EDIZIONE 2006

IL PERCORSO

SANTA CROCE DEL SANNIO (BN) - SASSINORO BN) - MORCONE (BN)


L'itinerario

S. Croce del Sannio - Sassinoro
L'appuntamento è a Colle S. Martino, in agro del comune di S.Croce. Puntuale la dr.ssa Zeuli con i forestali e la gip di scorta. La mattinata sarà riservata all'attraversamento di uno dei tratti meglio conservati del Regio Tratturo Pescasseroli - Candela. Percorrerlo è stato per i marciatori l’occasione per una passeggiata immersi tra boschetti, siepi e prati in un bel percorso tra vallate e altopiani. Interessanti le informazioni della dr.ssa Zeuli e del veterano dei marciatori, l'infaticabile prof. Lucarelli.

Sassinoro
A Sassinoro i marciatori fanno il loro ingresso appena dopo mezzogiorno accolti dagli applausi dalla popolazione. In testa al folto gruppo dei centocinquanta marciatori i bravi suonatori dello "Scacciapensieri" con l'organetto di Renato davanti a tutti. Ad attenderli il giovane Sindaco e l'arch. Paolo Mastracchio che si proporrà come guida fino alle porte di Morcone. Inizia subito la visita al centro storico. Mastracchio si dimostra subito un cicerone attento e versatile, conoscitore profondo della storia e della cultura del proprio paese. Lungo le stradine interne sotto i balconi infiorati i marciatori, come spesso fanno quando si entra nei paesi, improvvisano serenate che vengono gradevolmente accettate dalle giovai e meno giovani signore appostate sui davanzali.

Sassinoro - Morcone
Per arrivare a Morcone l'itinerario prevede una deviazione per il Santuario di S. Lucia ad appena due km. da Sassinoro. Si sceglie di fruire dei bus, per non accumulare ritardi. Giunti sul posto, l'arch. Mastracchio preleva tutti i camminatori e li guida nella suggestiva grotta del Santuario. Articolata e prolungata la dissertazione sulle origini del Santuario, sul quale il Mastracchio ha pubblicato un voluminoso testo. Finalmente, dato l'orario (sono passate le 15,00), si pranza nello spazio della ricezione pellegrini. L'organizzazione nella distribuzione dei pasti purtroppo non è delle più agevoli ed il tempo passa inesorabilmente, con l'appariscente imbarazzo del dr. Lorenzo Piombo, presidente dell'Archeoclub di Morcone, che era venuto puntuale a prelevare i marciatori. In ultimo si affrettano i convenevoli per i saluti e gli scambi delle targhe ricordo ed i camminatori si preparano alla partenza. L'inclemenza del tempo è in agguato. Così un pò per il ritardo accumulato un pò per la paura di beccare di nuovo l'acqua si decide di prendere i bus per un tratto, in modo da arrivare a Morcone nei tempi stabiliti.

Morcone
Accompagnati da Lorenzo, i marciatori giungono al castello di Morcone in cima al paese. Lo spettacolo delle rovine è maestoso come affascinante appare il panorama di Morcone a valle. Dopo la illustrazione del posto ed una serie di foto ricordo per il gruppo con lo sfondo del portale d'accesso al maniero si inizia a scendere verso il paese. Si decide di andare a far visita al Convento dei Cappuccini, dove un dotto e simpatico frate illustra ai convenuti le caratteristiche architettoniche dello splendido edificio e porta a far visita alle stanze che ospitarono Padre Pio da giovane. Usciti dal convento i marciatori iniziano a salire di nuovo verso il centro del paese. Uno spettacolo questo Morcone, un grosso paese che sembra un presepe, per come è incastonato in mezzo alle rocce su un versante a pendio molto accentuato. Si visita il centro storico (in pratica tutto il paese è il centro storico) e le sue principali emergenze architettoniche; si va a far visita al Centro Anziani, dove i marciatori-ballerini invitano i vecchietti e le vecchiette a danzare nello spiazzo antistante. E' ormai buio quando i marciatori si radunano in piazza per la cena. L'appuntamento per il dopocena con il Sindaco, la pro-loco, l'archeoclub e tutti i collaboratori è in Municipio, qui i marciatori sono accolti nella sala consiliare e qui il saluto si trasforma in un abbraccio singolare. Lorenzo si esibisce con la chitarra e mette in mostra doti canore insospettabili; Renato e Marco non si lasciano ripregare ed iniziano il loro concerto accompagnati dalla bella voce di Gianna e dai balli di Rita e compagnia. Poi le targhe, i saluti, gli abbracci e qualche lacrima.
Si esce tutti insieme e ci si tuffa per le strade del paese, dove si sta svolgendo una festa folclorica. All'allegro gruppo dei marciatori si affiancano i Pulcinella trombettisti, venuti per animare la festa locale, e così si gira per il paese cantando e ballando. La notte è già fonda quando i pullman si mettono in moto per il rientro.

