Vittime innocenti delle guerre

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I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise

28 febbraio 2022

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Le truppe tedesche arrivarono a Toro a metà ottobre del '43, posizionandosi intorno al convento. Per questo motivo le truppe alleate, dal versante di Ielsi, miravano contro i nemici, ma a causa della mira imprecisa colpivano solo innocui obbiettivi. Nel sentire i boati del cannoneggiamento che devastavano il rione del Grottone, Teresa si mise a richiamare angosciata i suoi figli maschi, Nicola e il fratello, credendoli lì vicino a giocare.
Teresa continuava a richiamarli a squarciagola dalla finestra, impaurita per non averli visti rientrare dopo il gran boato. Con lei c'erano le due figlie: Maria, in quei giorni malata, che si scaldava presso il camino, mentre Giuseppina era intenta a rassettare la camera. Le grida disperate di Teresa furono improvvisamente interrotte da una bomba che colpì la sua casa. 
La bomba aveva centrato una parete della casa squarciandola facilmente, perché nel punto colpito passava il camino.
La breccia procurata dalla bomba era stata fatale per Maria, in quanto colpita mortalmente dai mattoni del camino divenuti micidiali proiettili. 
Per Maria, di nove anni, la morte fu immediata, mentre sua madre era stata colpita da una scheggia di pietra diveltasi dalla mensola della finestra, che la colpì alla testa uccidendola dopo alcune ore.
Morì anche la vita nascente nel grembo di Teresa.
p.s. Quanto sopra mi è stato raccontato da Nicola Marcucci, amico e mio condomino, che è stato segnato da questo gravissimo lutto: aveva appena dodici anni, nell'ottobre 1943, quando la sorella Maria di nove anni e la madre Teresa Grosso (incinta) furono vittime innocenti dell'ultima guerra. 

di Vincenzo Colledanchise

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