EDIZIONE 2000

Il Molise, pur essendo una ”piccolissima” regione, così la definisce Camillo Porzio nella seconda metà del Cinquecento, conserva ancora una sua precisa fisionomia. Questo è uno solo degli insegnamenti che ho ricevuto dalla profonda culturadel Prof. Renato Lalli, uno storico molisano da annoverare tra i grandi della nostra epoca.
E reso consapevole di quanto sia importante conoscere per valorizzare ivari aspetti della nostra regione, ho dato il via alla scoperta dei suoi valori nascosti.
Siamo così al sesto itinerario nel Molise organizzato dall’A.C. La Terra. Il tracciato, dopo le vallate di altura de ”I boschi del Molise Centrale”, “Il letto di torrenti delle Mainarde”, ”I fiumi, i pascoli e le alture del Matese“ e “Le cime dell’Alto Molise“, si è spostato nella parte meridionale del Molise, che nei tempi precedentifaceva parte della Puglia
Bisogna ammettere che l’aspettodel paesaggiodi tipo pugliese ha il suo fascino. Ai luoghi chiusi e impervi, dai bellissimi panorama, si è sostituito un paesaggio più tranquillo, ormai senza punti di riferimento: è l paesaggio che causava ai pastori, che provenivano dai pascoli dell’Abruzzo, la difficoltà di orientarsi e subivano l’equivalente del ”mal di mare” come dice lo scrittore ingleseJohn A. Marino in ”L’economia pastorale del regno di Napoli“. Lo stesso autore dà un’interpretazione originale sulla gestione della pastoriziaed in particolare sulla dogana di Foggia che svolse un ruolo nellafunzione di freno alla crescita economica ed alla amministrazione dei territori con lo sfruttamento razionale della campagna e di conseguenza rallentò anche lo sviluppo spontaneo dell’economia.
Sono spariti i muretti a secco, leseparazioni naturali fra i campi, la varietà dei paesaggi ,le pieghe del terrenosono state “stirate”come un operazione di lifting che non lascia più appezzare i segni e gli acciacchi dell’età, ma qui di acciacchi ce ne sono con un terreno che scende a vallecome una polenta appena fatta.

A Civitacampomarano, proprio il paese di V. Cuoco e di G. Pepe, nonsi riesce ad arrestare lo smottamento, il terreno scappa via da sotto e rimarrà solo la cruna su cuisi stringeranno le case diquelloche resterà dello stupendo paese.
La tipologia dei paesi lascia stupefatti; la pietradomina facciate di edifici e stradee forse sono conservatimeglio di alcuni dei nostri paesi che hanno subito la devastazione del post-terremoto. I nostri hanno assunto l’aspetto di paesi pugliesi:sembra quasi che sui tratturi si sia effettuata la transumanza non delle greggi ma di interi paesi.
L’economia è diversa ed il paesaggio lo testimonia, addomesticato nei secoli; la coltura del granoe del frumento ha uniformato colline e avvallamenti.
Una nuovo modo di trarre vantaggio dalla terra è quello delle grandi distese di prati di girasoli ofrutteti,mele e ciliegie,coltivazioni biologichedi recente impiantate che modificheranno di nuovo il paesaggio,ma sempre ”addomesticato”.
Il paesaggio non perde il proprio fascino quando in autunno, il sole basso crea singolari giochi di luce ed ombre sulla tessitura delle arature, con il grano verde brillante appena spuntato, oin primavera, quando il verde tappeto viene sostituito man mano dalle varietonalità del grano sinoa quello del giallointenso del grano maturo. In estatela cattiva abitudine (ma secondo il parere dei coltivatori necessaria per evitareche le stoppienon marciscano) è quella di bruciare le stoppie trasformando i campi in una terra bruciata e nera.
Un altro spettacolo ugualmentemeraviglioso è il volteggiare di rapaci maestosi, silenziosi che, agitando le ali quel tanto che basta per sfruttare le correnti ascendenti d’aria, numerosi e spesso in coppia, seguono lo sferragliare dei trattori, aspettando che qualche animale esca dalle crepe freschedel terreno rivoltato dall’aratro.
Il camminare in un territorio compreso tra i due fiumi, il Biferno ed ilTrigno, che segnano il confine tra la Puglia e l’Abruzzo, ha permesso di osservare la sostanziale varietà territoriale ed ambientale in pochi chilometri: dall’assolato paesaggio del secondo giorno di camminatalungo il tratturoCelano-Foggia si è passati all’ombra del bosco di Roccavivara.
Anche le testimonianze storico-culturali e religiose non sono mancate comele cripte delle chiese di Triveneto e di Pietracatella, o i palazzi come quello del Valianti di Jelsi odei Cardonedi Castelbottaccio, veri gioielli nascosti, o le cuspidirocciose, vere colonne fra i prati su cui si sono arroccati paesi comePietracupa, o il santuario di Madonna di Canneto e le cappelline di Santa Giusta di Castelbottaccio e di S. Oto sul tratturo, o il castellodiCivitacampomarano.
Questa terra è ricca ugualmente di uomini illustri come Vincenzo Cuoco, Paolo Gamba, Gabriele Pepe, Francesco Jovine.


Copyright: A.C. "La Terra"

Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice della manifestazione naturalistica e socio-culturale cammina, Molise!