PADRE ANTONIO GERMANO

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CRONACHE QUOTIDIANE DALLA MISSIONE

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Chuknagar, 19.01.2015

Carissimi,
vi mando questa testimonianza di un saveriano su un altro saveriano: tutti e due hanno trascorso l'intera vita in Africa. Il p. De Cillia era stato ordinato un anno prima di me a Parma ed è scomparso recentemente per leucemia.

P. Antonio Germano Das, S. X. antoniogermano2@gmail.com

 

RICORDANDO IL GRANDE AMICO P. DE CILLIA


Carissimo amico Bepi, guardando la foto che hanno pubblicato sull'annuncio della tua morte, rivedo i tuoi occhi, ma nel tuo volto mi è sembrato di ritrovare i lineamenti della tua mamma.

La notte del 4 gennaio io non ho dormito, e tu eri in agonia... Al mattino, senza sapere che tu eri già morto, ho celebrato l'Eucaristia per te; ora piango un amico.

Ci siamo conosciuti a Udine dove tu, studente di teologia, sei venuto come assistente dei nostri ragazzi, in compagnia di Pio Devoti. Padre Ghezzi vi aveva presentati così: “La ragion pura (Devoti) e la ragion pratica (De Cillia)”.

Al mattino frequentavate i corsi di teologia al seminario diocesano e al pomeriggio assistevate i ragazzi. In seminario avete stretto amicizia con Corrado Marangone, Bruno Buzzolini, Elia Leita, che ti raggiungeranno in Burundi come missionari fidei donum.

Insieme abbiamo giocato tante partite di calcio, insieme siamo andati allo stadio Moretti per vedere l'Udinese con i biglietti che ci passava gratuitamente il brigadiere Bon (papà del nostro p. Renzo), che era stato portiere dell'Udinese. Insieme ci siamo arrampicati sui monti della Carnia.

Quando tuo padre stava molto male all'ospedale, chiedevi a me di andare a trovarlo al posto tuo perché, entrando in ospedale, stavi male e ti veniva da vomitare.

Molte volte sono passato da Plasencis per salutare tua mamma e fare una chiacchierata con lei: mi parlava in un friulano che capivo e che mi piaceva ascoltare, anche se non riuscivo a parlarlo.

Appena ordinato prete, sei stato subito destinato al Burundi. Ricordi il grande poster preparato da p. Aldo Rottini in occasione della consegna del Crocifisso dei partenti da parte di mons. Zaffonato? Eravate quattro giovani saveriani friulani: tu, p. Ernesto Tomè e p. Giuseppe Nardo, partenti per il Burundi, e p. Natale Fornasier, partente per il Brasile.

Quando hai saputo che anch'io sarei arrivato in Burundi, hai fatto ore a piedi e in moto per venire ad accogliermi all'aeroporto di Bujumbura.

Dopo il breve corso di lingua kirundi, ho vissuto la mia prima esperienza missionaria con te a Murago, accanto a p. Michele D'Erchie, p. Tomè e p. Modesto Todeschi: che bei mesi! Dopo tre mesi sono stato destinato a Minago, dove ho trovato p. Gabriele Ferrari e p. Sergio Marchetto.

Minago era come il "campo base" per voi, che eravate sui monti con una strada che, a quei tempi, era percorribile solo con la vostra famosa "Alpinute".

Per noi della Piana, in riva al lago Tanganika, il vostro ambulatorio (che diventerà poi ospedale) era il punto di riferimento per tutti i nostri malati gravi. Eravate ben attrezzati, con personale medico qualificato e altri laici missionari volontari addetti allo sviluppo. Eravate "la missione pilota"!

Quanti viaggi, anche in piena notte, per portare da voi malati gravi e donne incinte!
Come non ricordare il tristemente famoso 1972, quando siamo stati investiti in pieno dalla guerra fratricida? Episodi drammatici a non finire nelle quattro missioni affidate ai saveriani: Murago, Minago, Rumonge, Kigwena. Le nostre missioni hanno accolto centinai di persone, sopratutto donne, bambini e anziani che avevano abbandonato le loro capanne devastate e bruciate, mentre la carneficina imperversava...

Quante lotte per salvare delle vite, quanti viaggi per portare soccorso a questa gente che aveva perso tutto! Le nostre missioni sono diventate delle cooperative, dove la gente poteva vendere il caffè e acquistare gli articoli di prima necessità come sale, pentole, vestiti...

Come non ricordare il tuo tentativo di salvare alcuni seminaristi hutu, che si sentivano minacciati, accompagnandoli verso il nord del paese, perché potessero rifugiarsi in Rwanda?... Essendo stati scoperti, immediatamente è scattato il decreto di condanna e di espulsione contro di te... Ci siamo mobilitati per proteggerti e abbiamo ottenuto la revoca della tua espulsione. Mi viene spontaneo associare a questo episodio, in cui eri considerato un nemico del paese, con l'altro episodio in cui tu venivi pubblicamente dichiarato amico e benefattore del Burundi e premiato ufficialmente come tale dal governo. Eppure, eri sempre lo stesso Bepi De Cillia...

Come non ricordare quella famosa concelebrazione nella casa delle missionarie saveriane a Murago quando ci siamo trovati, tu che dovevi lasciare Murago per andare a Rumeza, p. Bragagna che doveva lasciare Kigwena per andare a Murago, e io che lasciavo Minago per Rumonge: ci siamo confrontati e consolati a vicenda, in un momento particolarmente difficile per tutti e tre.
Anche se ora vivevamo lontani, non abbiamo cessato di incontrarci da veri amici, approfittando dei nostri rispettivi compleanni o di altre occasioni... Quando sono stato espulso, hai promesso a fr. Lucio Gregato, che stava costruendo la chiesa di Minago - la nostra chiesa tanto sognata - che l'avresti terminata; e hai mantenuto la promessa, da buon friulano.
Una profonda passione - amore per la gente ci ha sempre accumunati e nei momenti di crisi ci siamo sempre cercati per aiutarci, da veri amici.

Ieri sera, recitando il rosario con saveriani e le saveriane in Congo, in un momento di veglia di preghiera per te, ti ho ricordato con due parole: AMICIZIA e GENEROSITÀ. Sei stato e rimarrai per sempre per me "l'amico". Sei stato per me il missionario che diceva sempre di sì a chiunque gli chiedesse un servizio.
Carissimo Bepi, ti chiedo un ultimo servizio: domanda un posto anche per me presso Colui che facevamo difficoltà a trovare direttamente, nella contemplazione, ma che scoprivamo spontaneamente in ogni fratello e sorella che incontravamo...
Nel regno dei morti, dove ora ti trovi, finalmente vedrai il volto di Dio, ma incontrerai anche tutti i fratelli e le sorelle cha abbiamo conosciuto e amato: salutameli e… a presto! “Mandi”, il tuo amico, Gianni

p. Gianni Pedrotti, sx


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