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Ambiente

 

LE MALATTIE DELL'AMBIENTE CONTAGIANO L'UOMO

L'epidemiologia ambientale si occupa delle conseguenze che il degrado dell'ecosistema ha sulla salute delle persone.



Lo stato di benessere di una persona dipende pure dal contesto ambientale; tra le cause di morbosità si possono includere l'inquinamento atmosferico, la contaminazione del suolo, l'elettrosmog, il degrado delle acque, ecc. Se si tiene conto che l'uomo viene in contatto con tali minacce attraverso l'inalazione, l'epidermide e per via orale è necessario individuare gli elementi dell'ambiente che rischiano di provocare malattie. Non sempre, comunque, vi è un rapporto diretto tra il degrado di una componente ambientale e quella particolare situazione di disagio corporale e per comprendere ciò si pensi alle catene alimentari le quali prendono origine dalle colture che sono tanto più « sane » quanto più il terreno e l'acqua per irrigare sono « puliti ». Bisogna anche aggiungere che il malessere non è solo fisico poiché vi è quello psichico dovuto al rumore e ai fattori ansiogeni dovuti alle preoccupazioni per la salute. È fondamentale, dunque, conoscere in maniera approfondita le condizioni dell'ecosistema in quel dato territorio quale passo prioritario per l'indagine epidemiologica.

Partendo dalla « matrice » acqua, occorre vedere qual è lo stato di quella sotterranea (il principale acquifero è quello matesino), specie se destinate al consumo umano e all'irrigazione, e di quelle superficiali, ma nel Molise, salvo che per l'approvvigionamento idropotabile della fascia costiera, i corpi idrici non vengono utilizzati per bere. Per quanto riguarda il suolo i fenomeni più preoccupanti qui da noi sono la presenza di arsenico del quale si è parlato come un pericolo nel territorio di Montenero di Bisaccia, del manganese molto diffuso nelle rocce del sottosuolo in provincia di Campobasso (a Casacalenda, a Termoli, a Montagano, ecc.) della diossina trovata nell'agro tra Pozzilli e Venafro; il terreno, è superfluo sottolinearlo, deve essere privo di veleni se si vuole un'agricoltura sana. Non si è fatto accenno al radom che, però, è tenuto sotto controllo dall'apposito ufficio dell'Arpa che si occupa di radioattività. Sempre a riguardo della matrice suolo occorre verificare la presenza di siti inquinati che nel Molise, in effetti, non sono molti, essenzialmente il deposito di rifiuti interrato di Campomarino, citato pure nel libro Gomorra, il gasometro di Campobasso, l'area in cui avveniva l'estrazione di petrolio a Rotello e il « sito di interesse nazionale », l'unico nella regione, di Guglionesi.

Vi sono, però, siti potenzialmente inquinati che non sono riconosciuti tali dalla legge i quali coincidono con gli stabilimenti produttivi del passato come i vari mulini e pastifici del capoluogo regionale (Fontanavecchia, mulino Martino, fabbrica di laterizi Petrucciani e così via); la situazione economica attuale rischia di trasformare i PIP molisani in autentici cimiteri di industrie con i connessi problemi di bonifica ambientale. Inoltre, a contaminare il suolo, nonostante i consistenti finanziamenti della Regione per la bonifica vi siano le ex discariche, praticamente una per Comune prima che si riducessero alle attuali tre: si tratta dello smaltimento dei rifiuti urbani, mentre è stato poco indagato, finora, quello dei rifiuti speciali forse per la storica esiguità di attività produttive nel territorio molisano. Ad incidere sull'integrità del suolo vi è, poi, lo spandimento sui campi coltivati sia dei fanghi di depurazione, che portò alla nota operazione Inside, sia dei reflui degli allevamenti zootecnici regolamentato dalla Regione nel 2006 con il Piano Nitrati; per quanto riguarda questi ultimi si segnalano le preoccupazioni legate allo spargimento della pollina per l'uso di antibiotici negli allevamenti avicoli che oggi, comunque, si sono attenuati per via della crisi della SAM. Ancora in riferimento al suolo va detto che provoca inquinamento l'abbandono, sempre più frequente, di lastre ormai deteriorate di eternit che avviene in maniera abusiva.

