Edizione 2002
 
 
 


Il Percorso

GALLO MATESE (CE) - LETINO (CE) - ROCCAMANDOLFI (IS)

Le Caratteristiche

- lunghezza Km 19
- tempo percorrenza ore 6 00
- quota partenza 870 m. slm
- quota arrivo 840 m .slm
- quota max. 1.500 m. slm
- quota min. 840 m.slm

IL RACCONTO

(a cura di CLAUDIO DI CERBO)

ALBUM

(a cura di ALFREDO CIAMARRA e GIANFRANCO ZERBESI)

L'ITINERARIO

(a cura di ENZA SANTORO REALE)

Si riparte per la seconda tappa da Gallo, paese di origine bulgara che si rispecchia nel bel bacino artificiale in cui si riflettono anche le aspre rocce del Colle Pietrauta e l'abitato di Letino. posto di fronte.
Il percorsosi sviluppa lungo la sponda sinistra del lago, guardando Letino, e seguendo la stradina che lo costeggia si arriva dopo circa tre chilometri alla "punta" del lago ove questi si trasforma in un pantano dalla folta vegetazione di tife e di salici .

Il tracciato sin qui pianeggiante ed aperto allo sguardo, pur se limitato dai monti boscosi circostanti, ora modifica le sue caratteristiche e diventa una traccia fra una folta vegetazione in cui piante di "grugnali", i cornioli, cariche dei loro frutti maturi di colore rosso cupo spiccano fra il verde degli arbusti così come i gigli rossi.
Si comincia la salita al fresco, la pendenza è accettabile per circa 1 km, ma lo strappo finale per arrivare alla "periferia" di Letino è spossante

Dal belvedere del paese lo spettacolo del lago è meraviglioso, sullo sfondo dell'abitato di Gallo, dietro le quinte ,fa da sfondo la catena delle Mainarde.
I due laghi di Gallo e di Letino, separati dal un solo colle uniscono le loro acque e insieme al lago del Matese costituisco un trittico di notevole valore paesaggistico e turistico .
Nel belvedere campeggia la statua scolpita da Stolu, scultore naif locale, che riesce a creare opere sfruttando la morfologia della pietra, ha ricavato infatti da un grosso masso scene di carattere la religioso .
A Letino, famoso per i moti rivoluzionari del 1877 e la creazione della prima repubblica anarchica, ci fermiamo in piazza al bar Chè Guevara, dove la signora Concetta ha cucinato in altre occasioni vivande di insuperabile gusto, accompagnati dalla figura di "potestà-tuttofare" Antonio, professore in pensione, la cui massima aspirazione era dedicarsi al pascolo di greggi dopo aver chiuso la carriera scolastica , ed ora instancabile muratore.

Continuando la visita del paese si giunge alla piazza del Municipio ove vi è la piccola croce viaria, delizia per Michele che ha in stampa un libro sulle croci di tutto il Molise, e dove il prete che aderì ai moti di fine '800 parlò al popolo.

I più volenterosi, dietro consiglio, prolungano la camminata inerpicandosi per le stradine sino alla cima del colle su cui si distende l'abitato. Il castello custodisce all'interno della antica cinta muraria, conservata in tutto il perimetro, l'area cimiteriale.

Il suo aspetto è inusuale con le sepolture site a terra in modo non rigido, non si rispetta una geometria ma le tombe sono disposte in modo casuale secondo le possibilità offerte dal terreno tra le rocce emergenti.

L'ospitalità è calorosa con un primo piatto a base di pasta e fagioli, e soprattutto si ringrazia la Pro-loco per il clima che è riuscita a creare.

Varrebbe la pena di visitare il piccolo lago, anch'esso artificiale che raccoglie le acque del fiume Lete che scorrono all'uscita in una grotta detta del Cavuto. In essa vi è anche il ramo fossile, che con un effetto scenografico veramente spettacolare, da un grotta alta 50 metri su una parete verticale le acque effettuano uno scivolo di un centinaio di metri.
Il tracciato della vecchia condotta, completamente scavato nella roccia, è ancora praticabile e una volta era anche utilizzato dai somari e muli, dopo circa un chilometro si apre sulla vallata di Valle Agricola.

