Duronia: strane vicende amministrative

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Franco Adducchio 

31 Gennaio 2024

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Molti anni fa nel dopoguerra, quando l’Italia correva verso la ricostruzione, c’era una spesa oculata, ma c’era anche una spesa “allegra”. 
Credevo di averne viste già tante nella mia vita, ma il “peggio” non è mai morto.
Credo opportuno dire cose che forse alcuni già sanno. Ritengo necessario ripeterle, scusandomi con chi già è informato. Quando in passato il sindaco, dopo i risultati elettorali, veniva scelto dai consiglieri eletti all’interno di loro stessi, i consigli comunali erano più vivaci. C’era maggiore discussione, anche se comunque si creavano schieramenti basati sugli interessi. La maggioranza e la minoranza non erano fissate dalla legge elettorale e nel corso del mandato era possibile che gli equilibri si modificassero. Le cose sono cambiate con l’elezione diretta del sindaco. La maggioranza è fissata dalla normativa, pari a sei consiglieri più il sindaco, mentre la minoranza, quando c’è, è definita da soli quattro eletti. I consigli comunali ormai durano solo pochi minuti, il tempo necessario alla maggioranza per ratificare le decisioni già prese in precedenza. La minoranza, quella attiva, dovrebbe esercitare il controllo sugli atti, ma non può far altro che un’attività di denuncia e di informazione. In questa situazione i consiglieri di maggioranza, quasi sempre, sono sottomessi al sindaco, che li utilizza solo per ratificare le sue decisioni. Questo sistema, nei piccoli comuni, ha distrutto la capacità di discutere. Ha distrutto il confronto a tutto vantaggio della figura di uno solo al comando. Tutto ciò mi induce a suggerire, per chi volesse impegnarsi nella prossima vicenda elettorale, di organizzare una squadra di candidati che non siano solo dei “fantocci”, ma che abbiano delle competenze su alcune aree di interesse indirizzate agli obbiettivi che si intendono perseguire. Se poi questi obiettivi maturassero con una discussione pubblica sarebbe il massimo. Chi dice che i vecchi non sono più in grado di sognare? Alla mia età sogno ancora una democrazia vera. Dunque, un uomo solo al comando: se tale individuo è marcio che cosa potrebbe succedere?
Devo dire in breve qualcosa anche sulla gestione finanziaria del comune. Tale gestione ha due aree di interesse. Semplificando c’è quella ordinaria e quella straordinaria. Quella ordinaria serve al funzionamento stesso del comune e serve ad erogare i servizi. Deve sostenere le spese del personale impegnato nelle varie mansioni e deve sostenere le spese per i servizi: illuminazione, consumi idrici, smaltimento dei rifiuti, piccole manutenzioni e quant’altro occorra di ordinario. Questa gestione si basa sulle entrate dei tributi e sui trasferimenti di risorse provenienti dalla Regione e dallo Stato Centrale. Nel tempo le entrate dei tributi sono diminuite per la riduzione delle residenze e sono diminuiti anche i trasferimenti. Lo Stato Centrale, in perenne situazione di complessità finanziaria, ha spesso scaricato sugli enti locali le sue difficoltà. Lo Stato avrebbe fatto meglio ad organizzare le proprie funzioni per ridurre lo sperpero delle risorse, come dirò più avanti. E’ abbastanza evidente poi che l’amministrazione del nostro comune non si è mai preoccupata di gestire con saggezza le risorse che riceve. C’è un capitolo, che lascio per il momento aperto, su come viene gestito il personale e, soprattutto, su come sono gestite le manutenzioni fatte agli amici.
C’è poi la gestione finanziaria straordinaria che spesso può contare su fondi consistenti. La sua gestione è piuttosto semplice e non richiede una grossa capacità, ma solo un po’ di saggezza. Sia lo Stato Centrale che le Regioni attivano dei bandi su misure di finanziamento con determinate finalità, bandi ai quali i comuni possono accedere mediante una richiesta di partecipazione. Negli ultimi tempi lo Stato Centrale ha promosso molti bandi sia per rivitalizzare l’economia in seguito al Covid e sia per spendere i fondi del PNRR. Anche qui lascio il capitolo aperto. Ritengo che si sarebbe dovuto fare di meglio al fine di destinare le risorse ad iniziative più adeguate alle esigenze. Ricordo che le risorse sono di noi tutti e rappresentano, per lo più, dei debiti contratti per il futuro. Per i comuni non è un’operazione difficile quella di inoltrare la richiesta di partecipazione ad un bando. Lo schema della richiesta, di solito, è già fornito con la pubblicazione sulla gazzetta dello stesso bando. Per di più ci sono i così detti facilitatori/tecnici che aiutano a compilare le richieste. Naturalmente non lo fanno in modo gratuito.
