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“Torna a casa!”

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“Per uno che si occupa dolorosamente da anni dello spopolamento dei paesi è molto doloroso sentirsi dire devi tornare a casa. Ogni metro del mio paese è casa mia. Ma come facevo a spiegarlo?” 

di Franco Arminio - fb

24 febbraio 2021

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Poco fa sono uscito a fare due passi. L'infezione che ho preso mi porta un bruciore insopportabile all'orecchio.
Esco a fare due passi, munito come sempre di doppio scaldacollo, dunque molto più protetto rispetto alla normale mascherina. Cammino da un minuto esatto in piazza. Ovviamente da solo, senza nessuna possibilità di incontrare un essere vivente. Walter è morto il giorno di capodanno. Diana, la vecchia cagna, è stata investita qualche giorno fa.
Arriva una volante dei carabinieri. Mi chiede cosa faccio in giro. Dico che sono a cinquanta metri da casa mia, sono uscito a prendere un poco d'aria. Mi dice con tono perentorio che devo tornare a casa. Gli chiedo che ora è. Mi risponde infastidito: le dieci e mezza. Va bene, replico, torno subito a casa. Lui ha ragione, ha la legge dalla sua, è il suo lavoro farla rispettare. Ma io stasera dove e con chi mi potevo assembrare? Sono straconvinto che ci vorrebbero misure rigorose per provare a fermare una malattia dagli esiti imprevedibili, ma trovo assurdo sequestrare il bisogno di una passeggiata solitaria.
E visto che ci troviamo va detto che in un mondo normale il vaccino dovrebbe essere prodotto e distribuito in tutto il mondo, il vaccino non è un cioccolatino, non è uno sfizio che ti devi comprare. Il fatto che non mettiamo neppure in discussione che in questo caso la proprietà è davvero un furto e mi riferisco alle multinazionali del farmaco, vuol dire che siamo in una tremenda bancarotta morale che unitamente alla minaccia del virus sta rendendo il nostro mondo letteralmente insopportabile (e stasera ho anche il dolore per la morte di Franco Cassano e per il fatto che i media hanno quasi ignorato la grave perdita per la nostra nazione)

di Franco Arminio - fb

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