EDIZIONE 2001

IL PERCORSO

SALCITO (CB) - PITRACUPA (CB) DURONIA

LE CARATTERISTICHE

- lunghezza Km 20
- quota partenza 575 m. slm
- quota arrivo 850 m .slm
- quota max. 850 m. slm
- quota min. 575 m.slm

IL RACCONTO
di

Claudio Di Cerbo

Foto a cura di ALFREDO CIAMARRA

L'ITINERARIO
di
Enza Santoro

Si parte dalla fontana “Del Trocco” che conserva ancora le pietre “stiulatore” con la faccia rigata ben lisciata dalla fatica di gomito delle lavandaie, quando venivano a lavare panni dell’intero paese.
Siamo ormai nelle colline dell’Appennino con il manto continuo di vegetazione boschivache scende fino al fiume Trigno; le quote altimetriche sono aumentate e l’attività agricola non è stata snaturata per cui il paesaggio cambiaaspetto.
Si percorre un paio di chilometriutilizzando la strada provincialeper Bagnoli del Trigno, un’antica viabilitàche attirasicuramente l’attenzione di Micheleper lepietre miliari con gliettometri , i chilometri, i cantoni.
Salcito, centro sorto ai margini del Tratturo Castel di Sangro – Lucera, posto in posizione dominante sulla sommità del colle,a quota 700 , accoglie la “verde”compagnia.
Le scalinate in pietra, una caratterista del paese invitano a scattarela foto di gruppo con lo scenario della quinta degli edifici, chiusa in fondo dalla facciata della chiesa incompleta. Un edificiodalle grosse dimensioni, diventato cava di pietre lavorate per i locali che le hanno utilizzate per le loro abitazioni, e che non può essere lasciato in abbandono e alla distruzione mache non si riesce a recuperare nonostante i tentavi del parroco.
Bella è anchela chiesadi San Basilio, posta sulla sommità dell’abitato, dalla semplice facciata mache all’interno ha arredi di un certo valore con statue ligneeed un altare con intarsi in legno. Testimonianza arcaica in uno dei vicoli gradinati è una piccola pietrache conserva il dirittodel fornatico dovuto al signoredagli abitanti; poco dopo nella farmacia della famiglia Pietravalle, è stato allestito un museo proprio di fronte al palazzodella stessa famigliagentilizia, conportale dalla bella chiave d arco. Poco distante, stupendo è quello trilobato, chela gioia di Michele, vero esperto di portali e croci viarie,che inizia a dare spiegazioni sulla simbologia del segno, mache dopo qualche istante rimane isolatoin accoratoeriflessivo silenziopensando “ma chi me lo fa fa”.
Il sindaco offre, a nome dell’amministrazione, un “pensiero” insolito:una raccolta di spartiti musicaliche già portava nel titolo un presagio dei futuri accadimenti. Uscendo dal paese, a metà del largo viale sulla sinistra, si utilizza la stradina che saleal collee alla zona sportiva. Il panorama dal cocuzzolo del paese è bellissimo, lo sguardo si spinge e verso la vallata del Trigno a cui fannodasfondo i monti di Capracotta, quelli verso Schiavi d’Abruzzoe, sulla destra, verso le inconfondibili catene dei monti de La Meta e delle Mainarde. E’ uno spettacolo suggestivo deturpato dalla linea elettrica per cui sorge una riflessione personale: quanto costava, come in altri casi, interrarla per non rovinare stupende viste panoramiche?
Dalla zona del campo sportivo, con attigua area attrezzata, si continua a salire sino a quota 850 m supista sterrata; il sole ancora picchia ma la quota rende l’aria più fresca e si respira. Sulla cima, ora la vistaè sul versante del Biferno, si gira adestra, lambendola zona boscosa della cima,in direzione del tratturo Castel di Sangro-Lucera, guidati sempre con perizia dai Cavalieri Triventini.
E’ un tratto ben conservato e lo si percorrere in discesa sino alla chiesetta di S. Nicola nei pressi della Fonte Delli Frassi, ove ci aspetta la degustazione ma ancheunasorpresa.
L’infortunato di quest’anno, dopo Mimmo il disperso dello scorso anno, è Michele,che ha avuto una “carezza”, un po’ troppo pesante,da una splendida cavalla. Ben accudito da Silvio il medicoe sottoposto ai massaggidi una infermiera, Michele si riprende riuscendo a considerare anche le esigenze dei fotografi,illuminando il volto malconcio con un sorriso e rinunciando al “ricovero” al frescodella cappellina.
La festa continuacon pentoloni di pasta e fagioli ed uova sode, una novità piacevole; basta vedere infatti i giochi di prestigio perfarle scomparire eseguiti con maestria da Alfredo, emulo del mago Casanova.
Il sindaco di Salcito è un sindaco un po’ fuori della norma, silenzioso e schivoanche quando consegna a Giovanni i ricordi della giornata.
Il tracciato odierno era stato organizzato per ammirare una splendida fontana, in territorio rurale ma con caratteristiche monumentali e di pregiata fattura architettonica, e visitarepoco oltre la stupenda ed eccezionale, dal punto storico e ambientale, Morgia di Pietravalle, postaalconfine con il comune di Pietracupa.
La morgia, un blocco di pietra, s’ innalza come una cuspide emergendo al di sopra dell’ondulato altipiano, cesellata da antri, caverne e locali ricavati nella roccia abbastanza tenera.
Si sarebbe potuto raggiungere Pietracupa con un percorso prevalentemente in terra battuta che da Fonte li Frassirisaliva verso località Masserie e toccare in sequenza le due testimonianze e ridiscendere lungo un sentiero o per i prati sino al vallone Della Difesa, ma ciò non è stato possibile; Pietracupaèraggiuntain autobus.
A Pietracupa, quota 750 m, abitato dominato dalla Morgia che mostra i segni di utilizzazione per scopi abitativi lungo le pareti,ci riceve il Sindaco che è stato sempre presente nelle passate edizioni ove non poteva passare inosservatoper il suo cappello a tese. Quest’anno è stato sostituito dal copricapo di Galasso, raffinato, in fibre di palma e portato con l’innata eleganza ma che non sembra avere sortito effetti.
Il paese è raggruppato attorno a questa cuspide rocciosa che nasconde alla base, ricavata nella roccia, la fantastica cripta.
Si prende posto nella caverna ed il pathos viene aumentato dalla “omelia” di donOrlando,con fare schietto e deciso,che nella fogaapre il baverobottone dopo bottone;la suamimica ci ricordala simpatica figura del don Camillodella finzione cinematografica, edillustra come il luogo fosse stato sede del tribunale dell’inquisizione, indicando con precisione i luoghi di“sollecitazione” e di tortura. Il suo discorso rimane impresso anche per due concetti chemeritano una nota di attenzione: il riferimento all’operato del Genio Civile, che può essere senz’altro “Genio ma non civile”, per la prassi di demolire tutto ciò che mostra i segni di scarsa sicurezza statica, senza distinzione del valore storico o architettonico, così sono state demolite alcune torri che funzionavano come i fax moderni fra Pietracupa, Bagnoli, Torella, Duronia. L’altro concetto espresso è relativo alla cura nel non buttar e nel valorizzare ciò che in apparenza può sembrare di nessun valore e fa riferimento al piccolo crocifisso ligneo che fa bella mostraappeso alla volta della grotta. Un discorso inappuntabile ad eccezione del neo relativo al luogo di nascita del Santone di Isernia, il papa Celestin o quinto, Pietro Angelerio,i cui natali oravengono rivendicati anche da S. Angelo Limonano. Una nota piacevole ed inaspettata è data dal dolce suono del flauto di Alberto Alberti, le cui dolci note vengono ascoltate da tutti in ossequioso silenzio.
All’uscita il rinfresco conpizzedi ogni genere, frutta e bevande. L’infortunatoMichele ci ha lasciato ed il tempo è cambiato rapidamente. Il sole ha ceduto il posto al nuvolo ed all’uscita del paese è necessario ricorrere agli impermeabili. La pioggia cadelungo il percorso, il colore azzurro dei k-way si snoda lungo la stradina che sale verso le Masserie Mustaccio.
Siamo nel territorio della massa dei camminatori è qualche bicchieredi buon vino mette il buonumore.
Quando si attraversa l’abitato di Duronia, la popolazione, particolarmente attenta a questa manifestazione che ormai ha travalicato i confini regionali, ci riceve con il solito e gradito entusiasmo.
Lo stesso entusiasmo ci accoglie alla contrada Cappiello, sul tratturo Lucera - Castel di Sangro, verso Molise piccolissimo centro abitato, ove il clima non proprio clemente non sconvolge la serata finale organizzata con grossa lavorio dagli abitanti della frazione .


