EDIZIONE 2008

IL PERCORSO

MONACILIONI - MATRICE - MONTAGANO


L'ITINERARIO

a cura di
ENZA SANTORO
SILVANA REALE

ALBUM

Monacilioni


Latitudine: 41°36′39′′24 N
Longitudine: 14° 48′33"84 E
Altitudine: 366 minima/922 massima

Superficie: 27km²
Abitanti: 680
Densità: 259 ab./km²

Un paese avvolto nel silenzio; si direbbe disabitato se la presenza di anziani e qualche capannello di donne, intente a confabulare ed a godersi il sole, non dessero il segno di una certa animazione.
Accogliente la piazza con i preparativi di una Festa imminente e con la Chiesa di Santa Reparata, una cappella secentesca, un tempo extra moenia ed oggi, incorporata nel tessuto abitativo, è il centro spirituale della Religiosità del Popolo.
Semplice nella sua struttura, onora con grande devozione la Madonna ed i Santi: Reparata, Rocco, Andrea, Bartolomeo, Francesco, e soprattutto Benedetta, il cui corpo èsolennemente custodito in un’urnadorata.
Si procede verso il luogo dove una Porta segnava l’ingresso nel centro abitato ed il controllo della Dogana; il percorso è in salita, tra viuzze che incrociano l’antico Corso Umberto. Si ammirano molte case in pietra con bei portali e con la pietra bianca, resistente all’usura del tempo e del clima, presa dal fiume, lavorata dai bravi scalpellini locali e trasportata a dorso di mulo attraverso impervi sentieri.
Si respira un’aria diversa nella piazza ampia e soleggiata, a mez a chiazz, finché lo sguardo, spaziando lontano, non incrocia un paesaggio tormentato; un territorio geologicamente giovane e fragile, case diroccate scivolate verso il vallone e rimaste in bilico sul pendio, un complesso dicase abbandonate, con segni evidenti ell’antica eleganza di stile, costituiscono la spettrale testimonianza di una Natura che ha i suoi tempi e lesue esigenze spesso contrastanti con l’opera dell’uomo; di contro l’intervento di alta ingegneria con potenti rinforzi ha, almeno per ora, fermato il dissesto ed un nuovo villaggio di case uniformi, addensate su un’altura ospita i Sinistrati.
Sull’ampio piazzale ristrutturato sono sistemate alcune colonne lasciate a testimonianza della Chiesa che un tempo costituiva il cuore spirituale e civile della dinamica Comunità di Monacilioni. Indagando si scopre la grandiosità della Chiesa Madre, di cui resta conservata la bella scalinata d’accesso.

 

MONACILIONI
Foto di Carlo Berardo
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MONACILIONI - MATRICE
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MATRICE - SANTA MARIA della STRADA
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SANTA MARIA della STRADA - MONTAGANO
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Foto di Paolo
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MONTAGANO
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Foto di Paolo
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Matrice


Latitudine: 14°43′0″E
Longitudine: 41°37′0″N
Altitudine: 600 m s.l.m.
Superficie: 20 Kmq
Abitanti: 1067
Densità: 53 ab /Kmq

Si estende Matrice su una superficie di 20 Kmq a 600 m. di altezza in un contesto collinare dolce nelle sue forme flessuose, vivace nella varietà dei colori e nella floridezza arborea, aperto alla vista della catena appenninica che corona il contesto dotando la linea dell’orizzonte di particolare suggestione.
Da Port a Mont, la Porta, oggi scomparsa, situata adOccidente si scende nell’abitato attraverso un’ampia scalinata in pietra, costruita dagli esperti scalpellini locali e difesa dalle Donne quando la volontà di innovare ad ogni costo era tale da distruggere indiscriminatamente l’antico, senza tener conto della qualità dei nuovi materiali e della loro compatibilità con le condizioni climatico-ambientali.
I guasti del cambiamento sono ben evidenti nel vicino lavatoio dove la pietra della pavimentazione è stata sostituita da mattoni e cordoli in pietra di Apricena, le cui lesioni, spaccature e sbriciolamento mostrano chiaramente la non idoneità dei materiali usati.
Da Port a mont si procede in direzione Est attraverso il ‘corso’ per salire al centro medioevale raccolto nell’antica cinta muraria, oggi visibile solo in qualche tratto. Nella piazza, una volta cuore dell’abitato, c’è la Chiesa Madre e l’antico Palazzo Ciaccia con segni evidenti di abbandono e di degrado.
Proseguendo la passeggiata lo sguardo si posa sui portali in pietra e sulle chiavi di volta cesellate con grande maestria, sui caratteristici ballatoi che coprono corpi avanzati quadrangolari adibiti a deposito, sulle piazzette in cui inaspettatamente si scoprono belle strutture in pietra abilmente scolpite, tra cui una datata 1786, un’altra siglata C. (Carmine) d’Amato del 1914.
Questi manufatti sono una bella testimonianza del fiorente artigianato locale che è stato produttivo finché nuovi sistemi costruttivi più competitivi e più rispondenti alla mania della modernità non hanno messo in crisi l’antica arte dello scolpire, costringendo gli scalpellini molisani ad espatriare.
La passeggiata termina presso Porta da ball dove si apre una piazza accogliente in cui fa bella mostra di sé la fontana di Salvatore realizzata in ghisa e raffigurante un giovane che porta un Fascio di spighe e la falce, testimonianza di un’attività agricola che ha impegnato proficuamente per anni i Matriciani.

