• 11/03/2025

Ci stanno rubando il domani

di Pasquale Di Lena (da lafonte.tv) –

Cosa comporta il furto di metri e metri di territorio

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Ci stanno rubando la terra e, con essa, il domani, quello nostro e delle nuove generazioni, nel momento in cui, ogni secondo, ci rubano metri e metri di territorio. Tutto per coprirlo di nuovo cemento ed asfalto, e, ultimamente, di pali eolici e di pannelli solari a terra e, nel caso di quello marino, di plastiche e acque inquinate. Il territorio, espressione e sostanza di biodiversità e, come tale, bene vitale e, non a caso, comune, ovvero di chi lo abita, lo organizza, lo coltiva.  È esso – vale la pena ricordarlo a chi, ai vari livelli istituzionali, ha la responsabilità di governarlo per conservarlo, migliorarlo e non distruggerlo – il solo tesoro, quale contenitore di paesaggio e d ambiente, cioè di bellezza (biodiversità) e di salubrità (aria e acqua pulite), che abbiamo. Contenitore, anche, di storia, cultura e tradizioni, che, al pari delle radici, le nostre, sono e raccontano la nostra identità.

 

Un furto di agricoltura e di pesca, vuol dire non solo furto di cibo, ma, anche di primati come la ruralità e la biodiversità, cioè ricchezza di tradizioni, bellezza di paesaggi; bontà della tavola e ragione del convivio, ossia della socialità fatta di confronto e di dialogo, elementi fondamentali per vivere la democrazia e la libertà, i due elementi che negano il conflitto, la guerra. Furto di risorse primarie e, come tale, di occupazione, sviluppo. E questo tanto più in una regione piccola come il Molise, che ha nelle sopracitate due attività le sue primarie risorse., come dire, nella terra e nel mare il suo domani. Furto di territorio vuol dire anche furto di paesi, luoghi, cioè di memoria, storia, cultura. e, con essi, dell’intero Molise. E non solo, spopolamento, emigrazione che, nella quasi totalità, riguarda le nuove generazioni.

 

In pratica un furto di sogni che porta, soprattutto i giovani. a staccare un biglietto di sola andata e abbandonare il Molise e, spesso, anche l’Italia. Basta questo per dire che una classe politica e dirigente, ai vari livelli istituzionali, nel corso di questi ultimi decenni, ha fallito creando disastri che non sarà facile recuperare nel tempo.

 

 Un furto continuo commesso da un sistema, il neoliberismo – da cinquant’anni sempre più imperante – che sta riducendo il territorio in lingue sempre più lunghe e più ampie di asfalto; in enormi colate di cemento, grattacieli; gigantesche pale, che girano per rubare il vento; immense estensioni di pannelli solari, che offendono e distruggono la fertilità del suolo.  Il neoliberismo, che ha nelle sue mani la politica e, sempre più, la cultura e i media, gli strumenti attivi per guidare il cittadino nelle scelte.

 

Ci stanno rubando l’acqua, la poca rimasta nell’invaso alimentato dal Biferno e sbarrato dalla diga del Liscione. In pratica ci stanno rubando il Molise e, con esso, il domani nostro e delle nuove generazioni.

di Pasquale Di Lena (da lafonte.tv)

 

lì 1 Novembre 2025

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