NOTIZIE

ALBUM

 

SANTA CROCE DEL SANNIO - SASSINORO

Foto di Gianfranco Zerbesi


Sassinoro

  Sassinoro (alt.: 545 m.; sup.: 13,16 kmq; pop.: 646 ab.), è situato al limite settentrionale della provincia di Benevento, a poca distanza dal confine regionale con il Molise. Posto alle falde degli ultimi contrafforti del Matese, nella parte settentrionale si affaccia sulla Piana di Sepino e a sud su quella di Morcone. E’ un piccolo centro che, a dispetto delle dimensioni, rivestiva un tempo una grande importanza strategica, considerando che era circondato da solide mure e presentava ben quattro porte di accesso. La Porta della Corte a nord, la Porta di Jasimone a est, la Portella a sud e la Porta delle Danze a ovest. Sassinoro è piuttosto famoso per il Santuario di Santa Lucia che richiama ogni anno un flusso enorme di pellegrini.
Il Patrimonio ambientale
Con la sua modesta dimensione territoriale Sassinoro è uno tra i comuni con la minore superficie tra quelli della Comunità Montana Alto Tammaro. Geograficamente appartiene al gruppo di comuni raggruppati nell’Alta Valle del Tammaro insieme a Campolattaro, Morcone e Pontelandolfo. Ha un andamento in prevalenza montuoso o alto collinare con quote altimetriche che vanno da 390 a 1.175 metri sul livello del mare. Il comune è situato nella estrema parte settentrionale della Provincia di Benevento; sul lato sinistro del Tammaro ha un paesaggio immerso nel verde con due emergenze ambientali, ufficialmente riconosciute: il S.I.C. n. 23 Alta Valle del fiume Tammaro - che interessa, oltre Sassinoro, Colle Sannita, Morcone, Santa Croce del Sannio e Campolattaro - e il Regio Tratturo Pescasseroli - Candela. Il percorso tratturale è particolarmente ben conservato nel territorio di Sassinoro. Percorrerlo può essere l’occasione per una passeggiata immersi tra boschetti, siepi e prati in un bel percorso tra vallate e altopiani, osservando diversi tipi di animali che ne popolano l’habitat circostante. Se si è fortunati si possono incontrare la volpe, il tasso, la martora, la puzzola, la faina, la donnola, la lepre, il ghiro, il moscardino, il riccio, la talpa e il cinghiale.
Il Patrimonio architettonico
l Santuario di Santa Lucia è stato costruito sopra una grotta naturale nel XVII secolo, ma oggi si presenta inglobato in una struttura più grande, circondata da ampi spazi verdi e attrezzati. Anticamente era luogo di rituali sacri per venerare le antiche divinità romane. I Sanniti vi veneravano la dea Minerva ed il dio Apollo. La frequenza delle popolazioni pagane nella grotta è testimoniata dalla scoperta di un reperto archeologico raffigurante proprio Minerva. Si tratta di un bronzetto di matrice ellenistica del periodo augusteo. A tale culto si sovrapposero, agli albori del Medioevo, i culti cristiani di Santa Lucia e San Michele Arcangelo che furono riscoperti nel XVII secolo.
Una leggenda vuole che le greggi che pascolavano intorno alla grotta all’improvviso sparissero. Per cercarle i pastori si addentrarono anche in quella grotta dove apparve loro in due angoli opposti Santa Lucia e San Michele Arcangelo. Il pascolo ricomparve e più volte in seguito i pastori tornarono nella grotta. E mentre una volta osservavano le parete alla debole luce di una fiammella, trovarono una rude immagine scavata nella roccia raffigurante una donna con due occhi su un vassoio e con una borsa di viandante a tracolla: era Santa Lucia. In un altro angolo della grotta scorsero un lume e l’immagine di un angelo, certamente S. Michele Arcangelo. La voce si diffuse e da allora, da oltre tre secoli, la grotta è divenuta meta di numerosi pellegrinaggi. Nel 1622 Francesco De Petroiano, in virtù dell’importanza che stava assumendo la Grotta, si dedicò alla valorizzazione del Santuario. Scavò una nicchia nella roccia e vi sistemò la Statua rinvenutavi all’interno chiudendo l’ingresso con un cancello.

