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Ambiente

 

Il Molise come la Sicilia: sull'isola la zelkova, sui monti l'ululone.
Gli atti (costosi) della politica (poco) ambientalista

Dalle pale eoliche in ogni dove e senza criterio - tratturi, siti archeologici, perle paesaggistiche -, dai poli chimici a tre passi dal mare, dal cemento al posto di polmoni verdi all'ululone. Chi credeva che la giunta regionale di Iorio fosse poco accorta alle tematiche ambientali, ora, suo malgrado, deve ricredersi.

Sicilia e Molise. Pensarle vicine, le due regioni, la più grande e la più piccola, pensarle in qualche modo simili sembra solo un esercizio della fantasia. E invece tutto il mondo è paese. Nei palazzi del potere locale i punti di contatti e somiglianza abbondano. E infatti se la prima ha la zelkova, la seconda ti tira fuori l'ululone.

La vecchia giunta di centrodestra capitanata da Raffaele Lombardo ad aprile scorso, prima di cadere nella crisi di fine impero, stanziava 454 mila euro per la zelkova, una pianta rara che la Regione Siciliana voleva tutelare nominando, come prima cosa, un superconsulente da 150 mila euro. I temi ambientali, nell'Italia del cemento e delle speculazioni, della mancata cura del territorio, si sa, sono molto sentiti dalla classe politica. E perciò rumore e polemiche, mesi fa, sul fatto portato alla ribalta nazionale dalle due firme degli sprechi politici del Corriere, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
Il Molise poteva essere da meno? Manco a dirlo. Fatte le dovute proporzioni, registrate le dovute economie, la giunta di centrodestra guidato da Michele Iorio, già in regime depotenziato, ossia già disarcionata dal Tar e a un passo dall'azzoppamento definitivo del Consiglio di Stato, si premura di tutelare l'ululone appenninico.

Con una delibera di giunta lo scorso 23 ottobre finanzia il censimento dell'anfibio «simile a un ranocchio», per dirla con il consigliere regionale della Federazione della sinistra, Salvatore Ciocca, autore qui dello scoop sulla politica animalista.

«Fra gli atti indifferibili ed urgenti che la Giunta regionale del Molise può emanare, - ironizza l'esponente di centrosinistra - c'è anche il finanziamento necessario a censire gli esemplari di ululone appenninico». Ciocca rimarca la concessione di un contributo di 38mila euro a Italia Nostra, sezione di Isernia, per la realizzazione di interventi volti a riqualificare la riserva naturale regionale di Monte Patalecchia, dei torrenti Lorda e Longaniello.

Come la zelkova siciliana, anche l'ululone molisanappenninico è «a rischio estinzione e la Regione non può di certo permettere che tale specie sparisca, soprattutto in considerazione della sua peculiarità: nel periodo riproduttivo emette un suono sempre identico, che viene ripetuto anche più di 40 volte al minuto». Il sarcasmo del consigliere di Riccia, c'è da scommetterci, è il sarcasmo dei più.

Anche perché il contributo al particolare «ranocchio» rientra «nell'ambito di un progetto locale più ampio per la gestione delle aree protette finanziato con 138mila euro».

Ora, è giusto intendersi subito qui sull'importanza della tutela ambientale, di fauna e flora, che non sono seconde a nessuno, fatto sta che la stessa classe dirigente che ha sempre agito a nocumento del territorio più che a sua difesa è forse la meno titolata a proporre finanziamenti per animaletti di specie rara.
Come Ciocca, poi, tanti altri la metteranno sul piano delle emergenze quotidiane. «Più urgente del salvataggio dell'ululone - ci ricama su l'esponente della Fed - c'è francamente poco, come di certo staranno pensando tutti i disoccupati, i lavoratori in mobilità oppure gli operai che per ottenere lo stipendio devono manifestare pubblicamente».

Anche perché ai sospetti di superficie se ne aggiungono altri più profondi. «Il progetto - fa notare ancora Salvatore Ciocca - è, infatti, identico a quello che Italia Nostra, sezione di Isernia, presentò al precedente assessore regionale all'Ambiente. Era il 16 febbraio 2011. La realizzazione di un centro visita e servizi, dal costo originario di 60mila euro, in 20 mesi è lievitata di 10mila euro. E il progetto "ululone appenninico", che necessita di 3 anni di tempo per essere portato a compimento, inizierà con mesi di ritardo sulla tabella di marcia. Ma il costo resta identico: 38mila euro».

Che frutteranno cosa? Nessuno ha mai saputo cosa hanno prodotto anche in termini di ritorno economico la patata turchesca, l'ape mellifera, il ripopolamento delle seppie, il parco tecnologico dell'acqua, il museo del profumo, il museo naturalistico di Monte Vairano, le ippovie e i programmi televisivi che dovrebbero trainare l'immagine del Molise: Ciocca rispolvera l'elenco dei finanziamenti che hanno reso in Italia questa regione famosa, come pietra degli scandali, dopo il terremoto del 2002, aggiungendo una richiesta lecita e legittima. «Fateci conoscere, una volta per tutte e in via ufficiale, l'esito di tali investimenti e il ritorno in termini occupazionali, imprenditoriali e turistici di tali scelte». Curiosità, anche questa, dei più.

 

 

da primapaginamolise.it

 

Campobasso, li 11 Dicembre 2012

 

 

 

 
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