Isernia: la Fontana dei misteri

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Ripreso il discorso per pubblicare “La Fraterna di Isernia”

di Franco Valente - fb

20 febbraio 2023

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Nel Molise non mancano gli argomenti per far conoscere il patrimonio artistico e storico del territorio.
Mancano le pubbliche amministrazioni che sostengano iniziative editoriali.
Le eccezioni confermano la regola.
Un esempio clamoroso è la Fontana Fraterna, simbolo della Città di Isernia, che non è stata mai considerata meritevole di una adeguata pubblicazione.

Ci proviamo con REGIA EDIZIONI e con il sostegno della Pro-Loco Città di Isernia.
Un primo incontro informale con il Presidente Davide Avicolli è servito a porre il problema e avviare una ipotesi di lavoro.
Non solo per pubblicare le notizie storiche del monumento, ma anche per effettuare una ricognizione del vasto patrimonio grafico e fotografico del passato che è patrimonio di collezionisti privati di cui darò notizia a tempo opportuno per non dimenticare nessuno.
Per il rilievo fotografico si è immediatamente messo all’opera Pino Manocchio non appena ha saputo dell’iniziativa.

LA FRATERNA DI ISERNIA
La Fontana dei misteri.

Nel 1744 la Fontana Fraterna non esisteva. Celestino V non c'entra con la sua edificazione. Come non c’entra Ponzio Pilato.
Chi l'ha progettata?

Credo che sia il momento di fare chiarezza sulla storia di questo monumento misterioso e cercare di capire qualcosa di più.
Vi sono troppe anomalie in una composizione architettonica che, invece, complessivamente sembra essere quasi perfetta.
Addirittura (e l'ho dimostrato quando una quarantina di anni fa pubblicai il mio volume su Isernia) il suo prospetto è costruito su moduli armonici di origine pitagorica.
Man mano che passa il tempo mi convinco che fu un geniale architetto del XIX secolo il vero progettista di questa bellissima fontana.
Così i dubbi che qua e là evitavo di evidenziare, ora mi sembrano certezze ed è giusto che non rimangano nascosti.

Che la Fontana Fraterna sia frutto di un assemblaggio di pezzi romani e medioevali è cosa nota. Non è chiaro il periodo in cui tale assemblaggio sia stato fatto. (F. VALENTE, Isernia, origine e crescita di una città)

Ermanno Turco nella sua storia di Isernia riporta, a proposito della topografia e delle condizioni edilizie della città, uno stralcio della relazione che il “tavolario” don Casimiro Vetromile aveva fatto per la valutazione dei beni demaniali in occasione di una causa tra gli amministratori locali e il R. Fisco, conclusasi nel 1744.
Tra le altre cose vengono elencate le fontane:
“A fronte della quale strada (corso Marcelli) da dentro detta Città vi sono sette pubbliche fontane di ottime e fresche acque perenni si d’In¬verno come d’Està. La prima di tre cannuoli vicino la Porta superiore detta da capo; la seconda di cinque cannuoli, attaccata all’attrio di detta Cattedrale; la terza di un solo cannuolo avanti la chiesa della SS. Annunziata; la quarta simile chiamata la fontana di S. Tomaso, attaccata all’angolo del Palazzo della Camera Principale. La quinta simile davanti la chiesa del Purgatorio, la sesta di due cannuoli attaccata al Monistero detto di S. Maria e la settima che è di un solo cannuolo avanti il Monistero de’ reverendi Padri Celestini; e da fuori le muraglia di essa Città, poco discosto dalle medesime, vi sono altre due scaturagini di acqua perenne d’Inverno e d’Està, una dalla parte di oriente e l’altra da occidente, che sono chiamate le fonticelle”.
La descrizione è piuttosto sommaria, ma appare strano che non vi sia alcun riferimento ad una fontana con sei o sette cannelli, quanti sono o erano quelli della Fraterna.
Nel punto n° 2 della planimetria del Masoni, e cioè “vicino la Porta superiore”, viene posta dal Vetromile una fontana di tre cannuoli.
Appare evidente che non può trattarsi di quella che vi è oggi.
Inoltre il Vetromile dice che un’altra fontana cioè “la seconda di cinque cannuoli”, era “attaccata all’attrio di detta Cattedrale”.
Purtroppo si è persa una grande occasione quando, pochi anni fa, si è proceduto al suo smontaggio e una sua discutibile ricostruzione. Senza dare importanza, peraltro, alle anomalie dei suoi capitelli.

di Franco Valente - fb

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