indietro

 

Imprenditoria

Vicenda Gam
Chi è l'assassino?/1

 

La sciagurata gestione della crisi Gam sembra la sceneggiatura di un thriller di quart'ordine: mentre la società falliva, lasciando nella disperazione centinaia di famiglie e decine di piccoli imprenditori avicoli, 'qualcuno' nottetempo decideva privatamente, e senza alcuna autorizzazione, che la Regione avrebbe 'rinunciato' a 18 Milioni di euro di crediti vantati verso il debitore privato Arena. 

Intanto, il 'nuovo' corso politico regionale imbarcava i responsabili aziendali del disastro (primo fra tutti il Presidente della Solagrital, candidato con Idv a sostegno di Frattura dopo una lunga militanza in Forza Italia e incarichi pubblici a go go dalla corrente scajoliana), insieme a qualche vittima inspiegabilmente e tragicamente entusiasta di stare fianco a fianco con il suo carnefice. Cosicché, per salvare la filiera avicola, Frattura sceglie come Superconsulente l'avvocatessa del socio privato Arena e autrice di quello stesso concordato che è stato un bagno di sangue per la Regione. Arriva quindi la trattativa incomprensibilmente abortita con Leocata (indimenticabili le lenti a specchio degli occhiali da sole dei siciliani sbarcati a Monteverde), che poi lascia il posto alla pantomima della socializzazione su cui piomba, improvvisamente, l'avvento di Aria Food, consacrato e benedetto in ripetute riunioni istituzionali presso la sede della Giunta con tanto di selfie e strette di mano, in realtà morto prim'ancora di nascere dopo una presunta mail pervenuta, sempre nottetempo, all'indirizzo del Presidente della Regione (non si sa a che titolo...). 

Nel frattempo, uno dei marchi commerciali (pollo Arena) ha lasciato il Molise con un biglietto di sola andata, rilevato per quattro soldi da una srl con un capitale sociale di 12.500 euro, senza che nessuno dalle parti della Regione avesse nulla da dire, compresa la presunta opposizione, che anche stavolta è stata latitante. Non si sa chi e cosa si nascondano dietro questo disastro, ma si può ben immaginare cosa ci sia davanti: la morte della filiera avicola molisana, spacchettata e svenduta a 'spezzatino'. 

Non è ancora chiaro chi sia l'assassino (di certo, più d'uno), ma è invece lampante chi è stato assassinato: il più ricco comparto agroindustriale del Molise. 

Politicamente parlando, l'epilogo Gam è la sintesi perfetta del fallimento della politica industriale del governo Frattura. Una crisi, la più importante e quella su cui più di ogni altra la Regione avrebbe potuto/dovuto calcare la mano (essendo Gam al 100% di proprietà pubblica regionale) gestita (a non voler fare dietrologia) da completi sprovveduti. 

Anche i più convinti detrattori di Frattura erano pronti a scommettere che la sua provenienza dal mondo degli affari e dell'impresa avrebbe segnato positivamente il suo mandato istituzionale nella gestione dei tavoli di crisi: in pochi si aspettavano che potesse tirare fuori uno slancio emotivo o carismatico, ma in moltissimi, me compreso, erano pronti a giurare che sul piano aziendalistico avrebbe potuto fare la differenza. 

E invece così non è stato: grigio e freddo, nella più ingrata iconografia dell'apatico 'ragioniere', e anche incapace e inconcludente come il più vecchio dei vecchi politici tromboni. Non sempre l'autore dei thriller rivela esplicitamente chi sia l'assassino; questi, talvolta, logorato dai sensi di colpa, decide di farla finita, suicidandosi. 

E solo tale epilogo permette al lettore di scoprirne l'identità, consentendogli persino di riabilitarlo dopo averne apprezzato il coraggio finale del pentimento. 

Forza Presidente, basta un piccolo sforzo e presto sarà tutto finito.

 

Chi è l'assassino?/2

 

Chi si cimentasse oggi, per la prima volta, a cercare di capire cosa sia la Gam, senza dubbio sarebbe indotto in errore e penserebbe che si tratti di una innovativa porcilaia.
La fabbrica è chiusa ormai da mesi e, nonostante i ripetuti annunci di imminenti e salvifiche soluzioni industriali (millantate fin dalla campagna elettorale...), questi campioni dell'inconcludenza non sono riusciti nemmeno a pubblicare il bando per la scelta del socio privato.
In compenso, proliferano gli incontri carbonari tra imprenditori (o presunti tali) ed esponenti politici di spicco, i quali, dopo un letargo di mesi e dopo aver lasciato tranquillamente morire la filiera, ora si affannano e fanno a gara a chi si agita di più (in modo così scomposto da far pensare che il premio in palio sia una entusiasmante imputazione per turbata libertà degli incanti...).
In questa oscurità, ad offrire spunti illuminanti è stato proprio Volpe Pasini, il quale ha pubblicamente denunciato una interferenza politica nella procedura da parte del senatore Roberto Ruta e del Presidente Frattura. Il primo, indicato come il 'mandante' della enigmatica mail giunta da Aia fuori tempo massimo, è stato costretto ad ammettere di aver "sollecitato, d'intesa con il Presidente della Regione, l'intervento dei più grandi imprenditori dell'agroalimentare" (i quali, avendone sperimentato con mano l'attitudine a gestire queste iniziative, come dimostrato nell'epica figuraccia rimediata con le manze della Granarolo, avranno avviato dei cicli periodici di scongiuri alla vecchia maniera...). Il secondo, protagonista, sempre a detta di Volpe Pasini, di incontri in Giunta regionale con Lino Di Dario, un autentico esperto del fallimento industriale della Gam visto il cursus honorum conquistato sul campo come rappresentante del gruppo privato Arena nella Solagrital negli anni in cui la Regione si indebitava fino al midollo e gettava le basi per il crack attuale.
In ogni caso, a scrivere la parola fine sotto la coda di polemiche, c'ha pensato il Governatore Frattura in persona, il quale dai microfoni di Teleregione ha ammesso che il vertice con Di Dario si è tenuto, affrettandosi però a chiarire che "non sono ammissibili trattative private" (che si saranno mai detti, allora, nell'incontro in Giunta?), che è tutto sotto controllo e a brevissimo avrebbe divulgato il verbo della rinascita della Gam. Le promesse di Frattura devono aver a tal punto entusiasmato e persuaso l'amministratore unico della Gam, Nicola Baranello, che dopo solo pochi minuti è giunto nelle redazioni il suo comunicato stampa in cui annunciava le dimissioni irrevocabili dall'incarico (vista la mala parata, se l'è giustamente squagliata, e forse non senza qualche ragione che tuttavia è il minimo aspettarsi che si degni di spiegare ai cittadini che gli hanno pagato lo stipendio per mesi). Sul fronte politico, intanto, non si ode, come al solito, neanche un sibilo. Ma che faranno tutti i giorni, tutto il giorno, questi statisti in incognita? E io penso a due cose: alla criminale sottovalutazione delle conseguenze sociali ed economiche di questo disastro, e alla filastrocca che mi ripetevano in campagna elettorale molti degli attuali detrattori di Frattura a scoppio ritardato (forse non solo lo scoppio...), che si compiacevano delle "proposte" del 'nuovo' centrosinistra 'de governo', scagliandosi contro "le troppe denunce" di chi aveva osato metterli in guardia per tempo dalla quella colossale truffa politica in atto, peraltro chiarissima fin da subito. Polli. All'occorrenza sciacalli.


di Massimo Romano (da fb)

Campobasso, li 22 Gennaio 2015

 

indietro