Camminare verso le mura ciclopiche

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A Castropignano sabato 4 novembre dalle h.15 

di APS La Terra

3 novembre 2023

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Sabato 4 novembre, a Castropignano.
Escursione verso le Mura Sannitiche, e visita guidata, lungo il secondo tratto, liberato dalla vegetazione nei mesi scorsi.
Appuntamento presso l'ex edificio scolastico, in Via del Castello, alle ore 15.00.
Durata: circa due ore.
È opportuno munirsi di scarpe adeguate ed eventuali bastoni da trekking.
Controllate questo post sino al giorno precedente, per avere conferma dell'iniziativa, in ragione delle condizioni meteorologiche. Per altre info: 339 2916190.

NOTIZIE SULLE FORTIFICAZIONI SANNITICHE (a cura di Davide Delfino).

Le cinte con mura ciclopiche
Nel nostro viaggio attraverso luoghi e oggetti che se potessero parlare avrebbero molti misteri da svelarci, lasciamo le sponde del Danubio e il sito preistorico di Lepenski Vir per venire in Italia e occuparci di qualcosa più vicino a noi di alcuni millenni. Nel centro-sud, in particolare nella parte appenninica, sono diffusi centri abitati protostorici su altura circondati da mura dette poligonali o ciclopiche. La concentrazione maggiore di questi siti si trova tra Lazio, Abruzzo e Molise, ma sono presenti anche in Toscana, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia.

Perché si chiamano poligonali e ciclopiche
Le mura poligonali sono chiamate così perché composte da pietre sbozzate a forma di poligono, che incastrate una con l’altra, garantiscono la stabilità del muro. Sono chiamate anche ciclopiche, perché nella maggior parte dei casi, le pietre a forma di poligono sono di grandi dimensioni, sembrando quasi costruite dai giganteschi ciclopi della mitologia greca. Hanno una grande somiglianza con le mura che circondano le città micenee in Grecia, come Micene e Tirinto: ma queste ultime vennero erette attorno al XV a.C., in piena età del Bronzo, mentre quelle nel sud Italia sembrano non essere più antiche del VII sec. a.C. Forse un arrivo di maestranze dalla Grecia dopo il crollo della civiltà micenea nel XII sec. a.C.? Forse altre circostanze, dato il grande salto temporale? Questo è ancora un mistero.

Le mura del Molise sono le più curiose
Tra tutte, le mura ad opera poligonale del Molise sembrano essere le più curiose. Anche se le meno appariscenti e in genere le più grezze, ma ci potrebbero svelare cose ancora poco chiare. Tra le circa 80 cinte presenti nella regione, recentemente censite dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Molise, quasi tutte sono curiosamente collocate o in prossimità o vicino ai percorsi dei tratturi di età storica. Questo fa pensare che anche nella protostoria i tracciati dei tratturi fossero vie di transumanza e che le cinte murate ad opera poligonale le controllassero dall’alto delle montagne.

La data di costruzione delle cinte
Ma il dato che ancora fa discutere oggi gli studiosi è la data di costruzione. Come si sa la parte del Molise interessata dalle cinte ad opera poligonale era abitato dalla tribù sannitica dei Pentri. Come le altre tribù sannitiche entrarono in guerra con Roma per tre volte tra IV e inizi del III secolo a.C. (nel 343- 341 a.C., nel 326- 304 a.C. e nel 298- 290 a.C.) per poi essere sconfitti e ridotti ad alleati forzati dei Romani. Tradizionalmente si pensa che tutte le cinte siano state erette durante queste guerre per difendersi dai Romani. Ma in proposito sorge più di un dubbio.

Come è possibile che una popolazione che se mai conobbe l’uso di fortificare i propri centri di potere, fosse riuscita in un tempo relativamente breve ad imparare bene le tecniche della complessa opera poligonale? Le cinte in territorio sannita fanno parte di quel fenomeno di portata europea chiamato “hill fort”, diffuso dall’ Atlantico ai Carpazi per tutta l’età del Bronzo e del Ferro. Vi sono esempi di siti fortificati con mura del IV o III sec. a.C., che erano già interessati da occupazione alla fine dell’età del Bronzo (XIII sec. a.C.). Parrebbe inusuale che fosse diverso solo nel territorio dei Sanniti.

Se fossero ancora più antiche?
Forse le mura ad opera poligonale che oggi vediamo sui monti del Molise sono solo l’ultima fase costruttiva di qualcosa di più antico?
Per rispondere a queste domande di certo non ci si può fidare delle fonti storiche romane come Tito Livio, che scrivevano almeno 300 anni dopo l’inizio delle guerre sannitiche. In un contesto politico dominato dall’ideologia di “Roma civilizzatrice” durante l’impero di Ottaviano Augusto. Sia la distanza temporale, sia l’influenza ideologica sulla storiografia dell’epoca, che vedeva arretratezza e barbarie nelle popolazioni italiche, ne viziano l’attendibilità.
Solo la ricerca archeologica può far parlare di più queste cinte ad opera poligonale. Una ricerca archeologica non volta a cercare i livelli di vita dell’età classica, come fatto finora nei pochissimi siti scavati in Molise (neanche il 10% delle cinte conosciute), ma che abbia interesse a cercare anche i livelli di frequentazione più antichi, che possono perdersi secoli prima delle guerre sannitiche.
(Descrizione a cura di Davide Delfino).

di APS La Terra

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