Nello stand del Molise a Roma si parla salentino

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Le speranze mai sopite di un Molise finalmente differente in una promozione finalmente efficace, non viene mai meno, ma i sogni si scontrano costantemente con la realtà

di Forchecaudine.com

7 dicembre 2022

l tempo inesorabilmente trascorre, ma le speranze mai sopite di un Molise finalmente differente nell’organizzazione, nell’offerta di servizi, nell’immagine esterna e in una promozione finalmente efficace non viene mai meno. Purtroppo, però, i sogni si scontrano costantemente con la realtà.

Nella stazione Termini di Roma, per un intero mese (novembre), ha troneggiato uno stand promozionale del nostro territorio. Tra l’altro di frequente citato dalle istituzioni come il classico fiore nell’occhiello delle campagne pubblicitarie in atto. Del resto, la stessa stazione, negli stessi giorni, offriva un ricco campionario di cartelloni pubblicitari delle regioni, Sicilia e Calabria in testa.

Lo stand molisano, come valore aggiunto, è stato collocato a ridosso della stazione dei tassisti che, come noto, includono molti corregionali tra gli appartenenti alla categoria, benché molti di meno rispetto a qualche decennio fa. I tassisti si sono fatti vedere poco, però hanno fotografato la struttura e fatta conoscere con un certo orgoglio attraverso i social. Non sarebbe stato male coinvolgerli direttamente, dal momento che sono tra i migliori opinion leader della Capitale (e i politici ne sanno qualcosa). Ma questa è un’altra storia.

I problemi dello stand sono stati sostanzialmente tre:

1) non è stato promosso tra i molisani a Roma. Ciò avrebbe potuto rappresentare un valore aggiunto. Ma noi Romani d’origine molisana siamo abituati a ciò;
aveva pochissimo materiale: sostanzialmente solo una piantina della regione, tra l’altro su una facciata priva di molti paesi. Completamente assente una qualsiasi forma di interattività, ad esempio la possibilità di prenotare un weekend direttamente dallo stand;
2) la ragazza presente, benché affabile, era pugliese, precisamente salentina, quasi del tutto all’oscuro della storia e della cultura molisana. Ovviamente nessuna colpa sua, ma di chi lì ce l’ha messa (e sarebbe da capire perché si colloca una ragazza della provincia di Lecce e non una delle tante ragazze molisane, che spesso sono senza lavoro. Sarebbe bastata qualche studentessa universitaria molisana che vive a Roma, anche per farle guadagnare qualcosa.
3) Dispiace che ogni tentativo di promozione presenti sempre qualche neo. Sembra proprio che tra il Molise e la valorizzazione di sé stesso ci sia inconciliabilità. Eppure se non ci si sveglia, questa regione rischia proprio di scomparire: nel 2020, tanto per citare qualche dato emblematico, in Molise abbiamo avuto 1.713 nati rispetto a 4.049 deceduti. Ed il saldo migratorio ha visto 8.452 cancellazioni contro 6.427 iscrizioni. Al 31 dicembre del 2020 il Molise contava 294.294 residenti. Lo scorso agosto, ultimo dato Istat, erano 289.315.

Siamo sconfortati.

di Forchecaudine.com

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