Sulle fonti energetiche

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Cattura diretta dei raggi del Sole, la stella a noi più vicina 

di Angelo Sanzò (da lafonte.tv) 

15 giugno 2022

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Tutte le fonti di energia, sia quelle che permettono alla natura di funzionare, sia quelle al servizio del complesso mondo costruito dall’Uomo, ad eccezione del nucleare e della geotermia, provengono, direttamente o meno, da quella prodotta e irradiata dal Sole. A cominciare dalla cattura diretta dei suoi raggi, è la stella a noi più vicina, infatti, che permette l’accumulo di acqua nei bacini ubicati in quota, da cui il conseguente salto idrico e dunque la trasformazione della relativa energia potenziale in quella cinetica delle turbine e quindi dei connessi alternatori. Ed è sempre il Sole che, nel distribuire diversamente sulla superficie terrestre la sua intensità termica, provoca in atmosfera scompensi di pressione e dunque i venti ovvero flussi di aria, tendenti a ripristinare i preesistenti equilibri. Gli stessi indicati princìpi fisici, ugualmente, validano la formazione delle onde e delle correnti marine, come pure le maree, anche se, queste ultime, in combutta con la gravità esercitata dalla Luna.

Insomma, la nostra stella, nel creare potenziali diversi, di grandezze fisiche diversamente simili, produce scompensi, capaci di rilasciare flussi energetici di non trascurabile entità. Non solo, ma le stesse fonti fossili, seppur definite non rinnovabili, risalgono all’azione del Sole. Sia i depositi di carbone, infatti, che i giacimenti di petrolio e gas naturale, altro non sono che antichi accumuli di materiale organico, vegetale e/o animale, trasformatosi in sostanze combustibili, nel corso di ere e/o periodi geologici, più o meno, remoti della storia della Terra. Il dover/voler considerare tali fonti non rinnovabili è unicamente dovuto alla durata del tempo, necessario per la loro formazione, non compatibile con la storia dell’Uomo.

L’attualità delle rinnovabili, però, tramite la sempre attiva ricerca scientifica, nel suo speculare, che mai arretra, né si ferma, ancora una volta, continua a proporre ulteriori, convenienti usi di altre importanti risorse, vagamente definibili, diversamente solari. È, ad esempio, il caso di quella che, seppure studiata da anni, non è tra le più note al vasto pubblico, anche se associata ad uno dei fenomeni più diffusi in natura, nel mondo vegetale, quale quello osmotico, in particolare. Il sopraggiunto motivo, che ne contraddistingue la sua attuale conveniente utilizzazione, in difformità da quanto finora acquisito, pare possa essere attribuito, all’aver finalmente trovato per essa le giuste positive soluzioni tecniche, capaci di fornire le auspicate pratiche applicazioni. 

Una delle più comuni e originali esperienze che rendono maggiormente manifesta l’osmosi ovvero il relativo fenomeno e dunque la derivante la pressione osmotica, è il sollevamento di parti, più o meno grandi, di pavimento stradale e/o di piazze dei centri abitati, in seguito, per lo più, a periodi particolarmente piovosi. A causa del rigonfiamento delle cellule delle radici degli alberi viciniori, la cui membrana, per sua natura, si lascia attraversare, molto più agevolmente verso il suo interno, dall’acqua dolce di pioggia circolante nel terreno, che non in senso contrario, da quella contenente più sali disciolti. Da cui il conseguente esercizio di pressione su quanto trovasi in adiacenza e/o nelle immediate vicinanze.

E, dunque, con una macchina equipaggiata con due colonne di acqua di diversa salinità, come allo sfociare in mare di un qualunque corso d’acqua, separate da un’apposita, simil naturale membrana, è possibile produrre pressioni e quindi quantitativi di energia esigibili anche per le prammatiche attività umane. 

di Angelo Sanzò (da lafonte.tv) 

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