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Politica

 

 

 Giunta regionale, tutto pronto, anzi no. Per Frattura tanti i nodi ancora da sciogliere

 

Ma la nuova giunta regionale è pronta o è ancora in alto mare? Le voci che circolano in queste ore che precedono la proclamazione del presidente Paolo Frattura (anche oggi intanto l'annuncio della commissione non c'è stato) sono le più disparate: «Il neogovernatore è pronto e ha nomi e incarichi praticamente in tasca», anzi no: «Tutto è ancora in alto mare».

 



A guardare bene la realtà delle cose e a sentire fonti - qualificate - interne alla maggioranza di centrosinistra, l'ipotesi più credibile appare, al momento, proprio la seconda: i nodi da sciogliere sono ancora tanti e, anche se in effetti una griglia di massima Frattura l'ha già definita, ci sono sul tavolo una serie di tasselli da sistemare al posto giusto.
Il punto di partenza per avere un quadro il più verosimile possibile sono le dichiarazioni dello stesso presidente. «I quattro posti disponibili nell'esecutivo andranno alle quattro forze politiche che hanno avuto il maggiore apprezzamento. Saranno queste forze politiche a scegliere i propri rappresentanti», ha annunciato il governatore in settimana.
Tradotto in numeri i posti spettano a Pd (24.892 voti), Rialzati Molise (14.282), Idv (12.152) e Unione per il Molise (11.022). Resterebbe fuori l'Udeur che, quanto a voti raccolti in regione, si è piazzata quinta con 6.831 preferenze. Per questo, le pretese del partito di Mastella potrebbe convogliare sulla presidenza del Consiglio regionale.

E qui cominciano i «se» e i «ma». Numeri alla mano, fanno notare diversi esponenti della coalizione, gli assessori non potranno fare i consiglieri. Dovranno essere tutti senza carica elettiva (o dimissionari o esterni) per garantire governabilità con un Consiglio, come noto, che è stato ridotto da trenta a venti. Dunque la squadra dovrebbe essere composta da due consiglieri eletti che dovrebbero poi dimettersi: Michele Petraroia per il Pd e Vittorino Facciolla per l'Unione (al loro posto subentrerebbero i primi dei non eletti nelle rispettive liste: Pasquale Marcantonio e Oreste Campopiano). Ora, se per Vittorino Facciolla le dimissioni da consigliere regionale sono un passaggio obbligato (pena l'incompatibilità di carica tra inquilino di Palazzo Moffa e sindaco di San Martino in Pensilis), per l'ex sindacalista Cgil la storia sarebbe diversa e, a quanto si sente in giro, a Petraroia di dimettersi non andrebbe proprio giù.
Dunque, come la si mette con il primo degli eletti Pd? Il cammino non è facilissimo con i democratici. Come la mettiamo con l'ira funesta che intanto sta montando nel venafrano: Massimiliano Scarabeo è già sul piede di guerra contro il non ancora proclamato governatore. E non è facile per le quote rosa: questione brutta da affrontare in tali termini, ma pure esistente. La consigliera di Parità, Giuditta Lembo, lancia messaggi, nonché strali, per vedere due donne nella nuova giunta Frattura (una chi è? lei?). Frattura tace. Come tace anche sulle quotazioni Fanelli. Il sindaco di Riccia, ancora reduce dalla doccia fredda delle Politiche in Calabria, starebbe accarezzando l'idea di consolarsi come assessore in quota rosa. Ce la farà? Dagli ambienti del governatore nulla trapela. A ragionare con onestà intellettuale, bisognerebbe ammettere alla fine che l'era Frattura non inizierebbe nel segno della rottura: avrebbe una non candidata premiata nel suo governo e con lei si ritroverebbe il secondo sindaco-anche assessore (l'altro è Facciolla).
Tanto per essere, così, fedeli alla linea che i soliti noti (anche se in entrambi i casi nessuno mette in discussione merito e competenza) possono avere più spazio e più possibilità di esprimersi in posti di potere. Su queste cose Frattura non può sbagliare.
Quote rose certamente, anche se lo Statuto non le impone, ma con una scelta molto serena e seria.
Continua invece a resistere la voce delle altre due poltrone che andrebbero invece direttamente a due esterni: il segretario regionale dell'Italia dei Valori Pierpaolo Nagni e il leader di Rialzati Molise Mario Pietracupa.

Dunque in pista quattro uomini. Per le donne fievoli speranze. Chi infatti a questo punto dovrebbe fare un passo indietro per liberare una delle caselle della giunta? Si vocifera della possibilità che Rialzati Molise possa accettare una ipotesi di questo tipo e quindi lo scranno più alto del Consiglio andrebbe poi a Vincenzo Cotugno che, con le sue oltre quattromila preferenze, è stato il più votato in assoluto di tutto il centrosinistra.

Seconda ipotesi, assai meno probabile: Frattura potrebbe chiedere ai vari partiti di indicare una donna, esterna. E qui le luci si accendono sul Pd. Torniamo così a Micaela Fanelli che sarebbe pronta, ma appare difficile, se non impossibile, che gli eletti a suon di preferenze possano accettare di farsi da parte.
Insomma, c'è un po' tutto e il contrario di tutto in questa ridda di voci e di ipotesi. Chi vivrà vedrà.

 (el)

 da primapaginamolise.it

Campobasso,  lì 15 Marzo 2013

 

 

 

 

 

 

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