Come al solito ci si attarda nella degustazione e si riparte per un tracciato, già noto ad alcuni di noi, che raggiunge Roccamandolfi.
Partendo da Letino i più attenti avranno osservato delle piccole Via Crucis su mattonelle di ceramica posizionate sui muri delle abitazione, tanto splendide e di buona fattura quanto mal conservate o ricoperte da una patina di pittura bianca. Da queste pagine rivolgiamo un appello all'Amministrazione per il loro recupero.
All'uscita dell'abitato, la strada inizia ad arrampicarsi, ci aspetta una bella sgroppata dovendo prima salire a quota 1.500 ed il tempo sembra non promettere bene per una brezza che ci accompagna.
Il primo versante, privo di vegetazione, ha ampi tornanti e la visione del lago appare sempre più lontano e cede il passo al bosco di faggi. Le piante ad alto fusto chiudono il cielo che si intravede appena con una leggera striscia azzurra.
Il lungo tragitto, in totale oltre 13 chilometri, si svolge fra questo polmone verde senza soluzione di continuità, interrotto solo da prati e radure che sino a primavera inoltrata diventano un tappeto di violette gialle e azzurre, di orchidee di vario colore che ricoprono integralmente il manto erboso ed a cui sicuramente Missoni si sarà ispirato per i suoi prodotti (maglioni e tessuti). In essi pascolano tranquillamente bovini e cavalli allo stato semibrado. E proprio a metà del sentiero, in un semplice stazzo formato da tronchi di legno, troviamo un pastore che con tecniche ataviche, recipiente fra le gambe e seduto su uno sgabello ricavato da un biforcazione di un albero, procede alla mungitura
Più in alto è sviluppata anche la pastorizia ed il comune di Roccamandolfi ha intrapreso una politica non solo di sviluppo della zootecnia ma soprattutto di miglioramento delle condizioni di vita dei pastori spesso costretti a vivere in tracce di rifugi in pietrame a secco alla meglio rabberciati con coperture in teli di plastica e avviare la realizzazione di piccoli rifugi in pietrame.

Il percorso è ben segnato da pali e cartelli indicatori e segnapassi apposti dalla Amministrazione utilizzando i fondi CEE. Inizia farsi sera e quando si giunge al pianoro di Campitello di Rocca si decide con i primi di proseguire sul tracciato carrabile molto più lungo ma individuabile anziché imboccare un sentiero molto più breve ma che avrebbe potuto creare qualche problemi alla retroguardia indietro di circa un ora.


La lunghezza del tragitto ci farà giungere nella piazzetta a sera. In essa si accede da un antica porta ai lati sono posizionate su basi in pietrame le "misure" in uso sino a non troppi decenni or sono.

Nonostante la tarda ora ed il notevole ritardo è ad attenderci il sindaco D'Andrea che ci accoglie con la solita gentilezza come in altre occasioni, tralasciando qualche incomprensione sorta per il ricovero dei cavalli.
Ormai è sera, stanchi anche dal lungo percorso, e non ci si attarda per la degustazione dei prodotti locali e soprattutto dei latticini.

 

