Cassino: una foto storica

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Ricordi ottocenteschi

di Centro Internazionale Giovanile Anne Frank-Cassino - fb 

01 Febbraio 2024

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La foto che posto ha un valore storico. Risale al 1875-1880, quando il fiume Rapido, che proveniva dalle Mainarde, fluiva lungo la provinciale di Sant'Elia e Atina, riceveva le acque del torrente S. Silvestro a Porta Piedimonte, dove alimentava la centrale elettrica alle spalle del Convento dei Domenicani, poi si biforcava e un ramo, che prendeva il nome Vilneo, raggiungeva S. Pasquale, riceveva le acque del Rio Saetta, traversava la Casilina e la ferrovia, mentre l'altro ramo, cioè il Rapido, si dirigeva verso il centro di Cassino, traversava il Piazzale dei Platani, scorreva lungo Via Circonvallazione (oggi Via Marconi), rasentava il giardino del Palazzo curiale e si dirigeva verso gli Orti di S. Francesco (oggi villa comunale) al di là di Corso Umberto.
Questo tratto fu interrato in un anno successivo alla foto ( dove vi si vede il corso del fiume Rapido lambire le mura del Palazzo della Curia, traversare Via Rapido e scavalcare Via Varrone). L'interramento avvenne all'altezza del Quadrivio degli alberghi (oggi crocevia Corso Marconi-Via Enrico De Nicola). Le acque alimentavano dopo il crocevia il Mulino Macari, mentre il Mulino Bindi e il Mulino Masia, negli Orti di S. Francesco, erano alimentati dal fiume Cauto che scorreva sotto Palazzo Danese e De Feo, superava Via Varrone, rasentava gli Orti di Petrarcone e raggiungeva Corso Umberto (oggi Corso della Repubblica).
Nel 1893 questa rete di fiumi, torrenti e sorgenti (ne affioravano 15.000 nel territorio cassinate che fornivano acqua a varie fontane) divenne la tragedia della città perché si gonfiarono a dismisura in seguito ad intense piogge che caddero sul territorio incessantemente dalla mattina del 12 Novembre fino al mattino successivo del 13. La falda nord-est di Montecassino e Monte Maggio chiamata "Creta Rossa", si sfaldò e vennero giù enormi pietre, macigni e terreno rosso fangoso che rovinarono nel torrente S. Silvestro che, provenendo da sotto le pendici di Montecassino, si gettava nel Vilneo. Questo torrente, già rigurgitante di acqua turbolenta, istradò la massa di pietre e fango dapprima verso la chiesa dello Spirito Santo, in Piazza Francesco De Santis. La porta venne scardinata dalla violenza delle acque e la navata fu inondata, rovinando tutte le suppellettili. Gonfio di questo nuovo materiale, la massa d'acque continuò con un rumore pauroso la sua rovinosa corsa verso il centro città raggiungendo il Palazzo della Curia, dove era al lavoro al primo piano il notaio. Fu salvato per miracolo e issato ai piani superiori. Infine la piena corse verso il Couto, trasportando panche, sedie, arredi sacri, masserizie animali domestici e da cortile affogati, e utensili vari. Questa massa vorticante di oggetti rovesciò due carri che erano fermi vicino ai Palazzi Danese e De Feo, facendoli cadere nelle acque, il cui deflusso fu ostruito.
Questa ostruzione minacciò seriamente tutto il resto della città. La furia delle acque aumentò e si placò soltanto quando un ardimentoso sorano si calò in quell'inferno liquido e riuscì miracolosamente a rimuovere l'ostacolo e a far riprendere il deflusso. Ciononostante vi furono cinque morti, tutte le botteghe, comprese le panetterie, furono invase dalle acque e le abitazioni dei poveri nel rione Costa-San Silvestro e nei rioni bassi furono travolte. Gravi danni subirono operai e artigiani, meno i signori che abitavano nei rioni sopraelevati. Verso le tre giunse notizia del grave disastro ferroviario avvenuto in località Tre Ponti, a pochi chilomentri da Cassino, in contrada Pietà. Il treno si era ribaltato e i vagoni erano finiti nel Rio dell'Inferno le cui acque erano alte a causa delle piogge. Morirono affogati decine di viaggiatori e vi furono centinaia di feriti. Il livello delle acque a Cassino raggiunse i due metri e la chiesa di Santa Maria delle cinque torri e la Chiesa Madre si trasformarono in una cisterna d'acqua.
Gli abitanti rimasero senza viveri e dovettero arrivare i soccorsi da Piedimonte S. Germano e da Aquino per sfamare innazitutto bambini e donne. I mulini non furono la causa diretta dell'ingorgo che si era creato in località Ponte (si chiamava così il quartiere dove era Palazzo Danese e De Feo e il Quadrivio degli Alberghi (oggi Piazza Marsella), ma si pose il problema di come questi tre mulini potessero diventare un pericolo per il corretto deflusso delle acque sia del Rapido sia del Couto, mentre le sorgenti delle Chiese di S. Germano e della Chiesa del Riparo (o di Santa Maria delle cinque torri) scorrevano sotto Via Condotti.
Nella foto si vedono decine di donne di Cassino che lavano i panni nelle acque del fiume Rapido. 
Quando fu interrato si dovette costruire un apposito lavatoio pubblico in Via Arigni. 

di Centro Internazionale Giovanile Anne Frank-Cassino - fb 

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