• 05/09/2025

Lo spirito degli alberi

di Pasolo Cignini (da italiachecambia.org) – 

Un corso sugli alberi di 3 giorni per riscoprire il legame con la natura

 

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Dal 16 al 18 maggio, al Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza, Lucilla Satanassi e Hubert Bösch conducono Lo Spirito degli Alberi, un corso sugli alberi incentrato su ascolto, presenza e relazione con il mondo vegetale. È un’esperienza concreta, non teorica, che invita a passare del tempo nel bosco senza aspettative, per vedere cosa succede. Il corso propone un’esperienza strutturata, con l’obiettivo di facilitare un incontro reale con la natura attraverso tempi lenti, ascolto e presenza.

Viviamo in un’epoca in cui molte persone si sentono scollegate da ciò che le circonda: natura, comunità, ritmi vitali. L’ecologia viene spesso ridotta a una questione tecnica, ma ha anche una dimensione personale e quotidiana. Questo corso prova a rimetterla al centro, non con lezioni frontali ma attraverso un’esperienza immersiva. Un corso sugli alberi che propone un cammino personale e collettivo nella relazione essere umano-natura.

«Le persone arrivano al corso da percorsi diversi: alcune hanno già un po’ di esperienza, altre sono solo curiose», racconta Hubert Bösch. «Ma ciò che proponiamo è un allenamento profondo alla comunicazione con gli alberi. Non si tratta di parlare, ma di mettersi in ascolto, di percepire ciò che gli alberi ci trasmettono. È un processo che richiede tempo, presenza e preparazione. Anche noi quando entriamo in relazione con gli alberi ci prepariamo. E ogni persona che partecipa al corso può trovare gradualmente il proprio modo autentico di entrare in contatto».

Corso sugli alberi: relazione diretta con la natura

Il programma alterna camminate nel bosco, pause di osservazione, momenti di ascolto. Nessun simbolismo, nessun metodo predefinito. L’approccio è pratico e sensibile: ci si mette in ascolto degli alberi per il tempo necessario, senza aspettative. Hubert e Lucilla non offrono spiegazioni, ma creano le condizioni perché ognuno possa fare esperienza diretta di un incontro con il vivente. È un approccio sobrio, che punta a rieducare lo sguardo, a ridare valore alla presenza.

Una proposta che si inserisce nel panorama della formazione esperienziale in natura con coerenza e concretezza, senza derive suggestive. «Io sono cresciuto in Austria, in un paese agricolo. Attorno a tutte le case c’erano alberi da frutto: mele, pere, susini. I miei nonni, da entrambe le parti, vivevano in mezzo agli alberi e c’erano le mucche che pascolavano sotto le chiome», racconta Hubert ricordando il suo percorso.

«Ho vissuto tutto questo fin da piccolo. È stata una sorta di impronta iniziale. Poi, nel tempo, ho approfondito il legame. Ma è come se da bambino avessi già assorbito, in modo naturale, quel tipo di relazione. E non sono l’unico: i popoli che vivono ancora a stretto contatto con la natura comunicano spontaneamente con le piante, con le pietre. I bambini crescono così. Noi invece siamo stati educati a dimenticare. E quando vogliamo recuperare questo legame, dobbiamo ripartire quasi da sotto zero».

Un contesto coerente, non ornamentale

Ma il Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza non è solo uno sfondo. È parte della proposta. Da anni lavora per rendere accessibili stili di vita ecologici attraverso la formazione, l’agricoltura, la ricerca sull’autoproduzione e la resilienza. Offrire spazio a un corso come questo rientra nella sua visione: costruire occasioni concrete di trasformazione, fondate su una relazione attiva tra esseri umani e ambiente.

La scelta del Centro è coerente anche perché qui si sperimentano modelli economici e sociali basati sulla sobrietà, la qualità delle relazioni e un uso attento delle risorse. “Lo Spirito degli Alberi” è un tassello che si integra in questo mosaico. È un corso sugli alberi che contribuisce a rafforzare la proposta formativa della Fattoria. «Abbiamo scelto il Centro dell’Autosufficienza perché c’è un forte legame di amicizia e stima» racconta Hubert.