La partecipazione ai bandi dovrebbe essere fatta con un po’ di discernimento, ma purtroppo non è così. È anche evidente che più un comune risulta svantaggiato e più avrà facilità di ottenere i fondi attraverso alcune graduatorie a punti compilate dalla burocrazia dello Stato e basate sulle notizie ricevute dalle domande di partecipazione. Credo che lo Stato farebbe molto meglio a verificare non solo il mucchio di carte che gli arrivano con le richieste, ma anche la loro consistenza calata nella realtà dei luoghi e delle situazioni. Il guaio ulteriore è che lo Stato non esercita nessun controllo su come vengono spesi i fondi. C’è solo un controllo burocratico fatto sui pezzi di carta. Anche il controllo dell’opinione pubblica, in alcune situazioni, è del tutto assente. In questo modo nasce il “Paese della Cuccagna”, dove regna la spesa per la spesa…e che spesa!!!
Occorre ora fare una riflessione di fondo. In un Paese ridotto all’inesistenza, probabilmente con meno di 200 residenti regolari e concentrato, nel periodo invernale, in non più di 70/80 presenze, è utile spendere circa quattro milioni di euro per il funzionamento del centro storico? Il Paese, per essere salvato, ha bisogno di riprendere un’attività primaria che inverta la sua corsa verso lo spopolamento. Occorre pensare allo sviluppo ed al lavoro. Scegliere di destinare tante risorse senza un progetto di attività produttiva è un’assurdità dello Stato Centrale, ma è anche un’azione colma di immoralità da parte di chi la mette in atto a livello locale. Non è difficile pensare che le risorse attirino gli appetiti ed accrescano il potere di chi dispensa la loro torta, in una totale mancanza di visione e di progettualità per il futuro.
Prima di arrivare alle conclusioni, riferisco un piccolo fatto al solo scopo di mostrare quanto sia indispensabile avere una visione del futuro verso cui indirizzare le poche forze rimaste. Il Paese non si salva senza un progetto. Nel 2022 ho avuto il piacere di confrontarmi con alcuni giovani del Paese. Alessio Manzo, Federico Morsella, Valerio Berardo e Mauro Placido di Torella. Abbiamo cercato di capire che cosa potessimo fare per dare un aiuto al territorio con un’iniziativa produttiva. E’ nata un’idea che abbiamo accarezzato. Produrre e commercializzare fagioli e lenticchie. L’idea era sostenuta dalla constatazione che, in Italia, la produzione dei fagioli non soddisfa la richiesta del mercato che, di conseguenza, si rivolge ai produttori esteri. Ne è nato un progetto di cooperativa. Dopo aver iniziato la produzione, abbiamo sperato che si potessero attirare tutti quei proprietari di terreni, più o meno incolti, che circondano le nostre aree. Abbiamo deciso di fare dei campi sperimentali sia a Duronia che a Torella, allo scopo di verificare la qualità della produzione e l’eventuale disturbo dei cinghiali sulle colture. Per eseguire queste verifiche sono stati impiegati poco meno di cinque ettari di terreno. La produzione è andata bene, soprattutto quella dei fagioli. L’esperienza ha evidenziato l’impossibilità di organizzare la raccolta a mano, volendo pianificare un programma di coltivazione su un più consistente numero di ettari. Abbiamo così individuato una macchina specifica per la raccolta automatica il cui costo si aggira intorno a cinquanta mila euro. I miei giovani amici, senza un sostegno pubblico, non se la sono sentita di procedere con l’investimento. Ora, vedendo quante risorse sono spese senza un vero obiettivo, al solo scopo della spesa per la spesa, mi piange il cuore. Di seguito farò un elenco di questi fondi, sui quali comunque si dovrà tornare. La somma complessiva è pari, per difetto, a circa otto milioni di euro.
In buona sostanza il “Nessuno” (ricordate Ulisse), solo al comando, ha deciso, in silenzio, di spendere a suo piacimento la somma di circa quaranta mila euro destinata a ciascun residente, senza nessun ostacolo. E’ il caso di dire che ha messo le mani nelle tasche dei residenti per caricare di debiti i loro figli e i loro nipoti. È anche il caso di ricordare che questi cittadini oggi hanno serie difficoltà a curarsi in modo adeguato. Non è difficile poi pensare che tali fondi facciano ingrassare “qualcuno”. Sarebbe sufficiente fare una graduatoria dei tecnici maggiormente impegnati nelle operazioni di progettazione e di direzione lavori. La graduatoria mostrerebbe quanto siano alti i loro compensi. A spanne, calcolando che tali voci pesano all’incirca il 30/40% della spesa totale dei fondi, parliamo di circa due milioni di euro di costi per la sola attività di progettazione. Di chi è la responsabilità per tutto questo? In buona sostanza stiamo vedendo riempire la pancia di pochi e, al tempo stesso, assistiamo alla mancanza di cure adeguate per i molti. E’ morale tutto questo? Non urta la sensibilità dei cattolici? Carissimi, la colpa è stata mia, che ho chiuso gli occhi per molto tempo, (..NdR: omissis...) ma in generale la colpa è di tutti coloro che stanno a guardare in silenzio. Occorre vincere la partita con la nostra coscienza a casa nostra. Non voglio parlare di alta politica, ma voglio ascoltare il pianto della nostra terra. C’è speranza per il futuro? Un’ultima cosa voglio dire. Vedo con piacere che molti postano sul proprio profilo di Facebook foto dei propri figli e nipoti: invito costoro a non rimanere in silenzio e ad impegnarsi per difendere il futuro dei loro figli e dei loro nipoti.