Addentrandosi nelle vie del centro storico si può ammirare l’antico borgo medioevale dove si è sviluppato il nucleo abitativo al quale, dopo il terremoto del 1805, si è aggiunto un borgo extra moenia. Fuori le mura vi è la piccola Chiesa di San Rocco, all’angolo opposto quella della SS. Vergine delle Grazie. Al centro della collina vi è una piccola piazza su cui si affaccia la Chiesa di San Michele Arcangelo che, col suo alto campanile, torreggia su tutto l’abitato. In questa chiesa sono conservate le effigi di San Rocco e dell’Immacolata Concezione, statue in legno meritevoli di attenzione. La chiesa fu costruita, probabilmente, sotto i de Capua, ove sorgeva l’antica cappella dedicata a Gesù Redentore, distrutta da un incendio nel 1453. Dopo la distruzione del 1456, fu Scipione Carafa, intorno al 1570, a completare i lavori di ricostruzione. Nel XVII sec., dopo l’apparizione di San Michele e Santa Lucia nella grotta del Monte Rotondo, fu deciso di dedicare la grotta alla Santa e la chiesa parrocchiale all’Arcangelo. Ancora oggi si può leggere sul portale: “Templum in dedicatione Sancti Michaelis Arcangeli A.D. MDC”.

SASSINORO
Foto di Gianfranco Zerbesi


Restituitemi il...FLAUTO!!!

 

SASSINORO - MORCONE


MORCONE

Foto di Costantino Cirelli

Lo sguardo d'AQUIL...ino


Vincenzo: questo...ed altro!


Luigi ... saluta tutti!

 

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Morcone

 Arroccata sulle falde del Monte Mucre, Morcone (alt:. m. 600; sup.: 101 kmq; pop.: 5.122) grazie al suo paesaggio collinare, offre una visione panoramica della Valle del Tammaro. Morcone dista circa 30 km dal capoluogo provinciale.

L’abitato di epoca medievale si sviluppa attorno alla rocca dentro mura fortificate che la circondavano da ogni lato, tranne che nel tratto a mezzogiorno dove esisteva, ed esiste tutt’oggi, una scarpata (detta La Prece) che costituiva una difesa naturale. Le mura si aprivano all’esterno in sei punti. Le sei Porte erano la Porta della Rocca, presso il Castello, la Porta de Stampatis, la Porta Salvatis, la Porta Santa Maria de Donatis, Porta Sant’Angelo. L’unica che ha resistito al tempo, ai terremoti e alle guerre è la Porta San Marco, situata verso il torrente San Marco, sotto la Prece. Realizzata in pietra locale a vista, con una cornice di grossi blocchi squadrati, mantiene inalterata la sua tipologia originaria. E’ costituita da un grande arco di aspetto semplice attraverso il quale si accede a Via Domenico Capozzi
Lungo il declivio del colle difeso dal costone roccioso sul versante sud-ovest, il paese è caratterizzato da ripide scalinate, da vicoli e strade lastricate in pietra calcarea, da giardini pensili che si affacciano sulla valle, da pittoreschi slarghi e piazzette, dai tetti in cotto che danno la conformazione di un vero presepe. è questo un posto che si presta ad una bella vacanza di riposo circondati da un ambiente naturale che si presta per lunghe passeggiate e allietati da numero iniziative cultuali e ludiche.

