Edicole al passo d’addio

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La domanda è: i docenti saranno disposti a sacrificare una quota delle loro preziose ore di lezione in nome della promozione della lettura?

di Marco Branca (da lafonte.tv)

26 gennaio 2020

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È di appena un mese fa il nostro ‘grido di dolore’, con la denuncia sull’evidente stato di abbandono da parte della politica di quelli che furono un tempo edifici di pregio e centri culturali della cosa pubblica. La focalizzazione andò al capoluogo regionale, ma gli esempi sono presenti ovunque, in Molise e non solo.

Trenta giorni dopo sempre a Campobasso, siamo a raccontare una nuova mancanza: di valore, di conoscenza, di cultura, di informazione. Un impoverimento che simbolicamente prende il via con la chiusura delle biblioteche, prosegue con la drastica riduzione del numero delle vecchie librerie e cartolerie e termina il drammatico percorso con le edicole, tra smantellamenti e cessioni di attività per pochi euro, segno indelebile di una realtà sul viale del tramonto. Nei pressi di queste piccole cattedrali stracolme di sapere, dove un tempo la cultura aveva inizio e si creavano aggregazioni e capannelli di discussione grazie ai quotidiani appena acquistati o soltanto commentando i titoli in esposizione, ora c’è il deserto più assoluto e le vecchie edicole sono diventate nell’immaginario collettivo, il tassello finale e non necessario di un’informazione ritenuta evidentemente non più al passo con i tempi.

Riesce difficile immaginare come si possa fare a meno di quello sguardo sul mondo che spaziava attraverso i giornali in vetrina, che ormai è venuto meno. L’edicola era e resterà, nel mio personale, una sorta di officina delle idee nella quale si incontravano pareri differenti, senza mai trascendere. Questi, come altri, rappresentano spaccati di vita vissuta che in qualche maniera non esistono più.

È doloroso allora, attraversando le vie periferiche del capoluogo di regione, constatare come diverse edicole siano state smantellate di recente e l’attività svanita insieme al chiosco; altre, al centro della città e rilevate anni addietro per somme di denaro consistenti, oggi vengono svendute ad un valore ridotto di un decimo rispetto al prezzo di acquisto.

Se fino agli anni Novanta le copie vendute sfioravano i sette milioni su scala nazionale, da allora è iniziato un lento declino a causa dell’espansione dell’informazione tecnologica e di internet. Lo stesso destino è toccato alle librerie, sulle quali si è abbattuta la mannaia del commercio online, cannibalizzato da multinazionali in palese concorrenza sleale, poiché di certo nel nostro paese non pagano le tasse che invece vengono versate dalle piccole imprese. In ultima analisi, poi, i librai subiscono il meccanismo degli sconti che le grandi catene di distribuzione praticano in maniera indolore, per loro solo uno delle migliaia di articoli in vendita, a differenza di chi con i ricavi di quel prodotto vive.

Per il rilancio e per salvare un settore ormai allo stremo delle forze, si dovrebbe per forza di cose ripartire da idee come quelle già positivamente sperimentate in città come Milano, dove si sta tentando di far tornare l’ edicola uno dei luoghi di aggregazione della vita sociale, un punto di riferimento vicino a casa, dove poter acquistare i giornali, ma anche alimentari e dove trovare altri servizi: dalla cura della casa a come cercare una baby sitter o un falegname, pagare una multa, una bolletta o richiedere un certificato. L’auspicio è che presto anche nel nostro Molise si abbia la maturità di poter avviare un discorso di questo tipo.

Nel frattempo, una legge sulla Lettura esiste. Attesa da anni, se non da decenni, poco meno di un anno fa venne approvata definitivamente in Parlamento all’unanimità. Complice la pandemia che di lì a poco avrebbe invaso il nostro quotidiano, la sua applicazione è stata finora molto blanda, ma le idee sono state poste e l’auspicio è quello che una volta tornati alla normalità, i diretti beneficiari possano finalmente fruirne. Sono stati previsti incentivi fiscali per librerie, è stata realizzata una Carta della cultura con 100 euro per i meno abbienti, è stato istituito un Fondo nazionale per la lettura, ma soprattutto il passo fondamentale, unito agli strumenti istituzionali, sarà quello di promuovere la lettura a livello locale e nelle scuole, vero obiettivo del quadro normativo.

I fondi stanziati ammontano ad un milione anche per il 2021 e se verrà attuato lo spirito della legge, teso a coinvolgere le biblioteche ed altri soggetti pubblici, in particolare le scuole, nonché soggetti privati operanti sul territorio interessati alla promozione della lettura, la speranza di un nuovo inizio non sarà più solo un miraggio.

La domanda è: i docenti saranno disposti a sacrificare una quota delle loro preziose ore di lezione in nome della promozione della lettura? Il prossimo futuro, auspicabilmente liberato dal Covid, ci darà una risposta in tal senso, ora che la legge esiste. La differenza sarà fatta da coloro i quali a queste tematiche non resteranno indifferenti.

“Leggere è un balsamo, cura le ferite. Se non possiamo avvicinarci al mondo, possiamo comunque vederlo e viverlo attraverso la fantasia”: parola di Ignacio Taibo II, biografo di Che Guevara, Pancho Villa e Tony Guiteras. Un auspicio che facciamo nostro e che difendiamo ogni giorno, diffondendo informazione. Soprattutto per le nuove generazioni. 

di Marco Branca (da lafonte.tv)

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