PADRE ANTONIO GERMANO


CRONACHE QUOTIDIANE DALLA MISSIONE

Archivio:

2015
2014

2013
2012

2011

2010

2009
2008
2007
2006

 

home

 

Bangladesh - Chuknagar, giovedì 02 Giugno 2009

 

Carissimi,
vi mando l'articolo che un mio confratello,P. Luigi Paggi ha mandato
alla sua Diocesi originaria, che è la diocesi di Como. La missione che
lui stesso ha fondato e che si trova proprio al margine della foresta
tropicale dista un centinaio di Km.  da Chuknagar. Qui abbiamo avuto un
po' di paura e siamo stati per 4-5 giorni senza corrente, ma per fortuna
senza danni, come invece è accaduto nella zona costiera.
Un forte abbraccio. 

 

P. Antonio Germano Das, s.x. <antoniogermano@infinito.it>

 

 

RICHIESTA di aiuto per i SINISTRATI  del CICLONE ‘ AILA’

 

 

Egregio Direttore della Caritas Diocesana di Como,

 

pace e bene e saluti dal Bangladesh ancora una volta colpito da una ennesima calamita’ naturale che in Italia deve essere passato completamente inosservato dai mezzi di comunicazione sociale.

Ho saputo infatti che ne’ televisione ne’ giornali hanno detto niente di niente sul ciclone ‘Aila’ ( cosi’ e’ stato chiamato ….non ho ancora scoperto la ragione di questo nome ) che il 25 di Maggio 2009 ha colpito per lo piu’ la zona Sud Ovest del Bangladesh dove sei anni fa , sempre con l’aiuto della Caritas Diocesana di Como e della compianta Luigina Barella, i Missionari Saveriani aprirono una piccola Missione tra un gruppo di tribali dimenticati e dal Governo del Bangladesh e dalla societa’ Bangladeshi… ma non certo dimenticati da Dio…!

 

Questa parte di Bangladesh fa parte della Baia del Bengala, il braccio Nord dell’Oceano Indiano che copre un’area di circa 500 chilometri ed e’ considerata la figlia ribelle dell’Oceano la cui rabbia e furia si scatena contro la popolazione che vive in queste zone distruggendo migliaia di vite umane specialmente nei mesi di Maggio e Ottobre.

Questa zona costiera del Bangladesh e’ ormai nota al mondo intero per la sua vulnerabilita’ : sembra quasi che tutte le calamita’ naturali che vengono dall’Oceano Indiano come cicloni, uragani, tornado e alluvioni si concentrino in questa zona….

 

Puo’ essere interessante dare uno sguardo al numero di cicloni  registrati negli ultimi 200 anni che dalla Baia del Bengala regolarmente colpiscono l’entroterra :

-        dal 1795 al 1845 :  3 cicloni

-        dal  1846 al 1896 : 3 cicloni

-        dal 1897 al 1947 : 13 cicloni

-        dal 1848 al 1998 : 51 cicloni

 

Il penultimo successo nel Novembre del 2007 e l’ultimo capitato il 25 di Maggio u.s. non sono nella lista.

 

Potremmo chiederci come mai cosi’ tanti cicloni in questi ultimi cento cinquant’ anni….

Parte di responsabilita’ non potrebbe cadere anche sull’Occidente ricco e opulento che con il suo modello di sviluppo industriale ha sconvolto i ritmi della natura la quale si ribella e si vendica ?

 

E’ orami un dato di fatto che i cambiamenti climatici sono ormai visibili e tangibili dappertutto su questa nostra terra circa la quale il comando del Creatore era estremamente chiaro: ‘Il Signore  Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perche’ lo coltivasse e lo custodisse’ ( Genesi 2,15)

 

Cosa ne fu e ne e’ della custodia del creato…?

 

Ma lasciamo queste faccende agli ecologi e torniamo al ciclone ‘Aila’…!

 

L’ufficio meterelogico del Bangladesh cerca di stare sveglio  nei mesi che precedono e seguono la stagione delle piogge perche’ e’ in questo periodo che la furia e la rabbia della  figlia ribelle dell’Oceano Indiano si fanno sentire.

 

Il ciclone che il 25 Maggio u.s. ha colpito la zona Sud Ovest del Bangladesh (arrivando fino a Calcutta ) non sembrava essere cosi’ violento….la velocita’ del vento che normalmente in un ciclone ‘serio’ arriva a superare i 200 chilometri orari questa volta era di soli 70-80 chilometri orari e si pensava che non avrebbe causato grandi danni.

E grandi danni il vento non li ha causati…!

