci rientrerebbe invece Altilia che però ha una sua gestione e perimetrazione a se stante, non fa dunque parte del Parco, anche se l’Ispra ha individuato come linea naturale di confine il tratturo Pescasseroli-Candela che taglia in due gli scavi dell’antica Saepinum.
La notizia di oggi è che ci saranno senz’altro altre aree molisane e campane, dunque altri Comuni, che faranno richiesta per avere la sede, Comuni che rappresentano il Parco, le sue Biodiversità, la sua storia più di altri.

Ricordiamo che la perimetrazione ingloba tre zone differenti: la zona 1 di cui abbiamo giù parlato è praticamente off limits a tutti, i vincoli sono pressoché totali, la zona 2 è di valore naturalistico, paesaggistico, agricolo e/o storico cultuale, con limitato grado di antropizzazione; la zona 3 permette un elevato grado di antropizzazione.
Al di là di vincoli, perimetri e sedi, da amanti dell’area ci lasciamo andare a una sola, semplice considerazione: ben vangano i Parchi e la tutela dell’ambiente, purché si studi un piano di marketing in grado di far decollare l’area e dare qualcosa in più al territorio, compreso a chi in quell’area ci lavora da anni. Un grande programma di sviluppo e sarà un grande Parco nazionale, visto che il Matese è splendido, ricco di peculiarità, paesaggi incontaminati e grande interesse culturale oltre che naturalistico. Non accompagnare questa nuova ‘creatura’ con creatività e intelligenza sarebbe come peggiorare le cose. Bisogna crederci e capire come migliorare le condizioni dell’area naturale e della gente che in quell’area meravigliosa vive da sempre.

di Maurizio Cavaliere (da primonumero.it)

23 Aprile 2025


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