Dalla provincia di Caserta alla provincia di Isernia attraverso percorsi, che racchiudono una storia densa di eventi luttuosi ed eroici, ben noti ai Briganti, i quali, spesso perché angariati dal potere, si mettevano fuori della legge e si nascondevano nelle montagne del Matese, cercando riparo nella natura, la più impervia ed inaccessibile e traendo da essa la forza di resistere agli attacchi, il coraggio di sopportare gli stenti e le fatiche quotidiane.
Un cielo incerto, ora minaccioso, ora ridente fa temere che la pioggia si riversi pesante, ma solo poche gocce cadono ed il clima è favorevole ad una marcia che risulterà molto faticosa.
Raffinata questa volta la colazione a base di dolcetti e rustici di moderna fattura offerta dalla famosa pasticceria D'Abate di Isernia.
Luogo di convegno è Gallo Matese, a cui il lago artificiale ha portato nel passato lavoro e benessere, condizioni positive venute meno quando la centrale elettrica non è stata più usata. Il lago, costruito con lo sbarramento del fiume Sava nell'invaso naturale dell'ampia dolina, ha costituito una fonte di ricchezza, come erogatore di energia, ed attende, oggi, il salto di qualità, per essere attrezzato come centro di attrattive turistiche; è questo che attendono i pochi Gallesi rimasti, rappresentati dal Sindaco che racconta con rapide battute la loro storia e ripone la speranza del futuro sviluppo nelle risorse naturali: luoghi boscosi con le distese di quinte montane variamente modellate e con la freschezza delle acque pure.
La passeggiata è piacevole e conduce agevolmente a Letino, dove la compagnia fa il suo ingresso gioioso con suoni e balli coinvolgendo nel dinamico corteo la gente del paese contenta e incredula che finalmente il 'paese morto' si rianimi con un'ondata di persone allegre recanti una nota di vivacità e di speranza.'
Il ballo in piazza attira gli abitanti e soprattutto i più anziani rispondono lieti agli inviti di ballo e si abbandonano al vivace ritmo della quadriglia.
La visita al centro storico ha come meta il Castello-Cimitero, cosa davvero inedita, un ibrido che produce un effetto strano: le tombe reclamano silenzio e preghiere, i nomi, i volti delle foto incuriosiscono, ma la consapevolezza di essere in un Castello sollecita a ricercare i segni delle antiche mura e delle torri, a salire nella parte più alta, donde la vista superba del luogo suggestiona e conquista i sensi e la mente.
Con l'immagine avvincente della forte natura si torna dove, sotto la minaccia di una pioggia che non esploderà, è pronta l'accoglienza gastronomica; gustosa la pasta e fagioli offerta con generosa abbondanza insieme con pane e salsiccia e con il nettare di Bacco, mentre 'la fila di assaggiatori' è interminabile.
Breve e bene augurante il commiato del Sindaco, orgoglioso di aver ospitato un'ampia rappresentanza di visitatori, auspicio che la valorizzazione turistica del territorio costituisca una risorsa morale ed economica, capace di arrestare l'esodo dei giovani.
L'itinerario pomeridiano viene indicato dagli esperti che incoraggiano ad affrontarlo: è lungo, ma con pendii dolci da percorrere senza affanno e la montagna di Roccamandolfi è favolosa.
Non si può rinunciare ad un incanto straordinario e si affronta il Matese con alacrità, per raggiungere la meta a notte inoltrata con la stanchezza segnata sul volto, ma con la gioia di aver partecipato.
La salita si percorre in allegria, il bosco offre un morbido tappeto di foglie e conquista per la fitta vegetazione e per le faggete, che il Prof. Lucarelli esalta con ammirazione; intanto una curva dopo l'altra inizia la discesa infinita; curva dopo curva, la meta sembra irraggiungibile, mentre il sole tramonta e le tenebre incupiscono gli animi, rendendo la fatica ancora più intollerabile.
L'arrivo sparso dei marciatori, la stanchezza, l'impossibilità per i cavalli di passare attraverso le strade sdrucciolevoli impediscono il solito ingresso vivacizzato dal suono dell'organetto e dal ritmo di danza, deludendo gli abitanti preparati all'accoglienza; tuttavia gli 'scacciapensieri non mancano di esibirsi, mostrando una resistenza eccezionale.
Con avidità ed apprezzamenti lusinghieri vengono gustati i prodotti locali: insaccati e gustosi formaggi.
E' allestito in piazza uno spettacolo con Nino Ricci, che, però, viene disertato, perché tanta è la stanchezza, inaccettabili ulteriori soste, il che lascia scontenti i marciatori, quelli instancabili, ed i Roccolani che speravano di godere una serata rallegrata da una presenza così consistente e viva.

 

 

 

Gallo Matese
Insieme alla Pro Loco

Gallo, arrivederci!
Gallo-Letino
Si sale con la vista del lago di Gallo
Cattedra Itinerante e ...
Letino
Ingresso al paese
Festa in Piazza

In Visita al Paese

Familiarizzazioni

I Saluti

Letino-Roccamandolfi
Si esce da Letino
Nel Bosco sul Matese
Roccamandolfi
In Piazza davanti alla Croce litica
Al coperto balli e ...
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