Acquisizione dell’ex Zuccherificio di Termoli

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Operazione interessante all’interno dell’economia circolare delle future attività agroindustriali

di Angelo Sanzò (da primonumero.it)

20 gennaio 2022

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La recente notizia, relativa all’acquisizione di buona parte della struttura industriale dell’ex zuccherificio di Termoli, da parte della nota industria pastaia La Molisana, ha suscitato una positiva reazione, emotiva e razionale, in gran parte, se non in tutti i nostri corregionali. La realizzata operazione è apparsa subito concreta, anche se si fosse limitata, com’era sembrato in un primo momento, al solo scopo di utilizzare i silos esistenti, per immagazzinare il grano per la produzione della ben conosciuta pasta, a suo tempo adoperati per il deposito dello zucchero.
A quanto pare, però, le intenzioni della proprietà sembrano andare piuttosto oltre, se risulterà vero quanto riportato da affidabili organi di stampa, che parlano di adeguamento di parte della struttura a fabbrica per la lavorazione e trasformazione del pomodoro. In più, sembra sia previsto, ex novo, in terreni di proprietà, siti nelle piane di Larino, un insediamento per la produzione di un’ampia gamma di specialità dolciarie di alta qualità. Una linea di lavorazioni che renderebbe prontamente disponibili rilevanti quantitativi di preziosi scarti ortofrutticoli, freschi e secchi, per essere convenientemente riutilizzati.
Se così fosse, salvo clamorose smentite, risulta evidente l’esser di fronte ad un progetto capace di dar vita ad una filiera, non solo produttiva, in ambito agricolo, industriale ed energetico, ma anche nel riciclo e nel riutilizzo di un vasto assortimento di materie prime seconde, quanto mai economicamente interessanti all’interno del moderno concetto di economia circolare.
L’industria del riuso e del riciclo, ormai ampiamente collaudata sul piano industriale, nel senso più ampio del termine, potrebbe incrementare quanto già in via di attivazione, come ad esempio, la possibilità di trasformare convenientemente gli scarti di orine animale e vegetale ovvero di natura organica, in mangimi alimentari o anche, in ultima istanza, in ammendanti agricoli. Non solo, ma molto di ciò, che eravamo abituati ad allontanare dalla nostra vista e dai nostri contatti consueti, è sempre più spesso e utilmente oggetto da cui poter estrarre, con positiva convenienza, materiali cui mai prima si era minimamente pensato.
Facciamo, sempre più spesso e a nostra insaputa, uso di sostanze, attrezzi e quant’altro necessita per le nostre quotidiane attività, provenienti da materie prime seconde, come bioplastiche e addirittura filati, per il corredo di casa e/o personale.
A conferma di quanto riportato, è largamente confermata l’implementazione in corso d’opera, nella nostra regione, sia dello stabilimento della Unilever per il trattamento della plastica riciclabile, che di quello della Ittierre per l’uso delle materie plastiche per il confezionamento di abiti. Senza dimenticare, infine, la consolidata presenza dell’impianto di Guglionesi per la produzione di biogas che, per tutto quanto detto, avrebbe la possibilità di disporre, a chilometro zero, di utili materiali per incrementare la sua già in essere preziosa produzione di energia rinnovabile.

di Angelo Sanzò (da primonumero.it)

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