Italo Testa: La protesta senza proposta è controproducente

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Italo Testa: perché il Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità non ha aderito alla protesta

di Italo Testa

25 marzo 2021

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Mercoledì, davanti alla sede del Consiglio regionale, ha avuto luogo una manifestazione per denunciare la gestione sanitaria e per chiedere le dimissioni dell’esecutivo guidato da Donato Toma. Il Forum per la difesa della sanità pubblica di qualità ha deciso di non prendere parte alla mobilitazione. Quali sono le ragioni?

Attualmente, il punto principale non è che Toma e gli altri devono andare a casa. Non ci si può aspettare che il presidente di una regione si dimetta spontaneamente nel bel mezzo di una crisi sanitaria non fosse altro che per una questione di etica dell’eletto che non può dimettersi quando si presenta un momento difficile. D’altra parte non si può neanche chiedere al governo nazionale di sfiduciare un governo eletto democraticamente dai cittadini molisani.

Dunque è evidente che non è questo il modo di risolvere i problemi della sanità molisana.

Rispetto agli organizzatori della manifestazione di mercoledì, quello che posso dire è la rottura con loro è avvenuta nel momento in cui hanno interrotto la nostra iniziativa per abolire il debito sanitario, l’arma principale utilizzata per distruggere la sanità pubblica molisana e per spostare risorse verso le strutture private accreditate.

Quando è avvenuto ciò?

Da tempo stavamo portando avanti un’azione per cercare di riunire tutti i comitati su una sola parola d’ordine: ridare dignità alla sanità pubblica. Eravamo partiti dalla manifestazione a Piazzetta Palombo a Campobasso, passando poi a Termoli, Larino, Isernia e in ultimo saremmo andati a Venafro. L’idea era quella di mettere fine alle contrapposizioni tra gli interessi locali – la difesa di questo o quell’ospedale particolare – e far convergere tutte le forze contro il processo di privatizzazione della sanità.

Questo aspetto è difficile da comprendere ancora oggi. Comunque, voler sottrarre la sanità dalle logiche del profitto comportava innanzitutto far cessare la gestione commissariale, sia interna, cioè con un commissario - governatore perché come si è visto da Iorio in poi nessuno ha voluto azzerare il debito per comodità, sia esterna, attraverso un commissario nominato dal Governo che per rispondere all’obbligo di sanare il debito aveva operato tagli nel settore pubblico.

Quindi, per tornare all’azione di cui parlavo, proprio per unificare tutti i comitati, stavamo preparando una grande manifestazione per andare a Roma e parlare del debito sanitario, ma qualche appartenente ai comitati di Larino, Termoli e Isernia decise di rompere il fronte organizzando una manifestazione a Roma aperta a chiunque volesse parteciparvi, accusando noi del Forum di non voler fare nulla e di aspettare troppo.

Da qui si è compreso che dietro questi comportamenti c’era qualcuno che voleva far saltare la nostra iniziativa per evitare che si parlasse del debito sanitario.

E chi è che non vuole parlare del debito? Per esempio, lo stesso Toma, un commercialista messo lì solo per la capacità di mischiare le carte relative al proprio al debito senza sanarlo, visto che ha dimostrato di non capire niente di politica come dimostra la vicenda Calenda. Toma sosteneva una linea: voleva cancellare il Decreto Balduzzi, che non c’entrava nulla con il debito.

Sta di fatto che alcuni componenti dei comitati andarono a manifestare a Roma con sette/otto pullman, il che destò, se ricordo bene, anche qualche sospetto sui possibili finanziatori politici.
Onestamente, all’interno del Forum dibattemmo molto perché qualcuno sosteneva non fosse giusto farsi scavalcare. In quella occasione io assunsi una posizione ferma, ma naturalmente stabilimmo che ciascuno di noi avrebbe potuto partecipare individualmente. Ad una nostra rappresentante fu comunque impedito di salire sul pullman, segno evidente che dall’incontro con i rappresentanti istituzionali si doveva assolutamente tenere fuori la questione del debito. 

di Italo Testa

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