L'Imam di Campomarino e le reazioni

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Ogni molisano ha sentito il bisogno di dire la sua

di Luca Di Mauro

11 marzo 2016

Un imam somalo è stato arrestato in un centro accoglienza a Campomarino e, come in ogni realtà provinciale piccola, ogni molisano ha sentito il bisogno di dire la sua. 

Che poi tendenzialmente è sempre la stessa: chiudere le frontiere (del Paese o della regione, poco importa) e finirla col buonismocattocomunistaconlapanciapienaeilculodegliatri sui rifugiati. I più arguti lo fanno, come al solito, chiedendosi retoricamente se sono razzisti [ma a questa abbiamo già risposto: Sì, e pure stronzi, nel senso di eticamente arretrati]. 

Tanta foga non solo ha impedito alcuni - semplici - ragionamenti, ma ha anche capovolto il significato dei fatti.

Vediamo. 

Al liceo avevate qualche problema col significato del verbo "strumentalizzare"; lo si usava come un passe-partout (ma sempre da destra): bene, ora avete un buon esempio, è esattamente quello che state facendo. 

Al soggetto era stato negato lo status di rifugiato, ne segue logicamente che additare i rifugiati come possibile brodo di incubazione del terrorismo è, almeno stando a questo episodio, una minchiata, vi torna? Ma allora "Perché se non era rifugiato era in Italia?????". Chiedervi di aprire un giornale e farvi un'idea di quanto sia facile rimandare qualcuno in Somalia garantendone l'incolumità è - temo - chiedere troppo. 

Bene, le forze dell'ordine hanno bloccato il tipo (logicamente ancora si sa pochissimo sulle indagini) prima che facesse alcunché, per fortuna. Quindi il modo di sorvegliare i soggetti pericolosi ed impedir loro di nuocere è possibile anche senza "sparare ai barconi e rimandare tutti a casa loro". L'episodio dimostra proprio questo. O no? 

Rispondere che "avrebbero potuto non scoprirlo e lui avrebbe potuto far saltare in aria tutto il continente, quindi è giusto respingere tutti", a parte evocare il principio giuridico di mio nonno e il flipper, è intelligente come chiudere i mezzi pubblici perché potremmo non essere in grado di fermare tutti i borseggiatori che ci salgono. 

Come detto, ancora non si sa nulla sui reali progetti di questo tizio, la stampa ha riportato solo alcune sue supposte affermazioni (ottenute dagli inquirenti, forse tramite intercettazioni ambientali). Anche un elettore M5S capisce che ora è essenziale scoprire se questo era parte di una rete, se avesse complici e mezzi per portare a termine i suoi progetti. 

Se così non fosse (come chiunque spera), costui tra qualche mese sarà rilasciato: e non perché i giudici sono smidollati servi dei comunisti che non hanno il coraggio di torcere un capello al peggior criminale se immigrato. Lo rilasceranno perché, per la legge italiana, limitarsi a dire e pensare cose tremende, semplicemente, non è reato. 

Che è anche la ragione per cui voi siete a piede libero.

di Luca Di Mauro (fb)