Il disastro questa volta e’ stato causato dall’acqua dei grandi fiumi nei quali durante il passaggio del ciclone era in corso l’alta marea che ha sfondato gli argini riversandosi nei villaggi circostanti travolgendo persone, animali domestici, raccolti e capanne.

 

In pratica e’ successo un piccolo ‘tsunami’, un cataclisma naturale completamente imprevisto e inaspettato…!

 

Fortunatamente questo piccolo tsunami ( che per la verita’ per questa zona non e’ poi cosi’ piccolo perche’ la zona completamente allagata e’ molto vasta e i danni sono visibile ovunque ) e’ capitato di giorno e cosi’ la gente ha potuto mettersi in salvo.

 

Il numero dei morti , secondo le statistiche ufficiali si aggirerebbe sui 200 ma la cifra reale senz’altro ha superato i 500 senza contare i dispersi travolti dalla inondazione e di cui non si sono ricuperati i cadaveri risucchiati dal gioco dell’alta e bassa marea.

 

Tra le vittime si contano molte donne e bambini…!

 

Molto probabilmente il numero di morti non cosi’ alto non ha destato interesse nei mass media Europei e chi ha saputo qualcosa di questo ennesimo disastro ha avuto l’informazione  tramite Internet.

 

Oltre ai morti, ai dispersi, al bestiame affogato, alla distruzione degli orti e vivai per i pesci, alle capanne con i muri di fango che nell’acqua si sono sciolte come burro al sole il guaio piu’ grosso causato da questo piccolo tsunami riguarda l’acqua potabile.

Le gia’ poche riserve di acqua dolce sono state completamente allagate dall’acqua salata e cosi’ quello dell’acqua potabile e’ diventato il problema piu’ grosso.

 

E bisogna tenere presente che questo e’ il periodo piu’ caldo dell’anno per cui senza acqua non sopravvive niente e nessuno…!

Quella dell’acqua potabile e’ quindi la necessita’ piu’ impellente.

Seguita da quella del cibo e dalla legna da ardere per cucinare quel pugno di riso sufficiente per sopravvivere.

E poi servono medicine per combattere le malattie create dall’acqua quali la dissenteria, il colera e il tifo.

 

E chi e’ riuscito a salvare gli animali domestici ha bisogno di foraggio….!

 

Normalmente dopo ogni disastro naturale si suggono due fasi : la prima e’ quella del ‘relief’, e cioe’ venire incontro ai sinistrati con i generi di prima necessita’ quali acqua, cibo, medicine.

La seconda fase prevede il lavoro di ‘rehabilitation’, e cioe’ la ricostruzione delle infrastrutture che sono andate distrutte durante la calamita’ naturale come abitazioni, strade, ponti etc…

 

Nel caso del ciclone ‘Aila’ la ricostruzione piu’ urgente e’ quella degli argini dei  fiumi che durante la bassa marea si portano via una buona quantita’ di acqua per poi riportarla indietro magari in quantita’ maggiore durante l’alta marea. E cosi’ i villaggi continuano a rimanere allagati.

Questo ultimo ciclone Aila ha distrutto gli argini in moltissimi posti e per lunghi tratti per cui la riparazione e la ricostruzione degli argini e’ una impresa gigantesca che con la stagione delle piogge ormai imminente risulta molto problematica.

Gli esperti dicono che lavori del genere si potranno fare solo durante la stagione secca che iniziera’ a Novembre.

E cosi’molta gente che ha dovuto abbandonare i villaggi sommersi dall’acqua non potra’ rimettere piede sul pezzetto di terra su cui era posata la loro capanna se non dopo la stagione delle piogge, ossia verso Novembre-Dicembre p.v.

 

Inoltre nei villaggi dove si potra’ ricostruire l’argine dei fiumi e la terra potra’ ridiventare asciutta molta gente non sara’ piu’ in grado di ricostruirsi la capanna di fango sempre per via della stagione delle piogge ormai imminente e avra’ bisogno di un tetto sopra la testa.

Di conseguenza bisognera’ pensare a qualche altro tipo di casupola prefabbricata che si possa montare in poco tempo e che possa offrire un riparo decente.

 

La Missione che i Missionari Saveriani hanno fondato sei anni fa nella zona colpita dal ciclone Aila non ha subito danni.

 

Ma i tribali Munda che sono il target group della Missione sono stati danneggiati seriamente.

Quattro dei loro villaggetti sono spariti nell’acqua salata e circa 80 famiglie residenti in questi villaggi ormai inesistenti sono state portate in salvo e attualmente vivono in un campo di sfollati messo a disposizione del Governo che pure sta provvedendo al loro sostentamento giornaliero.