Il Patrimonio ambientale
Il territorio di Morcone è in prevalenza montuoso e alto collinare. Data l’altimetria variabile del territorio e la molteplicità di habitat (aree brulle o boscose, povere o ricche di acqua) è presente gran parte della flora spontanea tipica delle regioni appenniniche. Il variare delle stagioni offre poi mutevoli visioni con il farfaro e le pratoline in primavera, cui seguono la fioritura di primule e viole. D’estate in montagna si possono poi ammirare una dozzina di varietà di orchidee che precedono la fioritura di erbe balsamiche e medicinali; ai margini del bosco, tra macchie di campanule viola e fragole, si sente l’aroma della maggiorana, l’odore più pesante dell’elleboro e della velenosa belladonna. Tra le rocce spiccano esemplari di giglio rosso e garofani di montagna, al bordo dei sentieri si mescolano cespugli di malva, cicoria, valeriana, borragine, finocchietto, menta, cardi, vedovella.
Tra le emergenze ambientali, ufficialmente riconosciute, presenti nel territorio comunale si possono ricordare il S.I.C. n. 23 Alta Valle del fiume Tammaro, che interessa oltre a Morcone Colle Sannita, Campolattaro, Santa Croce del Sannio e Sassinoro; il S.I.C. n. 25 Alta Valle del fiume Tammarecchia, che riguarda il territorio circostante il corso del fiume che attraversa Morcone, Santa Croce del Sannio, Circello e Castelpagano prima di riversarsi nel Tammaro. Da segnalare infine che Morcone è ubicato alle pendici meridionali del Monte Mutria, emergenza ambientale ovvero il S.I.C. n. 31 Pendici del Monte Mutria, che interessa anche i comuni di Pietraroja, Cusano Mutri, Cerreto Sannita, Faicchio, S. Lorenzello e San Lupo. Si tratta di un ampio massiccio appenninico di natura calcarea con estesi fenomeni carsici, popolato da foreste miste a caducifoglia (leccio, roverella, cerro, faggio, castagno, orniello, agrifoglio) e praterie (coda di topo, salvastrella maggiore). L’habitat naturale è abitato da mammiferi (rinolofo maggiore, vespertilio maggiore, lupo, gatto selvatico), uccelli (falco pecchiaolo, falco pellegrino, nibbio reale, averla piccola, calandro, colombaccio, quaglia), rettili come il saettone, il biacco e il ramarro, e nelle acque diverse specie di anfibi (ululone a ventre giallo, tritone crestato italiano, raganella).