ELENCO DEI FONDI DECISI NEL SILENZIO, NASCONDENDO LE PROGETTAZIONI:
1 - Lavori di rifunzionamento del centro storico - settore A, importo fondi € 1.415.000,00 di cui 194.000,00 per la progettazione.
2 - Lavori di rifunzionamento del centro storico - settore B, importo fondi € 1.400.000,00 di cui 192.000,00 per la progettazione.
3 - Lavori di rifunzionamento del centro storico - settore C, importo fondi € 1.210.000,00 di cui € 188.000,00 per la progettazione.
4 - Lavori per ridurre il rischio idrogeologico Fonte Sambuco - importo fondi € 960.000,00 di cui € 75.000,00 per la progettazione.
5 - Lavori per ridurre il rischio idrogeologico Fonte Cannavine - importo fondi € 995.000,00 di cui € 89.900,00 per la progettazione.
6 - Lavori per ridurre il rischio idrogeologico Fonte Casale - importo fondi € 998.000,00 di cui € 95.000,00 per la progettazione.
7 - Lavori per l’efficienza della rete idrica - importo fondi € 255.000,00.
8 - Lavori per la messa in sicurezza della strada Duronia Valloni - importo fondi € 482.056.050.
9 - Lavori per il cimitero e per la casa di “Nessuno” - importo fondi € 100.000,00.
10 - Lavori per il ristorante in località Giliotti - importo fondi € 101.516,66 (per questi fondi lo Sparviero ha sbagliato ad indicare la sola somma di circa € 33.000,00).
L’elenco è largamente incompleto. È stato compilato solo con le recenti informazioni che sono riuscito a recuperare dagli atti pubblicati. A tale scopo ho raccolto circa due kg di carte, per lo più inutili. L’elenco, tuttavia, è sufficiente a dimostrare che, negli ultimi sessant’anni, l’attività finanziaria straordinaria del comune è sempre stata la stessa: cercare i fondi con tutti i bandi possibili, usando il metodo scientifico <dove colgo, colgo> pur di avere le risorse da spendere per se e per gli amici. C’è un esempio eclatante di questo metodo. Il “Nessuno” ha speso più di cento mila euro (non ho potuto recuperare l’importo preciso) per la realizzazione di un ambizioso progetto di ristrutturazione del campo da bocce ed ora è costretto ad organizzare dei pullman per cercare qualche giocatore nei paesi vicini. Sto pensando di fare una sala lettura nella mia cantina durante il periodo estivo, mettendo a disposizione di tutti (..NdR: omissis...) gli atti raccolti e che continuerò a raccogliere. A leggerli c’è da capire molto.

di Franco Adducchio 

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