Salcito, Pietracupa, Duronia sono i paesi piccoli, caratteristici, invitanti dell’ultima tappa.
Salcito ci accoglie con la dolcezza della sua aria e la bellezza della sua piazza, con la semplicità del giovane Sindaco, animato da tante idee innovative, contrastanti con le scarse risorse economiche, con la passione del Parroco, cultore dei preziosi reperti storicisottratti all’abbandono.
Un percorso accidentato ci porta sul tratturo, il direttissimo Pescasseroli-Candela, tra le zolle inaridite dalla calura e, nei pressi della chiesetta tratturale, viene consumato un pasto saporito; rinfrancate le forze, si riparte alla volta di Pietracupa.
Lo sguardo è attratto dalla rupe che sembra in bilico, destinata a precipitare ad un soffio di vento, eppure resta salda sull’altura, vigile sentinella dell’ampia e suggestiva vallata, gelosa custode di tesori storici, che Monsignor Orlando illustra nella cripta rupestre, unica nel suo genere.
Ospitale e gentile il Sindaco che si rammarica per la brevità della visita; ma la strada è tanta ed il tempo scorre veloce.
Il commiato è accelerato da un vento impetuoso e da un cielo che minaccia temporali; tuttavia la marcia continua, almeno per i più temerari.
Imperversa la pioggia; l’onda verde diventa blu, avendo ognuno indossato l’impermeabile,e procede abbastanza compatto, arrancando per la strada tortuosa in salita, finchè il profilo di Duronia non allarga il cuore alla speranza della fine della pioggia e della tappa. Ma ancora tanto è il cammino, mentre la pioggia si dirada, si interrompe, sì da dare anche ai più prudenti il piacere di percorrere vivacemente il paese, i cui abitanti ci guardano tra il meravigliato, l’indifferente e di continuare il percorso fino alla Contrada Cappiello, dove l’accoglienza calorosa, il fuoco scoppiettante asciuga la nostra umidità e ci dispone a consumare le pietanze caratteristiche locali con l’allegria di sempre. Lo spettacolo folk dello ‘Scacciapensieri’ sigla la conclusione di un’esperienza edificante, sicuramente da ripetere. L’appuntamento è per ‘Cammina, Molise! 2002’.

Foto a cura di COSTANTINO CIRELLI
Foto a cura di GIANFRANCO ZERBESI
Copyright: A.C. "La Terra"

Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!