“Mazze e pìuze” 

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I giochi di una volta

di Arnaldo Brunale - fb

11 febbraio 2022

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Sto pensando ai ragazzi di oggi (fortunati? per certi versi sì) che in casa hanno tutto, perfino i giochi più sofisticati come la play-station, ma, secondo me, non hanno la nostra fantasia.
Sì, mancano di fantasia come noi, ragazzi di strada di una volta, che avevamo pochissimo, soprattutto per giocare. Ma la fantasia non ci mancava perché se avevamo quasi niente, o poco, per giocare, i giochi ce li inventavamo. Giochi collettivi come, ad esempio, mazze e pìuze (gioco della lippa) che si faceva con l'aiuto di un bastone e di un piolo. 
Ne vado a ricordare le regole che lo disciplinavano, ma potrei citare tanti altri giochi collettivi di strada. Peccato che si debba vivere di ricordi, quei ricordi che, giustamente, i ragazzi di oggi non possono avere.
Le regole precise del gioco erano le seguenti: il giocatore che aveva diritto al possesso del bastone, individuato con la conta, tracciava un cerchio a terra che costituiva la base dalla quale, con l’ausilio della mazza, doveva scagliare il piolo il più lontano possibile dalla base. Tutti i partecipanti al gioco dovevano sostare a debita distanza dalla base con la faccia rivolta al guardiano che vi restava all’interno. Se uno dei giocatori dirimpettai catturava al volo il piolo acquisiva il diritto di sostituire nel cerchio il guardiano. Se ciò non avveniva, il giocatore più vicino al luogo dove era atterrato il piolo aveva diritto a raccoglierlo e tentare di lanciarlo nella base. Se vi riusciva, subentrava a chi comandava il gioco. Se, invece, era il custode del cerchio a respingere il piolo, questi poteva colpirlo al volo per tre volte di seguito. Più lo scaraventava lontano e più caricava di penalità il giocatore che aveva cercato di invadere il suo campo. Le penalità erano calibrate alla distanza che intercorreva dalla base a dove il piolo era atterrato dopo i tre colpi effettuati dal gestore del gioco. Questa distanza veniva misurata con l’ausilio della mazza che valeva un punto. Il concorrente che accumulava per primo mille punti di penalizzazione veniva eliminato. Il gioco aveva termine con l’eliminazione di tutti i giocatori da parte del custode del cerchio o quando qualcuno riusciva a subentrargli catturando al volo il piolo o centrando il cerchio con lo stesso senza che il custode potesse allontanarlo colpendolo di rimessa.

di Arnaldo Brunale - fb

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