San Biagio

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Una festa liturgica molto sentita fin dai tempi più remoti

di Arnaldo Brunale - fb

3 febbraio 2022

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Oggi, 3 febbraio, ricorre la solennità di San Biagio, una festa liturgica molto sentita dai vecchi campobassani fin dai tempi più remoti. 
"...Questo santo è il protettore della gola e di tutte le patologie ad essa annesse, per questo, dopo la celebrazione della santa Messa, l’officiante unge la gola dei fedeli con una piuma o con un batuffolo intrisi di olio benedetto. Purtroppo, per la pandemia questo rito è stato momentaneamente sospeso. Si pensa che San Biagio, prima di diventare vescovo di Sebaste in Armenia, esercitasse la professione di medico. 
Questa tesi è considerata poco attendibile da molti biografi, ritenendo il santo più un taumaturgo che un medico, proprio per i numerosi miracoli fatti in vita nell’alleviare le sofferenze degli ammalati o nel farli guarire da malattie gravi. La storia annette a lui il miracolo del salvataggio di un bambino che stava soffocando con la lisca di un pesce che gli si era conficcata nella gola. La sua benedizione risultò decisiva affinché il bambino si salvasse. 
San Biagio è ritenuto anche protettore dei tessitori e dei cardatori (materassai) perché, quando fu martirizzato nel IV secolo d.C., gli fu conficcata nelle carni una serie di attrezzi utilizzati da questi artigiani. Nel giorno della festa del santo era usanza mangiare, nelle case dei campobassani, pasta di casa condita con noci e latte; mentre, le nostre ave confezionavano dei piccoli pani a forma di quattro dita incrociate che, una volta benedetti, erano consumati in onore di San Biagio. 
Anche i fornai contribuivano ad onorare questa festività religiosa, preparando e regalando alle parrocchie rionali le fréselle, panini a forma di stella impastati con semi di finocchio, farina, strutto e vino bianco. Queste piccole delizie venivano distribuite ai fedeli in chiesa...". 

di Arnaldo Brunale - fb

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