«È un luogo con una buona energia e un grande rispetto per la natura. Ci sentiamo in sintonia con la visione che la guida: sobrietà, accoglienza, relazioni autentiche. Quando abbiamo iniziato a comunicare con le piante, dove viviamo noi – a Remedia – la natura era offesa, maltrattata da secoli. Era tutto molto difficile. Poi le piante hanno capito che eravamo dalla loro parte, e si è creato un legame forte. Qui alla Fattoria si respira una predisposizione simile: il rispetto c’è, e si sente. E questo è già un punto di partenza raro da trovare altrove».

Il corso sugli alberi e una traiettoria che parte da lontano

Anche nel panorama della formazione in natura, il corso sugli alberi proposto da Hubert e Lucilla alla Fattoria dell’Autosufficienza si conferma un punto di riferimento per chi cerca esperienze formative in natura che abbiano radici solide e coerenza tra visione e pratica. Lucilla e Hubert sono conosciuti soprattutto per Remedia, realtà che unisce coltivazione di piante officinali e produzione di rimedi naturali. Ma il loro lavoro non si è mai limitato al prodotto.

“Lo Spirito degli Alberi” è l’espressione di una traiettoria che unisce pratica agricola, cura e attenzione alla relazione con il mondo vegetale. Un’estensione viva di ciò che fanno ogni giorno. Il corso non nasce da un’intuizione improvvisata, ma da anni di pratica e osservazione. È un’evoluzione naturale, che punta a condividere strumenti esperienziali senza offrire formule o ricette.

«Lo Spirito degli Alberi è il punto d’arrivo di un percorso che parte da molto lontano», spiega Hubert. «Quando siamo arrivati dove viviamo oggi, a Remedia, su quel poggio non c’era un solo albero. C’erano solo boschi cedui e neanche particolarmente belli. La prima cosa che abbiamo fatto è stato accendere un mutuo per piantare alberi: centinaia, poi migliaia».

«Giorno dopo giorno, in ogni condizione, abbiamo comunicato con loro, imparato ad ascoltarli. Dopo un po’ sono stati proprio gli alberi a chiederci di creare un preparato che li rappresentasse nel loro insieme, non solo il fiore o la gemma. Doveva essere qualcosa che parlasse dell’albero nella sua totalità, del suo archetipo. Ci abbiamo messo un anno, tra ascolto, silenzi e dubbi. Da lì è nato tutto».

Domande, non risposte

In fondo, anche questo è un modo per ripensare la formazione. Non sempre serve un’aula, una slide, un obiettivo. A volte basta un tempo condiviso in natura, qualcuno che sappia accompagnare, e un contesto che lasci spazio. La formazione esperienziale che la Fattoria propone, in questo come in altri percorsi, si muove proprio in questa direzione: rimettere al centro la relazione con il vivente.

Perché alcune persone decidono di trascorrere tre giorni nel bosco in ascolto degli alberi? Perché sentono che la connessione con la natura non è solo una questione ecologica, ma anche personale. Questo corso sugli alberi non promette risultati. Ma può aprire spazi, allentare rigidità, cambiare prospettiva. E forse, alla fine, anche modo di stare al mondo. È una proposta che si rivolge a chi lavora nella cura, a chi attraversa momenti di transizione, a chi cerca di riconnettersi con qualcosa di essenziale. Non per trovare risposte, ma per allenarsi a porre domande.

Ripartire dal margine

In un tempo in cui molte parole perdono significato, esperienze come questa ricordano che esistono altri modi per stare al mondo. Mettersi in ascolto di un albero, senza aspettarsi risposte, ma lasciandosi toccare dalla sua presenza, non è un gesto eccentrico, ma un modo per stare davvero dove si è. E forse, proprio in quel margine, si apre una possibilità di riorientamento.

di Pasolo Cignini (da italiachecambia.org)

 

9 Maggio 2025

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