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Il mio rientro

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Il sogno riservato al mio Molise

di  Pasquale Di Lena

15 luglio 2021

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Il mio rientro - dopo quasi quarant’anni vissuti in quella terra magica che è la Toscana, in gran parte a Firenze e il resto a Siena – nella terra di passaggio, snodo tra centro e sud Italia, il Molise, là dove sono nato e mi sono formato, ha significato una riappropriazione, delle proprie radici e, soprattutto, la piena espressione della mia natura di sognatore.
Una natura fortemente alimentata dalla bellezza e dalla ricchezza di arte, storia, cultura della terra di adozione, proprio nel tempo in cui condividevo con altri giovani come me il sogno di un mondo nuovo, migliore. Le possibilità datemi dai tanti e diversi impegni politico-sindacali e di lavoro che mi hanno permesso di girare in lungo e in largo la Toscana, da me sempre più amata, e di incontrare donne e uomini che hanno avuto la bontà e il pregio di condividere con me le loro storie di lotte e di conquiste, i loro sogni, le loro speranze. In pratica di vivere un sogno lungo, davvero bello. E, poi, la possibilità, grazie all’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana di Siena, di girare il mondo e raccontare, con una bottiglia in una mano e un bicchiere, sempre pieno di un grande vino italiano, nell’altra, le origini di quel vino, il territorio, e, i caratteri della bontà e della diversità che sapeva esprimere, soprattutto se riconosciuto Doc o Docg, cioè testimone del proprio territorio. Il racconto di una vigna e di un vino, e, anche, di un mondo e dei suoi protagonisti, che diventa sogno per chi ascolta e, come tale, interesse, voglia di averlo e di berlo. La capacità di comunicare è, al pari di una corretta strategia di marketing e di buone pubbliche relazioni, fondamentale per conquistare il consumatore e far vivere a un prodotto il successo che merita sul mercato.
L’opportunità di girare il mondo ha appagato la mia curiosità e, con essa, rafforzato il piacere del sogno riservato al mio Molise, la terra che racconta l’ospitalità e la speranza, sempre vive nel cuore e nella mente dei suoi abitanti. Dopo aver goduto della bontà dei grandi vini italiani, toscani in particolare e, dopo aver conosciuto la passione, la tenacia e l’amore dei tanti bravi viticoltori, era legittimo il sogno di dare anche al Molise un testimone principe del suo territorio, il vino rosso (tinto) più conosciuto e, fino agli anni ’60, il più diffuso, soprattutto nel cuore della regione, la Tintilia, il vino al femminile come la Barbera del Piemonte.
Un sogno trasmesso a più soggetti e fatto proprio, prima di tutti, da un mio caro compagno dell’Istituto Agrario, bravissimo agronomo, che è andato alla ricerca degli ultimi ceppi rimasti di questo vitigno; da un insegnante dell’Università del Molise, da pochi anni costituita; dall’allora presidente dell’Ente regionale di sviluppo agricolo, che ha promosso le prime sperimentazioni e, poi, dall’Assessore all’agricoltura e dall’Unione delle Camere di Commercio, che hanno indetto la pubblica audizione che ha portato alla nascita, dopo “Biferno” e “Pentro o Pentro di Isernia”, della terza doc, “Molise" "o del Molise". Una nuova doc, che apre alla tipologia del vino Tintilia come una delle 17 elencate nel disciplinare di produzione di questa nuova denominazione di origine, riconosciuta nel 1998. Una tipologia che, nel 2011, grazie al rinnovato successo, soprattutto fuori dal Molise, ottiene il riconoscimento doc “Tintilia del Molise”.
Il sogno e la voglia di raccontare il “Piacere Molise”, e di farlo con un grande disegnatore e comunicatore, Ro Marcenaro, che ha trasformato la “Farfalla Molise” colorata con i colori dell’arcobaleno, in un bellissimo logo. Sempre con l’aiuto di Marcenaro il sogno dedicato all’olivo, l’albero ancor più sacro nel Molise con le sue 19 varietà autoctone, la sua lunga storia, le sue numerose tradizioni.
Dei quattro sogni - le “Città dell’olio”, il “Parco dell’olivo di Venafro”, l’”Università dell’olivo e dell’olio del Mediterraneo” e l'”Olivoteca d’Italia – il Parco della biodiversità olivicola” - solo i primi due vengono realizzati.
Il primo con la costituzione, nel dicembre del 1994, dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio nella patria dell’olivo “Gentile”, la mia Larino. Una realtà oggi forte di 350 comuni associati con la sua sede operativa a Monteriggioni.
Il secondo, il “Parco storico regionale dell’olivo di Venafro” è, a distanza di oltre vent’anni dalla sua costituzione, il solo Parco tutto dedicato all’olivo e alla storia affascinante del suo olio, oggi noto con il nome “Aurino”. In tema di parchi, il sogno di un “Parco agricolo”, la possibilità di trasformare la più grande azienda agricola operante in Molise, in un Parco vissuto con i suoi 100 e più ettari di vigneto; 18 ettari di oliveto; la grande stalla di bovini della razza “Bruna alpina” e le piccole stalle degli ovini, suini e asini destinate al recupero delle razze in via di estinzione; i seminativi; gli ortaggi e, soprattutto, i 7 laghi e i tanti viali, tutti da alberare. Il grande sogno che la pratica diffusa del pregiudizio mi ha cancellato.
E poi altri sogni ancora, come quello di un Molise tutto bio e quello di un “Ponte ideale” che permetta di rendere possibile e permanente l’incontro tra piccolo e grande Molise, quello che è sparso in ogni angolo del mondo. In pratica il sogno di un Molise laboratorio al servizio dell’Italia, grazie alla possibilità di avere di tutto un po’. Una stupenda campagna, alternata da foreste, boschi, prati pascoli, che la colorano di verde, un verde particolare, bagnata da un mare che, con il suo pescato, gli orti non lontani, e gli oli delicati, rendono ricchi di sapori e di profumi i piatti di una cucina marinara che trova nel “Brodetto alla termolese” l’espressione più alta.
Un Molise laboratorio a disposizione di un Paese, l’Italia, che oggi, prim’ancora che di denaro, ha bisogno più che mai di sogni per essere riconosciuto, tutto e non solo in parte, patrimonio immateriale dell’umanità. Il Paese della ricca biodiversità, dei mille e mille territori segnati da campanili e e rappresentati da testimoni particolari, quali oli, vini, formaggi, frutta, ortaggi, che, con il pescato dei suoi mari, raccontano la bontà e il benessere di uno stile di vita, la Dieta Mediterranea, la più desiderata al mondo.        

di  Pasquale Di Lena (da  pasqualedilena.blogspot.com)

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