 

Ma chiaramente questa sistemazione provvisoria non potra’ durare in eterno per cui ai Missionari Saveriani tocchera’ il compito di trovare una nuova sistemazione per queste 80 famiglie.

 

La sistemazione prevede queste tre cose essenziali : un pezzetto di terra su cui poggiare i piedi, un tetto sopra la testa per ripararsi dal sole e dall’acqua e il modo di guadagnarsi una manciata di riso per riempirsi lo stomaco.

 

Come gia’ ho accennato all’inizio di questo articolo la Missione tra i tribali Munda della Foresta del Sunderban nacque con l’aiuto della Caritas Diocesana di Como.

Aiuto sollecitato e richiesto e incoraggiato dalla compianta Luigina Barella la cui vita fu spesa interamente per la causa missionaria.

 

E allora non c’era di mezzo nessun ciclone…neSidr ne’ Aila…!

 

Se la Caritas ci aiuto’ durante la ‘bonaccia’…siamo sicuri che ci dara’ una mano anche durante la tempesta…!

 

E noi ancora una volta potremo dire che la Provvidenza di Manzoniana memoria la c’e’…!

 

E le pecore sperdute della casa di Israele potranno sperimentare ancora una volta che ‘ e’ apparsa  la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini’( Tito2,11)

 

E dal cielo Luigina Barella non potra’ che dare la sua approvazione !

 

Dalla zona devastata dal ciclone Aila

 

P. Luigi Paggi s.x.

 

 

 

 

home

 

Bangladesh - Chuknagar, giovedì 21 Maggio 2009

 

Carissimi amici,

 

Devo purtroppo segnalarvi un altro incidente di percorso nella mia vita missionaria in Bangladesh. In questi ultimi anni la mia schiena è stata sempre un mio punto debole, ma, a cominciare dallo scorso ottobre i dolori sono diventati persistenti fino ad avvertire difficoltà anche nel camminare. Così, dietro pressione dei miei superiori, mi sono deciso a farmi visitare. Dalle lastre è risultato che ho dei problemi all’anca sinistra: la cartilagine che avvolge la testa del femore risulta consumata e perciò c’è bisogno di una protesi.

Non prevedevo che le cose potessero avere questo risvolto. Dentro di me pensavo: “ sono dolori legati all’età e prima o poi passeranno”. Invece non sono passati. Così, il prossimo 20 giugno, rientrerò in Italia e mi metterò in lista per essere operato all’anca nell’ospedale di Parma, città dove conservo la mia residenza in Italia.

M’illudevo di festeggiare il mio 70° compleanno nella nuova chiesa che era in programma di costruire dentro quest’anno. Avevo mandato anche a voi il disegno e alcuni di voi mi hanno già fatto pervenire le loro offerte. Invece tutto è rimandato, salvo che i miei 70 anni cha passerò in qualche posto in Italia. Avrei potuto accelerare i tempi. Non l’ho fatto, perché mi portavo dentro il dubbio: Se comincio e poi dovrò lasciare?

Così, ancora una volta, ci rimettiamo nelle mani di Dio, a cui appartengono le stagioni e i tempi. Nelle mie condizioni continuo a viaggiare in moto, anche se mi diventa sempre più faticoso alzare la gamba per montarvi su. Prego il Signore e chiedo anche a voi di unirvi alla mia preghiera perché, ristabilito in salute, possa tornare e compiere l’ultimo atto della mia missione tra i Dalit: la costruzione di una chiesa per loro, se questa è la volontà di Dio.

Con grande gratitudine e riconoscenza vi saluto e vi auguro una gioia grande nella fede profonda in Gesù risorto e asceso al cielo.

 

P. Antonio Germano Das, s.x.

 

         

          

 

  

home

 

Bangladesh - Chuknagar, giovedì 16 Marzo 2009

 

COSTRUZIONE DELLA CHIESA PER I FUORI CASTA

 

 

 Carissimi,


vi invio per conoscenza la lettera di ringraziamento ad Antonietta Berardo fautrice dell'appello ( http://www.duronia.com/fondi09raccolta.html ) per la raccolta fondi per la costruzione della chiesa per i fuori casta, pubblicato sul sito canadese www.duronia.com ed allego due foto recentissime


Carissima Antonietta,

Ho appena letto sul tuo sito “Duronia” l’appello da te rivolto a tutti i Duroniesi sparsi per il mondo perché si sentano coinvolti nella costruzione della chiesa per i fuori-casta di Chuknogor. Ne sono rimasto commosso e con questa lettera voglio ringraziare te e tutti gli amici Duroniesi, che sentono come propria questa opera che io mi appresto a realizzare a nome di tutti voi. Il Signore benedirà il nostro sforzo comune, espressione tangibile di quella fede che affonda le sue radici proprio a Duronia.

