“Ecco l’Agnello di Dio…..”.

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Agnelli Cruciferi nel Molise

di Franco Valente - fb

20 Settembre 2023

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Non è infrequente vedere sugli archivolti di portali di chiese molisane o semplicemente in qualche punto della loro facciata l’immagine di un agnello che regge una croce.
Si tratta di una rappresentazione piuttosto consueta nel medioevo dal particolare valore simbolico.
Nella nostra regione si è diffuso da un’epoca imprecisabile prima del X secolo fino, sicuramente, al XV secolo.
Salvo pochissimi casi, è pressoché impossibile sapere la loro datazione, però il significato è abbastanza chiaro.
Dell’Agnello si riferisce nell’apocalisse di S. Giovanni Evangelista perché è l’emblema più noto di Cristo sacrificato, anche se, in generale, è l’espressione del sacrificio umano.
Il riferimento all’agnello sacrificale è diffusissimo nell’Antico testamento e nell’arte ebraica l’agnello rappresenta il popolo che nel sacrificio vede uno dei momenti che portano alla sua salvezza.
Sicuramente è la rappresentazione più significativa della Bibbia.
Portale dell’Annunziata di Riccia (XIV sec.) (F.Valente)
Nell’iconografia cristiana l’agnello è consueto fin dai primi secoli e si trova ripetutamente in rappresentazioni funerarie. Con la croce lo vediamo diffuso nell’arte bizantina di Ravenna ed è nota la croce gemmata di Giustino II (565-578) conservata nel Tesoro di S. Pietro dove l’agnello sostituisce esplicitamente il Cristo sulla croce.
E’ famosa l’espressione di Paolino da Nola che utilizzò l’immagine dell’agnello sacrificale in una delle sue epistole: “Cristo, Agnello e pastore, che ci guida nell’Eterno, che ci ha trasformato da lupi in agnelli, che ora si fa pastore per proteggere il suo gregge, per il quale egli stesso si è fatto agnello per essere sacrificato”.
I Padri della Chiesa hanno attinto proprio dai passi biblici quegli episodi che vedevano nella figura dell’agnello o del capro espiatorio gli elementi peculiari della loro interpretazione cristologica.
In particolare, forse, l’episodio di maggiore importanza sembra essere stato quello del capitolo 12 dell’Esodo:
L’Eterno parlò a Mosè e ad Aaronne nel paese d’Egitto dicendo:
Questo mese sarà per voi il mese più importante, sarà per voi il primo dei mesi dell’anno.
Parlate a tutta l’assemblea d’Israele e dite: “Il decimo giorno di questo mese, ogni uomo prenda per se stesso un agnello, secondo la grandezza della famiglia del padre, un agnello per casa.
Se poi la casa è troppo piccola per un agnello, ne prenda uno in comune col più vicino di casa, tenendo conto del numero delle persone; voi determinerete la quantità dell’agnello necessario, in base a ciò che ognuno può mangiare.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto.
Lo conserverete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta l’assemblea del popolo d’Israele lo ucciderà sull’imbrunire.
Prenderanno quindi del sangue e lo metteranno sui due stipiti e sull’architrave delle case dove lo mangeranno.
Ma con i Vangeli l’immagine dell’agnello si identifica con l’Eucarestia. Origene e Giovanni Crisostomo in particolare vi fanno riferimento in tale senso, ma non vi sono dubbi che l’iconografia dell’agnello crucifero prende spunto dall’episodio del battesimo di Cristo da parte di Giovanni il Battista.
Così racconta l’evangelista Giovanni:
Il giorno dopo, Giovanni (Battista) vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.
Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”.
Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.
Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. 34E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!“.
E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”. 39Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Il Cristo identificato nell’agnello ricompare in maniera esplicita di nuovo negli scritti di Giovanni l’Evangelista. Nell’Apocalisse si legge: Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato.

di Franco Valente - fb

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