I Miei

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Quelli che ogni giorno parlano con me

di Giuseppe Pittà - fb

22 Settembre 2023

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Mio padre è morto che non ancora compiva i 70 anni. Era stato maestro elementare e non ha mai avuto un solo cedimento mentale.
Di cuore si, molte volte, ma mai di pensiero.
È morto all'improvviso, il modo che auguro a tutti, di colpo, senza neanche accorgersene.
Mia madre no, di cedimenti della mente ne ha avuti e tanti, ma senza toccare momenti davvero molto gravi, almeno fino a quel momento lì... Era la giornata del Corpus Domini, un 10 giugno.
Viveva da un po' di anni a casa mia e stava abbastanza bene.
Certo nel corso della giornata spesso dimenticava le cose, ma ci rideva sopra e prendeva appunti, quasi di nascosto, su certi foglietti volanti, che poi nascondeva nelle tasche della vestaglia.
Dunque era il giorno del Corpus Domini, una giornata di grande festa per noi che viviamo a Campobasso o nelle sue vicinanze.
Il giorno dei Misteri, della loro sfilata, della Processione, delle bancarelle, della festa. Mi alzo, scendo le scale e la trovo seduta sul suo letto, piange.
Un pianto pieno di lacrime e di singhiozzi.
Non l'avevo mai vista così disperata. "Portami da mio figlio!" - mi dice prendendo fiato - "Per favore, portami da Nino, mio figlio".
È stato allora che ho capito che questa volta aveva davvero tanto bisogno di me, suo nuovo padre, sua nuova madre.
(Nino era il diminuitivo di Antonino, mio padre, ed io, suo figlio, per la prima volta non ero stato riconosciuto. Mia madre cominciava ad essere altrove ed io mi sentivo morire per questo, perché toccavo una mia profonda impotenza, perché non sapevo cosa fare. Una cosa bruttissima da sentire, da percepire dentro di te/me).

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