Sprofondo Molise

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La qualità della vita, in Molise, sta crollando vertiginosamente anno dopo anno

di Marco Branca (da lafonte.tv)

5 gennaio 2022

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Per quanto la realtà di relativa tranquillità, che viviamo quotidianamente, sembrerebbe suggerirci il contrario, non sembra essere affatto così sulla base degli indicatori presi in esame dall’analisi annuale de Il Sole 24 ore. Uno studio estremamente articolato e realizzato su novanta indici e sei aree tematiche, da analizzare attentamente: -Ricchezza e consumi (disponibilità economiche e capacità di spesa); -Affari e lavoro (opportunità occupazionale per le imprese); -Demografia, società e salute (condizioni di vita e di salute e livelli di istruzione); -Ambiente e servizi; -Giustizia e sicurezza; -Cultura e tempo libero. Quest’anno per la prima volta si introduce anche l’indice della Qualità della vita delle donne. Tra i novanta parametri, ce ne sono 28 aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di “indici sintetici” (cioè che a loro volta aggregano più parametri).

Se il biglietto da visita di una regione dovrebbe essere rappresentato, anche e soprattutto, dal suo capoluogo, in Molise non siamo messi particolarmente bene: Campobasso registra il peggiore indicatore – in periodo post pandemico – in ambito sanitario, dove risulta essere al posto 105 in classifica per Emigrazione ospedaliera sulla base delle dimissioni di residenti avvenute in altra regione.

Ma i dati negativi non terminano qui. Nell’area Affari e lavoro, Campobasso si piazza al 97° posto. Il capoluogo va a picco anche in Giustizia e sicurezza, attestandosi al 56° posto e scendendo di 47 posizioni, all’ interno di una città in cui le problematiche principali sono legate ai furti di autovetture, alla violenza sessuale ed al traffico di droga. Campobasso è anche in una top ten in cui c’è poco da rallegrarsi, ovvero quella degli incendi, in cui si attesta al nono posto. Sprofondo anche in area Demografia e società: 68° posto, perdendo 52 posizioni. A pesare negativamente sono le inesistenti piste ciclabili, che fanno precipitare la città al 105° posto. Nel rapporto tra auto e numero di abitanti Campobasso è 70°, nonostante il territorio comunale ridotto rispetto ad altre realtà: come conseguenza, aumenta l’inquinamento, con pm10 in crescita del 2,5%.

La lunga lista nera prosegue con l’indicatore Cultura e tempo libero, dove il capoluogo ottiene un poco onorevole 92° posto, perdendo 45 posizioni, un indice in cui pesa l’indice di sportività, negativo, e dove le librerie sono merce rara. Il calvario si conclude con la considerazione che Campobasso, sulla base del nuovo indicatore introdotto, non è una città per donne: nella classifica del benessere femminile è 82°. Solo per citare un esempio vicino, Isernia, c’è da dire che il capoluogo pentro è più su di circa 40 posizioni, attestandosi 48°. Pesa, al Sud, l’impatto della scarsa occupazione femminile e la sua altrettanto inadeguata retribuzione.

Ma quali realtà vengono premiate da questa 32ª edizione della storica indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane? E come migliorare? Ammesso che ci sia la volontà da parte di governanti e cittadini. Lo studio premia Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Nella classifica 2021 il capoluogo del Friuli Venezia Giulia vince anche il primato nell’indice Cultura e tempo libero, arriva seconda in Affari e lavoro e quarta in Ambiente e servizi. Sul podio delle realtà migliori rientra Milano, dopo la parentesi negativa del 2020 per effetto del Covid, mentre Trento resta solida al terzo posto.

I risultati dell’indagine evidenziano che tra le prime dieci province, sette sono del Nord-Est: Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10ª) è l’unica new entry, anche grazie al primato nella Qualità della vita delle donne, l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia. Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in Demografia, società e salute, grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione. Il progressivo superamento della crisi pandemica rilancia altre città metropolitane. Roma sale dal 32° al 13° posto, Firenze dal 27° all’11°. Bari (71ª) guadagna una posizione mentre Napoli (90ª) ne guadagna due. La Capitale, in particolare, entra nelle top ten della Qualità della vita degli anziani, uno dei tre indici generazionali che debuttano quest’anno nell’indagine e si distingue per livelli di istruzione, edifici coperti da banda larga e patrimonio museale.

Nelle ultime posizioni, in generale, quasi a confermare l’urgenza degli investimenti del PNRR in arrivo per ridurre i divari, il Mezzogiorno. Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo.

Tirando le somme, l’indice sintetico ci dice quindi che il capoluogo di regione perde 26 posizioni, attestandosi all’80° posto della graduatoria nazionale su 107 province, seguito da Isernia, all’81°.

I numeri ci dicono che è semplicemente arrivato il momento di voltare pagina e fare in modo che il nome del nostro territorio non sia più presente sui giornali italiani per questi record negativi. Che il 2022 possa essere foriero della volontà di cambiare e migliorare. 

di Marco Branca (da lafonte.tv)

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