"Suono Bianco": singolare progetto audio-visivo

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Caciocavalli a ritmo di musica elettronica. Il latte che diventa formaggio è un’opera d’arte

da primonumero.it

11 maggio 2016

«Tutto – spiega Serena, 26 anni, la più giovane della famiglia - è nato da un’amicizia in Comune con due maestri esperti di musica elettronica e quello che sembrava un qualcosa di insolito o di impensabile è diventato, gradualmente realtà: riscoprire la tradizione con nuovi linguaggi senza stravolgere il senso della lavorazione di un prodotto come può essere il caciocavallo oppure la stracciata». Succede ad Agnone, uno dei punti chiave del Molise per queste produzioni. Qui la famiglia Di Nucci, che vanta una lunga esperienza del settore, ha condiviso un singolare progetto. Al centro c’è proprio il «viaggio» che il latte compie in questo procedimento scandito da suoni, musiche e movimenti che offrono un nuovo linguaggio artistico. È nato così, con gli artisti Roberto Doati e Maurizio Goina, un raffinato progetto audio-visivo, combinazione inedita di suoni, “rumori” e immagini della produzione casearia.

 Il progetto partito dall’incontro tra gli artisti, il titolare del Caseificio molisano Franco Di Nucci e sua figlia Serena, con l’obiettivo di esplorare il mondo della lavorazione artigianale del latte – che nel Caseificio Di Nucci viene portata avanti da 11 generazioni - attraverso linguaggi inediti. «È stato così plasmato – spiegano i responsabili - il video musicale ‘Suono Bianco’: esperimento originale di musica elettronica prodotto con i suoni naturali e i ‘rumori’ che dominano i pascoli di bestiame sulle montagne dell’Alto Molise, la lavorazione del formaggio nel laboratorio caseario Di Nucci, la filatura della pasta, i vapori, i gesti quotidiani che ci sono dietro alla creazione di un Caciocavallo, della Stracciata, ricotte e scamorze, a cui ancora oggi si dà forma con le mani, attraverso un sapere tramandato dagli antichi antenati».

Cosa succede? «La pasta che dà vita ai formaggi diventa materia prima di sculture. E da quest’arte nascono i suoni, combinati con maestria dagli artisti, fino all’opera finale. Il video musicale ‘Suono Bianco’ è una drammaturgia in cui i suoni si mescolano con le immagini in un percorso artistico ed emozionale unico nel suo genere». È stato suddiviso in cinque momenti, definiti come «ambienti musicali», statici e ritmici in alternanza: il momento musicalmente statico del pascolo, quello dinamico della produzione, poi ancora quello statico dei liquidi e delle forme, passando alla tensione produttiva di una parte girata con GoPro, fino ad arrivare alla calma della stagionatura e della masticazione. I cinque «ambienti musicali» sono rappresentati dalla metafora della forma di un caciocavallo, con all’interno cinque spazi sonori diversi, in cui è indicata intensità, altezza e timbro.

Il progetto è stato presentato in anteprima all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), dal professore di Estetica del gusto dell’UniSG Nicola Perullo, Antonella Campanini, storica dell’alimentazione dell’UniSG e proprio Serena Di Nucci, responsabile della comunicazione del Caseificio Di Nucci di Agnone, Roberto Doati, compositore ed esperto di nuove tecnologie, responsabile del dipartimento di musica elettronica del Conservatorio di musica ‘Niccolò Paganini’ di Genova, Maurizio Goina, ricercatore e compositore audio-visivo del Sound and music computing team del KTH Royal  Institute of Technology di Stoccolma.

 Il video musicale “Suono Bianco” sarà in un secondo momento parte di un’istallazione nel Museo aziendale del Caseificio molisano, in modo che sia fruibile a tutti e possa essere motivo di attrazione per la visita in Alto Molise da parte di turisti ed estimatori del mondo caseario provenienti da tutta Italia.

«E’ un percorso di formazione e conoscenza – aggiunge Serena – che portiamo avanti da quasi dieci anni coinvolgendo le scuole, i turisti e quanti vogliono avvicinarsi al mondo della produzione casearia genuina e incontaminata riscoprendo nuovi linguaggi che non stravolgono affatto un lavoro consolidato». E nel tempo in cui è acceso il dibattito più o meno serio sull’esistenza del Molise, per chi non conosce o, forse, non ha mai sentito parlare di questa regione, Serena la mette così: «Noi ce la mettiamo tutta per promuovere e far conoscere la terra che amiamo. Se qualcuno nutre qualche dubbio sull’esistenza del Molise, può tranquillamente venire ad Agnone, e probabilmente resterà così estasiato dalle nostre bellezze che non ripartirà più o, comunque, sarà un arrivederci anche a suon di musica elettronica». (FO)

da primonumero.it