Salvare la biodiversità significa salvare l’economia

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Lo dice uno degli studi più importanti mai condotti sul tema

di Micaela Fanelli - fb

11 febbraio 2021

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Temuta, annunciata, orami inevitabile, è stata decretata la zona rossa per 100.000 molisani, dopo aver voluto pervicacemente mantenere i ventisette comuni in zona gialla, nonostante tutti i parametri, ad iniziare da quelli dei posti letto ospedalieri, indicassero la necessità di azioni di contenimento preventive, che non ci sono state. 

Per settimane, al tavolo covid, in consiglio regionale, sulla stampa, abbiamo ammonito di controllare e fare in modo che Rt, conteggi, aumento della mortalità, fossero inseriti in una lettura coerente e fossero assunte decisioni consequenziali. Per mesi non si è fatto nulla, anzi si è negato. Si è detto che i posti letto di terapia intensiva c'era, che i giganteschi focolai fossero “piccoli cluster”, che il sistema sanitario stava funzionando alla perfezione, fino ad arrivare, ormai troppo tardi, a una decisione estrema, quella della zona rossa. 

Che oggi diventa, davvero, indispensabile per bloccare i contagi, ma che non assolve, anzi pone l’ennesima colpevole responsabilità, in capo alla Presidenza della Regione e ai vertici Asrem, che fino alla fine hanno negato la realtà, anche quella evidenziata dai dati reali. E così, dal “liberi tutti”, nell’arco di poche ore, si è passati alla più estrema delle conseguenze, quella della zona rossa, che avrà pesanti ripercussioni sull’intero tessuto sociale e produttivo del Basso Molise. 

Perché non si è avuta la capacità di leggere i dati e di assumere decisioni preventive ed equilibrate, perché non si è voluto ascoltare chi, operatori sanitari, sindaci, sindacati, forze politiche, per settimane ha denunciato il pericolo verso il quale si correva in maniera incontrollata e ancora martedì scorso, quando in Consiglio abbiamo evidenziato, per l’ennesima volta, l’andamento dei contagi, la carenza di posti letto, i dati forniti al Ministero incongruenti con la realtà dei fatti, il Presidente Toma ci rispondeva sostenendo che era tutto falso.

Fino a quando, ieri sera, è stato costretto a guardare in faccia la realtà e a segregare oltre 100.000 molisani, dando il via ai primi trasferimenti di pazienti verso altre regioni, visto che i nostri ospedali sono letteralmente “esplosi” sotto l’insostenibile pressione dell’aumento dei contagi, che ha mandato in tilt il San Timoteo di Termoli e già da giorni anche il Cardarelli di Campobasso, dove la torre Covid ed i nuovi posti di terapia intensiva restano un miraggio.

Ed ora?

Ora si apre, contemporaneamente all’emergenza contagi, quella relativa ai vaccini, l’unica arma che potrà, nei prossimi mesi, assicurarci un minimo di tranquillità. Ma anche in questo caso, la Regione e l’Asrem brancolano nel buio e il piano vaccinale resta un annuncio senza conseguenze reali. Perché 6 punti di vaccinazione regionale sono pochi ed insufficienti per coprire tutta la popolazione molisana in tempi rapidi e certi. E allora, fin da oggi, in previsione dell’arrivo dei vaccini, è indispensabile aumentare i punti vaccinali.

Ce lo impone la necessità, la consapevolezza, l’urgenza di impedire il verificarsi di altre immani tragedie, come la morte di quel papà di 38 anni, che non può non smuovere le coscienze di chi ha la responsabilità di preservare la salute pubblica.

A questa famiglia, a quelle che stanno piangendo i loro cari, a tutte le persone che in questo momento stanno lottando contro il virus, va la nostra più sincera solidarietà e vicinanza. Ma anche la promessa che non ci fermeremo nel pretendere verità, denunciare le incapacità, fare tutto quanto nelle nostre possibilità di consiglieri di opposizione per evitare il ripetersi di queste emergenze annunciate e non governate.

di Micaela Fanelli - fb

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