Il Patrimonio architettonico
Nel tessuto urbano spiccano diversi edifici e monumenti di interesse storico architettonico. Tra questi sono degni di interesse il Castello medievale, attualmente diroccato, risalente all’XI sec. con i resti della ex Chiesa di San Salvatore. Il castello fu eretto nel primo medioevo essenzialmente a scopo di difesa, situato com’era in una posizione tale da dominare l’intera zona circostante. Ebbe anche un ruolo di residenza dei signori feudali, giacché vi dimorarono gastaldi (in periodo longobardo), conti, baroni e marchesi (dall’epoca normanna a quella borbonica). Tra i vari personaggi che qui dimorarono, vi fu la regina Margherita di Durazzo, che vi sostò con la sua famiglia dal 1380 al 1381, durante il periodo di lotta tra gli angioini e i durazzeschi, preparando l’offensiva contro la regina del regno di Napoli Giovanna d’Angiò. Soggetto a un lungo periodo d’incuria, il Castello è attualmente ridotto a rudere. Per tale motivo, in relazione al preminente valore di testimonianza storica ed ambientale, esso costituisce un’interessante area archeologica. L’edificio, in muratura a pietrame, fu edificato da maestranze locali, su preesistenti mura poligonali di grosse dimensioni. Tra le parti superstiti è certamente da citare il portale d’ingresso, a forma leggermente ogivale (elemento che preannuncia in qualche modo lo stile gotico), e realizzato con pezzi d’intaglio di gusto saraceno. L’arco è realizzato in pietra calcarea squadrata. Altre parti superstiti sono i resti delle mura in pietrame con i rinforzi agli spigoli. Pare, inoltre, che nel basamento furono inglobati resti di mura sannitiche. Secondo quanto riporta una tradizione locale, il Castello sarebbe stato dotato di un passaggio segreto sotterraneo che lo metteva in comunicazione con il Palazzo e la Chiesa di San Salvatore e, non molti anni fa, furono intrapresi degli scavi da parte della Soprintendenza di Salerno, poi sospesi. Gli scavi portarono comunque al rinvenimento di alcune monete antiche, trasferite a Salerno. Successivamente, dal 1990, il complesso è stato interessato da un progetto di restauro e di riqualificazione dell’intera area archeologica.
Palazzo Sannia risale probabilmente ai secc. XVI - XVII. Deve il suo nome a una illustre famiglia morconese che lo abitò fino agli anni cinquanta. Alcuni dei componenti furono personalità eminenti in diversi campi; tra essi può essere ricordato, Enrico Sannia (1881 - 1956), letterato e scrittore, figlio di Achille, uno dei fondatori del Politecnico di Napoli e senatore del Regno. Soggetto nel tempo a cambiamenti di destinazione influenzati dai diversi climi socio-culturali e a calamità naturali che ne decretarono il progressivo abbandono, l’edificio fu sottoposto negli anni 1982-1986 a massicci lavori di consolidamento e a un generale restauro, al quale l’Amministrazione comunale partecipò con propri fondi. Con l’intenzione di restituire al Palazzo l’importante ruolo che aveva rivestito nel passato, si ritenne opportuno, in quell’occasione, destinarlo a una funzione pubblica di ampio respiro: dalla raccolta di documenti storici locali alla biblioteca, fino a comprendere molte altre attività o iniziative di carattere culturale (teatrino all’aperto, sala per esposizioni, sala per conferenze, ecc.). Situato al centro del vecchio tessuto urbano, a sud-est rispetto all’antico centro di Morcone, il Palazzo è caratterizzato da uno sviluppo piuttosto articolato, con un’impostazione planimetrica data dall’incastro tra un rettangolo allungato e un trapezio, indicativo di uno sviluppo realizzato nel tempo. Dei suoi quattro lati, uno è occupato dalla costruzione, due sono determinati da un muro di recinzione in pietra, che racchiude il giardino retrostante, mentre il quarto corrisponde all’elemento naturale del terreno acclive che degrada verso valle. L’ingresso - che si affaccia su una caratteristica piazzetta alla quale si arriva attraverso una stradina in pietra calcarea percorribile a piedi - ha una cornice bugnata e concio di chiave a volta. Il suo aspetto esterno, caratterizzato dall’irregolarità delle sagome adduce a caratteri riferibili alla “spontaneità artigianale locale”. L’edificio fu infatti realizzato da maestranze locali secondo quelle che erano le tipologie diffuse nella città. Caratterizzato da una struttura portante in muratura a sacco di pietrame calcareo informe, in origine aveva i solai di calpestio e travi principali e secondarie in legno, panconcelle, sovrastante massetto di malta idraulica e pavimenti in cotto. I recenti interventi di restauro, molto rispettosi degli assetti originari, ne hanno modificato in parte le caratteristiche strutturali, specie nei solai, completamente sostituiti da putrelle in ferro e tavelloni.
Nel giardino - oggi dotato di un accesso autonomo dalla piazza antistante - è ubicato un teatrino a cavea semicircolare.
Il Palazzo, dopo i lavori di restauro attuati nel 1988 è attualmente sede del Museo biblioteca Enrico Sannia.
Un eccellente esempio di integrazione tra antico e moderno è rappresentato dall’ex Chiesa di San Bernardino, edificata tra il 1515 e il 1609, che mostra allo stato attuale molto poco dell’antica struttura, soprattutto a causa dell’incendio che danneggiò l’edificio il 27 maggio 1917. Sottoposta, nella parte residuale, a un consistente intervento di restauro la chiesa, ormai sconsacrata, è stata trasforma in un auditorium al servizio della città. Il prospetto principale si erge su una gradonata in pietra, che realizza il raccordo tra la chiesa ed il piano stradale degradante.
La facciata presenta tre portali, di cui quello centrale caratterizzato da maggiori dimensioni e monumentalità. Nella parte più alta e in posizione centrale compare, poi, un riquadro che incornicia un tondo, anch’esso in maiolica di lavorazione cerretana, raffigurante il simbolo dell’Università di Morcone: un leone rampante giallo in campo azzurro. Davanti si apre la Piazza del Campanile quadrangolare che offre la vista sulla vallata.
Un altro splendido edificio è il Convento dei Cappuccini, edificato per voto del marchese d’Aponte nel XVII secolo, in cui Padre Pio di Pietrelcina iniziò la sua vicenda religiosa con il noviziato. Il complesso monumentale è oggi meta di numerosi pellegrinaggi in onore del grande Santo. Viale S. Francesco introduce al suggestivo Sagrato prospiciente l’ingresso della chiesta ove sono notevoli gli altari lignei ad intarsio.
Se si percorre a piedi la città ci si può inoltre soffermare ad ammirare la Chiesa dell’Annunziata, del XVII secolo; la piazzetta con la Fontana del Pozzo, in pietra lavorata, del XVIII sec., e l’attuale Chiesetta di San Giovanni; il Santuario di Santa Maria de Stampatis, del XVII sec., ubicato in posizione panoramica, da cui si gode una piacevole vista della valle, e poco distante, immersa nel verde, la Chiesetta di San Rocco famosa per la novena e la sagra della fresa.

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