CASTROPIGNANO

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La leggenda della Fata

di Maria Volpe

09 febbraio 2016

La leggenda  è riaffiorata nei ricordi, ripercorrendo con la memoria gli abituali viaggi intrapresi per andare a trovare la nonna e il famoso racconto con il quale i genitori usavano intrattenerla durante il tragitto. Una storia rimasta viva nella memoria e nel cuore pur vivendo ormai in una città ben lontana dal Molise.

IL CANTONE DELLA FATA DI CASTROPIGNANO

L’elemento principale di questa leggenda è il cosiddetto Cantone della Fata, ovvero una grande roccia posizionata sul lato nord del suggestivo Castello d’Evoli, e perfettamente visibile all’interno della boscaglia, percorrendo la strada Bifernina che da Campobasso conduce verso Castropignano.

La storica roccia è posizionata un po’ più in basso rispetto al castello, che conferisce alla leggenda che stiamo per narrarvi una connotazione ancor più coinvolgente e suggestiva. L’antico Castello d’Evoli infatti, ha origini normanne ed ebbe una grande importanza in passato per i pellegrini che percorrevano il tratturo Lucera-Castel di Sangro.

La famiglia d’Evoli che abitò qui per molto tempo, eseguì sulla struttura numerosi lavori di ammodernamento e fece costruire la torretta presente sul lato sud. Dopo un periodo di abbandono, oggi la struttura gode nuovamente di grande splendore grazie ai recenti lavori di manutenzione e, se non ci siete mai stati, vi consiglio di farlo.

LA LEGGENDA DELLA FATA

Ma veniamo alla nostra antica leggenda molisana. Si narra che in epoca feudale, vivesse a Castropignano una ragazza talmente bella da essere soprannominata appunto “la fata”, promessa in sposa ad un giovane del posto.

Fin qui tutto ok, se non fosse per il fatto che all’epoca vigeva l’aberrante legge dello “ius primae noctis“, ovvero il diritto da parte del signore feudale, in questo caso un duca, di poter trascorrere la prima notte di nozze con la futura moglie di un suo servo.

La giovane donna fu condotta al castello ma pur di sfuggire a questa tremenda legge e sottrarsi al disonore, si diede ad una folle fuga culminata in un lancio disperato nel vuoto, proprio dall’alta roccia vicina al castello, da allora soprannominata Cantone della Fata.

Questa è la versione ufficiale dell’antica leggenda molisana, raccontata minuziosamente da Eugenio Cirese in una lirica intitolata “Re Cantone de la Fata”. Nei racconti tramandati di generazione in generazione sono poi nate anche delle piccole varianti, resta il fatto che secondo alcuni, nelle notti di luna piena, si sente ancora echeggiare nell’oscurità la voce della sfortunata fanciulla, intenta ad invocare il nome del suo sposo.

Secondo altri invece pare che qui di tanto in tanto, appaiano le fate del posto con in braccio il corpo della giovane donna. Una leggenda molisana che io non conoscevo e per la quale ringrazio ancora una volta la nostra cara lettrice Maria, che spero di aver accontentato. 

Passando da queste parti con la vostra auto oppure dedicandovi una passeggiata in questo bellissimo borgo molisano, prendetevi qualche minuto per ammirare l’altissima roccia, la bellezza del castello e le numerose sensazioni che vi susciteranno.

di Maria Volpe