Futuro e tradizione

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Sulla scia della riscoperta del mondo rurale e dei prodotti tipici, sta emergendo un nuovo sistema di valori che associa le varietà al territorio

di Marco Branca (da lafonte.tv)

18 Gennaio 2023

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È di qualche settimana fa il “sì” degli ambientalisti allo sviluppo delle fonti rinnovabili nel paesaggio italiano per favorire la realizzazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici. La nostra regione si muove già da anni in tal senso, in linea con gli intendimenti delle associazioni ambientaliste e nel solco di quello che sarà il nuovo corso a venire in tema di energia pulita.

A prescindere dagli ultimi eventi, era già in programma ed è stato inaugurato a Castelmauro poche settimane fa, ultimo in ordine di tempo, un impianto eolico costituito da sette aerogeneratori e che ha visto la partecipazione al progetto di un colosso come Enel Green Power. L’idea alla base di questo nuovo insediamento è che anche la nostra regione marcerà sempre più verso una transizione energetica dagli indubbi impatti positivi, ma che induce di contro a profonde riflessioni dal punto di vista dello scenario ambientale.

Di certo, anche alla luce dei recenti scenari geopolitici russo-ucraini, un cambio di passo in tal senso era comunque ineludibile essendo la nostra, una piccola comunità che convive con la falsa convinzione di essere green dal punto di vista della produzione energetica, ma così non è, dato che attualmente quasi due terzi dell’energia elettrica locale viene invece prodotta con fonti fossili.
Secondo TERNA, infatti, nel 2020 (ultimo anno da cui è possibile estrarre le statistiche), nella nostra regione sono stati prodotti 1754,9 Mega Watt di energia elettrica, di cui il 63,4% è stata prodotta tramite le centrali termoelettriche presenti nel nostro territorio. Dati che inducono a ripensare ad un nuovo piano energetico regionale, documento guida in tal senso ma fermo nei cassetti della Regione Molise dal 2013 ed ormai ampiamente superato.

Certo è che la transizione energetica non può marciare allo stesso passo, ma deve invece avvenire nel più breve tempo possibile: le temperature che stiamo registrando negli ultimi anni non sono altro che l’effetto del cambiamento climatico in atto, pertanto non c’è tempo da perdere.

E sono proprio le aree interne, nonostante siano in maggiore sofferenza, a poter essere in grado di costruire percorsi di crescita economica e sociale sui temi dell’energia. Ovviamente l’emergenza energetica introduce ad un altro complicato tema ad essa strettamente collegato: quello dello spopolamento delle aree interne. Buona parte del futuro del Molise e dell’Italia passa attraverso lo sviluppo dei piccoli comuni. Le nostre piccole comunità, con i propri territori, con le loro grandi potenzialità per contribuire allo sviluppo economico del nostro Paese ed anche dell’Europa, devono andare di pari passo con adeguate politiche pubbliche che sappiano essere in grado di dare risposte efficaci e tempestive alle loro peculiarità. In particolare, il tema energetico, così drammaticamente attuale, può rappresentare uno dei potenziali assi attorno al quale costruire il progresso.

Ma non si vive solo di eolico sulla terra ferma: servono anche impianti offshore, comunità energetiche ed agrivoltaico.
In questo dibattito energivoro e sull’opportunità o meno di determinati insediamenti, è necessaria un’opera di astrazione dalla stretta attualità, tornare alle origini, alla tradizione, tornare alle vere radici della nostra regione, tanto piccola quanto ricca di storie e particolarità. Mentre si discute di eolico e fotovoltaico e di piani regionali energetici, poco lontano, in provincia di Isernia, un messaggio di speranza e tradizione arriva dalla recente costituzione della Biblioteca del Grano di Castel Del Giudice. Il grano, la terra, la nostra storia. Oltre 60 varietà di cereali seminate in un campo sperimentale per dare il via ad un nuovo progetto ideato nel paese molisano in prima linea sull’agricoltura sostenibile e sulla rinascita delle aree interne. Una biblioteca del grano che ci fa fare un volo pindarico all’arca dei semi delle Isole Svalbard, a soli mille chilometri dal Polo Nord. Per noi molisani, bibliotecari del grano, si è trattato di un’ occasione formativa, utile anche per fare il punto sulla cerealicoltura di montagna e sul potenziale di questa indispensabile filiera per il futuro dell’Appennino. La semina della Biblioteca del Grano, avvenuta nel campo in cui già dal 2008 vengono coltivate in piccole quantità diverse varietà di grano, interpreta la terra come una biblioteca dentro cui organizzare e catalogare i saperi, che in questo caso sono i semi.

Sulla scia della riscoperta del mondo rurale e dei prodotti tipici, sta emergendo un nuovo sistema di valori che associa le varietà al territorio e alle loro specificità culturali e gastronomiche. La conservazione e l’uso nei campi delle vecchie varietà, che fino a pochi anni fa era simbolo di un passato povero, deve essere il punto di partenza attraverso cui ricostruire strategie, in cui agricoltori e allevatori, panificatori, ristoratori, studiosi, comunità, siano nuovamente in grado di ristabilire l’equilibrio natura-pianta, animale-agricoltore, pastore-mercato, che ha dato origine alle varietà locali attuali e garantirà quelle future. La Biblioteca del Grano nasce nell’ambito del Piano del Cibo di Castel del Giudice ed ha l’obiettivo di realizzare, nei prossimi mesi, un mulino pensato come incubatore di buone pratiche agricole e scientifiche a sostegno della ristorazione, degli agricoltori e delle famiglie. Macine che possano servire ad affinare farina e pensiero sostenibile. Scienza, folklore, antropologia, botanica e agronomia a sostegno dell’ecosistema sociale e culturale del territorio.

Tra energia pulita che guarda al futuro e piedi ben saldi nella tradizione, la nostra regione si prepara ad un nuovo anno di sfide e rilancio. Buon anno, Molise!

di Marco Branca (da lafonte.tv)

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