La polvere di amianto, materiale il cui impiego è vietato dal '92 e che con l'allontanarsi di questa data è destinato a degradarsi progressivamente (non bastano i fondi stanziati nel 2005 dalla Regione per l'eliminazione), può essere respirata e ciò concorre a peggiorare la qualità dell'aria, già compromessa in alcuni ambiti, specie quelli urbani, a causa anzitutto del traffico. Quest'ultimo va distinto tra circolazione cittadina, e ciò vale per i centri maggiori, e traffico di attraversamento il quale interessa Venafro. Negli agglomerati abitativi, in aggiunta, ha un peso notevole il riscaldamento domestico, pur se nel Molise si è avuta una estesa metanizzazione. In conseguenza dello scarso sviluppo industriale le emissioni derivanti dal settore cosiddetto secondario sono limitate (con esclusione di quelle dei cementifici, 3), incidendo di più quelle prodotte, stiamo a Pozzilli, dall'incenerimento dei rifiuti e, in futuro, quelle delle centrali a biomasse in progetto a Mafalda, San Polo, Montefalcone, Pettoranello. L'agricoltura e le cave, comparti economici tipici di una zona rurale come la nostra, incidono sulle condizioni dell'aria. Seppure non si tratta di inquinamento atmosferico il loro peso sulle malattie respiratorie lo hanno anche i pollini aerodispersi, specie per chi soffre di allergie, ma per questi non hanno efficacia i Piani per la Qualità dell'Aria che si dovranno redigere a seguito della Zonizzazione predisposta di recente dall'Arpa. Se nel Molise vi sono casi di contaminazione dovute a radioattività, neanche, fortunatamente, per l'episodio di Castelmauro, si è esposti, ad ogni modo, a radiazioni non ionizzanti: l'inquinamento elettromagnetico è esteso pur rilevando che i ripetitori radiotelevisivi, salvo Cercemaggiore, sono situati al di fuori degli abitati perché, data la loro piccolezza, è facile trovare al di fuori degli stessi luoghi idonei per la loro installazione.

Manca ancora il catasto degli impianti radioelettrici stabilito dall'apposita legge regionale. Le linee ad alta tensione che partono dal Molise sono poche, così come sono poche le centrali di produzione di energia elettrica da cui si originano e nelle cui vicinanze si infittiscono. I disturbi da rumore sono connessi principalmente alle strade, in particolare quando vi è il transito di mezzi pesanti (peraltro causa delle vibrazioni). I maggiori fastidi li avvertono coloro che vivono in abitazioni a filo strada. Non vi sono a tutt'oggi (Ripalimosani lo ha in programma) Piani Comunali di Zonizzazione Acustica, mentre la linea ferroviaria costiera Lecce-Milano è tenuta all'effettuazione di periodiche analisi di impatto acustico. Non si lamentano nel territorio molisano fastidi legati alle emissioni odorigene da quando è stato allontanato da Campobasso l'allevamento di suini della ditta Girotti. I problemi finora elencati per i settori, acqua, aria, suolo, rumore, radiazioni, vanno adesso suddivisi per gravità degli effetti sull'uomo che è in funzione del fatto che interessano singoli individui, magari già deboli, piccoli gruppi sociali (es. anziani, bambini e donne) o l'intera popolazione, tenendo conto della dose e del tempo di esposizione; basse dosi possono preoccupare se l'esposizione avviene per un lungo tempo e questo accade principalmente nelle abitazioni.

Vi sono fattori di pericolo che hanno conseguenze immediate sulla salute e quelli con effetti ritardati, come i principi cancerogeni per i quali bastano, a volte, piccole dosi. Si segnalano fatti che incutono timore, pur non essendovi una evidenza scientifica che lo suffraghi, prendi gli OGM, ed altri che sono legati ad una scala più ampia di quella locale, è il caso dell'effetto serra, il quale, invece, è un fenomeno documentato. Ricondotti in termini di rischi le minacce alla salute sono da ripartirsi in base al grado di probabilità, sottolineando che, qualora limitata, non significa che non si potrebbero avere danni gravi. In definitiva i rischi si distinguono oltre che improbabili o meno, detto diversamente in consueti o no, anche in grado di significatività e, ad ogni modo, è opportuno applicare sempre il principio di precauzione
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di Francesco Manfredi Selvaggi

 

Campobasso, lì 04 Marzo 2013

 

 

 

 

 

 

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