 

Montagano


Latitudine: 14°40′0″E
Longitudine: 41°39′0″N
Altitudine: 803 m s.l.m.
Superficie: 26 Kmq
Abitanti: 1248
Densità: 48 ab /Kmq

Montagano accoglie il visitatore nell’ampio viale delimitato da alcuni palazzi ottocenteschi di bella struttura e da case a due piani variamente rifinite nella facciata, la cui difformità risponde al gusto ed alle potenzialità economiche dei proprietari. Costruzioni di pregio sono: il Palazzo, dove ha sede il Comune, la Chiesetta Tagliarerri, e case con bei portali in pietra e chiave di volta abilmente lavorata.
L’asse viario si sviluppa longitudinalmente tra la chiesa di Sant’Antonio e la Chiesa del Purgatorio e si chiude con un originale monumento che ricorda le vittime della seconda grande guerra.
La rampa dei Leoni invita a percorrere la scalinata e la strada in forte salita, da dove lo sguardo si perde tra i vicoli e si protende su scorci verdi là dove la strettoia non è interrotta da case che bloccano la visuale.
Da ammirare alcuni pregevoli caseggiati e la Chiesa Madre con una ben conservata facciata barocca.
Un ampio portale di bella fattura immette in uno spazio degradato, ove trionfano l’usura del Tempo e l’incuria dell’Uomo. Il palazzo Ianigro, un tempo segno di potere e di ricchezza, ristagna tra i ruderi di una bell’architettura ormai cadente e di un giardino pensile dove svettano ancora alcune piante, segno di una vitalità destinata a spegnersi.
Per fortuna, allontanandosi dai segni di morte e di rovina, la vista si rinfranca allargandosi sulla splendida vallata del Biferno, risalendo per i pendii segnati da campi seminati, da chiazze verdi di una florida vegetazione, da agglomerati di case che si stringono intorno al campanile; lo sguardo si posa infine sui Monti che si elevano con dolce gradualità sino a raggiungere le quote più alte del Matese, splendente al riverbero della luce solare.

Una testimonianza di Giuseppe Maria Galanti

La Campagna di Montagano è proverbialmente ricca di alberi da frutto e vigneti di qualità; indubbiamente la buona esposizione delle Terre al sole è un vantaggio, ma anche l’alacrità e la competenza degli agricoltori giova a sviluppare le buone colture.
Lo sottolinea G.M.Galanti nella Descrizione dello Stato antico ed attuale del Contado di Molise, pubblicato nel 1781, in cui l’Autore descrive la condizione di degrado dell’agricoltura molisana, e ne individua le cause nella scarsa competenza degli Agricoltori, nella mancanza di una sollecitazione e di una guida nell’esercizio del loro lavoro.
Emblematico è quanto egli riferisce a proposito di Montagano.“il vero Spirito della Religione cristiana fia il più acconcio a formare del vero Credente il buon Cittadino”
Montagano è una bella terra, sei miglia da Campobasso. Quando vi giunsi, trovai il paese tutto coperto di alberi e di frutti, e di un genere il più squisito. Io ne restai sorpreso e fui istruito che di beneficio sì singolare è stato opera un suo arciprete, chiamato Damiano Petrone. Egli non dava altra penitenza ai peccatori che di piantare un numero determinato di certi albori nei fondi loro propri e, quando non ne avevano, negli altrui e le piantagioni erano in proporzione del numero e qualità dei peccati. Si era obbligati talvolta portarli in regioni lontane e farne l’acquisto. Quando i peccatori si scusavano di essere poveri e di non avere né strumenti, né modo, il nostro Parroco era colui che di suo danaro gli uni e l’altro somministrava.
Egli faceva servire la religione al bene della patria. Ecco il vero ministro di Dio
Montagano, anche se attualmente fa registrare un diminuzione degli abitanti, continua ad essere una Comunità viva, soprattutto per il persistere di attività agricole ed artigianali che continuano a prosperare grazie alla passione di cultori che conservano e potenziano l’attività degli avi. Infatti è fiorente l’artigianato: Ferro battuto, Ebanisteria, Reaturo, Arte della pietra scolpita e decorata e si producono ancora ottimi pomodori ed un buon vino dal vitigno Moscatello,

Copyright: A.C. "La Terra"

Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!