Oltre la chiesa, prevediamo anche un’altra struttura organica con aule scolastiche, piccola biblioteca, sala per incontri e computer room per venire incontro alle esigenze del nostro programma di coscientizzazione e di promozione umana. Proprio in questi giorni ne sto parlando con il vescovo e con il mio superiore regionale per finalizzare la cosa in maniera da poter iniziare i lavori prima della stagione delle piogge.

Ho appena concluso una serie di incontri in tutti i villaggi in cui siamo presenti con il nostro Tuition Program. Facciamo questo tipo di incontri all’inizio e alla fine di ogni anno scolastico. Sono momenti di coscientizzazione, a cui noi abbiamo dato sempre molta importanza. Sono presenti gli studenti e i loro genitori, papà e mamma. Ogni anno si affronta un tema diverso strettamente connesso con la loro situazione concreta. L’anno scorso, per esempio, abbiamo affrontato il problema del matrimonio in tenera età (ballo bibaho), così diffuso in questa società e che è un’autentica piaga nel mondo dei nostri fuori-casta. Alla fase di coscientizzazionesegue di solito una linea di azione concreta per incrementare le decisioni prese.

Negli incontri di quest’anno, invece, abbiamo creduto opportuno insistere sulla necessità di creare aggregazione fra di loro per superare le divisioni, che sono la loro maggiore debolezza e offrono il lato agli altri gruppi di intervenire nei loro problemi. Con il pretesto di aiutarli, essi, in realtà, continuano a tenerli in uno stato di soggezione e cattività: la libertà dalla schiavitù non la regala nessuno, bisogna conquistarsela!

Di solito, in questi incontri, io prendo la parola alla fine, dopo che tutti hanno detto la loro. Quest’anno mi è venuta una ispirazione, che poi ho espresso con forte carica di convinzione ed ho potuto constatare con piacere che il mio discorso coglieva nel segno e veniva recepito. Ho esordito con una domanda che li ha colti di sorpresa. Ho chiesto alla mia gente: “Ci chiamano Rishi, Muchi,Dalit,Das, perché? Siamo stati noi a scegliere questo nome (mi includo nella domanda, perché anch’io ho assunto il nome Das) o sono stati altri ad appiccicarcelo? Evidentemente non siamo stati noi a scegliere il nome. Sono stati altri che ci hanno etichettato così. E perché ci hanno dato questo nome? Per ricordarci: Tu sei Das (=schiavo) e tale devi rimanere! (Tra l’altro, in lingua bengalese, dalla parola Das deriva anche Dasotto, che significa schiavitù). Adesso finalmente abbiamo aperti gli occhi e ci siamo accorti di questo trucco enorme perpetrato per secoli alle nostre spalle. Abbiamo iniziato una lunga marciache ci porterà dalla schiavitù alla libertà…

Qui naturalmente il discorso si fa molto più ampio e interessante, ma io chiudo qui per il momento per non annoiarti troppo. Avremo ancora modo di risentirci. Di nuovo un caro saluto a tutti, un grande grazie ed una benedizione dall’Alto.

P. Antonio Germano Das - Chuknogor, 16. 3. 09

 

 

Cari saluti e un forte abbraccio a voi tutti.

 

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 

 

home

 

Bangladesh - Chuknagar, giovedì 29 gennaio 2009

 

UMILON DAS: UN MUCI ALLA CONFERENZA DI GINEVRA!

 

 Carissimi,


Milon Das è stato scelto dall’I.D.S.N. (International Dalit Solidarity Network) a rappresentare i Dalit del Bangladesh nella conferenza dell’H.R.C. (Human Rights Council), che si terrà a Ginevra nella prima settimana di Febbraio. Milon è direttore e fondatore di una NGO che porta il nome di PARITTRAN (=salvezza), sorta con i Dalit e per i Dalit.Con una punta di orgoglio, possiamo dire che l’evento rappresenta un po’ il coronamento di 30 anni di presenza dei Missionari Saveriani tra i fuori-casta di Chuknogor e dintorni. Milon infatti si è formato alla scuola del nostro Tuition Program, prima come studente e poi come insegnante.

 

 

Cari saluti e un forte abbraccio a voi tutti.

 

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 

 

home