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Il paradosso del paese molisano tra i più piccoli

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Molise, decine di migliaia di ‘registrazioni’, ma il paese per internet… non esiste

di Maurizio Cavaliere (da primonumero.it)

7 marzo 2024

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Comparando i dati sulla superficie per chilometri quadrati (5,2) e il numero di abitanti (146, ne hanno di meno solo Castelverrino, Provvidenti, San Biase e Castelpizzuto) possiamo affermare senza tema di smentita che Molise è il paese più piccolo del… Molise.

L’omonimia tra borgo e regione affonda le radici nel periodo storico che ha dato i natali al Contado di Molise, un passato che fu importate per il paesino posto a 868 di altitudine (la massima sfiora i mille metri) fra Torella del Sannio e Frosolone. Erano migliaia gli abitanti dell’area quando il feudo si sviluppava a ridosso del castrum, posto a controllo del territorio. / 00:16

Ma il tempio cambia tutto, spesso non in meglio. Così, la popolarità di Molise è scesa via via ai minimi storici, così il numero degli abitanti. Implacabile l’azione erosiva dello spopolamento, accentuata da una precarietà infrastrutturale che ha minato nel temo le certezze della comunità molisana, nell’accezione non regionale, s’intende.

C'è poi un aspetto ancora più deleterio da sottolineare ai giorni nostri: è la già citata perfetta corrispondenza con il nome della regione, che ha portato a una singolare contraddizione.

Nella civiltà digitalizzata dominante dei new media, in cui siamo irrimediabilmente piombati, è infatti complicatissimo trovare notizie online sul paese. Qualsiasi riferimento a Molise, hashtag compresi, porta alla regione. Molise (il paese) è praticamente fagocitato dal suo stesso nome. Per il medesimo motivo tantissime persone (centinaia di migliaia sommando tutti i social) si sono ‘registrate’ a Molise paese, confondendolo con il Molise regione. Praticamente l’icona della localizzazione finisce su un borgo sconosciuto all’insaputa di chi vorrebbe testimoniare il suo passaggio nella regione che esiste-non esiste, a seconda dei punti di vista.

Molise e Molise come due facce della stessa medaglia, ma a farne le spese è soprattutto il paese che si chiama come l’intera regione.

Un motivo per parlarne noi lo troviamo volentieri per il tramite di questo paradosso. Ma non basta per rendere omaggio al paese che (unico in Italia) si chiama come l’intera regione. Serve una visita (venti minuti d’auto da Campobasso valgono un giretto) e, magari, prima un po’ di informazioni di interesse. Eccone un paio.

L’ara pagana con incisione in lingua osca
Tra i must-see di Molise c’è la pietra ritrovata in località Madonna del Piano, originariamente posta presso il santuario omonimo, oggi conservata nella sala d’ingresso del Municipio.

Si tratta di un blocco monolitico di pietra calcarea chiara, datata III secolo avanti Cristo, sul cui frontale è visibile un’iscrizione in carattere osco.

L’incisione ha suscitato grande interesse, sfociato in due possibili interpretazioni. Il Carabba nel “Giornale degli scavi di Pompei” interpreta la scritta come una dedica, nel senso di “Banna Betizio, figlio di Banna, profferse”. Nell’altra interpretazione, l’incisione si traduce come “bantis. betis bantis. meddìs prùffed”, secondo cui Bantis (capo dei sanniti Pentri), sommo magistrato, della famiglia Betitis di Bantis (prenome del padre) approva.

Nella parte superiore, l’antichissima ara pagana, utilizzata nel Medioevo come base della chiesa, presenta un incavo a foggia di mortaio, tipica concavità per la raccolta del sangue delle vittime che venivano sacrificate. Vi è inoltre una base rettangolare che serviva a tenere fermi gli animali durante il rito di ‘sacrificazione’ in onore delle divinità. Qualcosa di prezioso, insomma, non solo per chi ama l’archeologia.

Il castello detto Palazzo
Del vecchio impianto è rimasto poco. Ha pianta quadrangolare, con una torre semicircolare che si conserva nell’angolo sud-occidentale e una rotonda nell’angolo sud-orientale. Ricostruite le strutture murarie. E’ di proprietà demaniale (fonte Atlante castellano del Molise – sezione regionale dell’Istituto Italiano dei castelli). Attorno a questo luogo si è sviluppata la storia di Molisium, menzionata nel privilegio del 1130 con il quale papa Anacleto II concesse a Ruggero II la corona di Sicilia. Nel 1270 Carlo I d’Angiò concede a Ugone Eraldo metà del castrum Molisii. Due secoli dopo (1478) re Ferrante concede il feudo a Giovannella di Molise, moglie di Alberico Carafa la cui famiglia resta legata al feudo fino al 1547. Di seguito il diritto sulla tenuta passa alle famiglie Cosco, poi i del Tufo, de Attellis, de Blasio, Battista, Marchetta, infine ai della Posta. Ultimo titolare Filippo Della Posta, vissuto nel XIX secolo durante il periodo della restaurazione borbonica e delle repressioni del brigantaggio. La famiglia della Posta Covelli si è estinta nel 1945 con la morte di Camilla, baronessina di Molise

di Maurizio Cavaliere (da primonumero.it)

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