Cultura dialettale 2

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A Campobasso i vecchi toponimi con cui sono stati conosciuti da sempre stanno inesorabilmente scomparendo

di Arnaldo Brunale - fb

11 maggio 2022

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Questa mattina porto alla vostra attenzione un gustoso aneddoto che risale ai tempi andati. 
Voi sapete che noi campobassani, tra i tanti "Blasoni", passiamo anche per quelli che hanno la famosa "lingua", ovvero la "lénga" che è uno degli "sport" preferiti da chi ha l'abitudine serotina allo "struscio"
Ebbene vi rammento il detto: Pé’ ‘ssa lénga tu té truōve appìse! Un detto che risale al periodo della dominazione borbonica, quando i delatori ed i sobillatori venivano giustiziati pubblicamente mediante impiccagione. Probabilmente, questo modo di dire, fra i tanti, fu coniato proprio in una di queste circostanze, allorquando, negli ultimi aneliti di vita, un condannato continuò imperterrito a reiterare le accuse per le quali lo stavano giustiziando. I carnefici, per nulla intimoriti, proferirono al suo indirizzo questa famosa battuta. Ma, come detto, di questa battuta esistono anche altre varianti. Ne cito solo un'altra: Tu pé ‘ssa lénga si muōrte ‘n croce! Essa si riferisce ad un povero malcapitato che, giunto alle soglie della vecchiaia, era solito dirigersi quotidianamente in chiesa per pregare ad alta voce sotto un grande crocifisso per chiedere la grazia a nostro Signore di fargli trovare una moglie giovane, bella, ricca ed onesta. La scena si ripeteva monotona da molto tempo creando imbarazzo e fastidio nei fedeli presenti. Il sacrestano, per porre fine a quella pantomima, pensò bene di risolverla a modo suo. Un giorno si nascose dietro una colonna ed alla ennesima invocazione dello strano personaggio, imitando con voce solenne quella di Gesù, disse: “Sé vuò’ ‘na mugliēra ha ra esse’ brutta, morta ‘é fame e puttana!”. A quella battuta il poveraccio si alzò di scatto indignato ed al tempo stesso impaurito dandosela a gambe levate; però, prima di uscire dal tempio, si rivolse per un’ultima volta verso la croce pronunziando la famosa frase: “Tu pé ‘ssa lénga si muōrte ‘n croce!”

di Arnaldo Brunale - fb

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