Consigli per rendere sicuro ed efficiente il cammino

Visite: 294

Spensieratezza, senso di libertà, adrenalina, avventura e stupore sono solo alcune delle sensazioni che il TREKKING regala a chi si dedica a tale attività

di Angelica Roselli (da camminiditalia.org)

16 novembre 2020

Back

È l’etimologia stessa del termine “TO TREK”, dall’inglese, che significa lunghe e lente camminate in paesaggi naturalistici, ad identificare questa attività ideale per chi ama avventurarsi in esperienze suggestive che mettono in connessione anima e corpo, e donano, dunque, un tipo di attività fisica differente dalle classiche, talvolta prive di stimoli, cui siamo abituati quotidianamente.

a ritardata post trekking. La natura dei terreni sconnessi e la presenza di imprevisti dei percorsi infatti, dev’essere un campanello d’allarme per la salute delle proprie articolazioni.

La prima cosa da capire è il modello prestativo del Trekking, ovvero, per sommi capi, la tipologia di attività dal punto di vista biomeccanico e bioenergetico: si tratta infatti di un’attività “stereotipata”, nonché ciclica, in quanto prevede il ripetersi del pattern motorio (o schema del movimento) del passo, con una buona dose di gesti “non stereotipati”, determinati dai dislivelli, dagli ostacoli, dalle sconnessioni del suolo; invece, dal punto di vista energetico, vi è un’alta richiesta di scorte energetiche (glicogeno muscolare ed epatico) e una buona/ottima capacità cardiorespiratoria, dal momento che l’attività si protrae per diverse ore.

Il quadro fornito dal modello prestativo, ci aiuta già a comprendere che migliorare la qualità del passo (gait analysis), migliorare la capacità aerobica e rinforzare la muscolatura (non solo degli arti inferiori!) può conferire un’esperienza più sicura, piena, e priva di situazioni di dolorabilità.

VALUTAZIONE POSTURALE E ANALISI DEL CICLO DEL PASSO:

Il ciclo del passo si compone di due principali fasi, “Swing” (oscillazione) e “Stance” (appoggio) in maniera alternata tra gamba destra e gamba sinistra: si può affermare che vi sia un’orchestra tra attivazione e inibizione di muscoli agonisti e antagonisti che, nell’insieme, generano un gesto di propulsione in avanti nello spazio.

Camminare è un vero e proprio automatismo!

Si pensi ad esempio alla richiesta di rotolare, rialzarci e saltare, nel minor tempo possibile: ebbene, il nostro cervello dovrà prima “allenare” questa sequenza di gesti. Ciò non avviene più nel cammino, perché, a livello neurologico, non è più un’azione che richiede di essere programmata dai centri nervosi superiori.

Tuttavia, nel caso specifico del Trekking, ci si trova di fronte a una serie di cambi di direzione, dislivelli e terreni tutt’altro che pianeggianti, che sottopongono a un forte stress non solo le articolazioni, i legamenti, e i muscoli stessi, ma anche la nostra corteccia motoria, un’area cerebrale che, insieme ad altri centri nervosi, impartisce ordini nell’esecuzione dei movimenti.

Dunque, alla luce di queste criticità, effettuare una valutazione posturale può aiutarci a capire se la nostra postura statica presenta sui tre piani dello spazio (frontale, laterale e sagittale) dei disallineamenti, dismetrie, disequilibri e scompensi muscolari significativi rispetto a una postura ideale di riferimento (la quale, per onestà affermo che non esiste!).

Preso atto dei risultati della valutazione posturale, si deve procedere con l’analisi del passo, che, generalmente, si esegue tramite un baropodometro, ovvero uno strumento clinico in grado di rilevare le differenze di pressione esercitate sul suolo dai due arti, e in che modo il peso corporeo si distribuisce, più o meno equamente, sulla fascia plantare.

Nel caso in cui non ci sia la possibilità di usufruire del baropodometro, non demordere! I chinesiologi conoscono una serie di test motori i cui risultati indicano la presenza di retrazioni e/o disfunzioni muscolari.

Partendo dal basso verso l’alto, si possono prendere in esame i piedi: la prima cosa che deve emergere è la presenza di grosse differenze tra il destro e il sinistro nel loro posizionamento statico. Lo stato della volta plantare può già classificare la tipologia di piede che ci troviamo ad analizzare: un piede piatto sarà indice del collasso della volta plantare, e conseguentemente si riscontrerà una forte inibizione dei muscoli che sorreggono la volta, ovvero, tibiali anteriori e posteriori, flessore lungo dell’alluce insieme a una debolezza dei legamenti che la costernano. Questa condizione avrà ripercussioni sul distretto del ginocchio, il quale statisticamente si presenterà in condizione di valgismo (collasso verso l’interno) che a sua volta vedrà una forte debolezza dei muscoli mediali della coscia.

Salendo di livello, sarà il bacino protagonista della nostra analisi: ad esempio, dal semplice basculamento del bacino, o la sua retro/antiversione (riferito al posizionamento delle spine iliache antero superiori – se troppo indietro o troppo in avanti rispetto ad un asse ideale, rispettivamente), si possono intuire una serie di disequilibri muscolari che coinvolgono l’anca e il tratto lombare.

Come si può intuire, qualsiasi problema che si presenti non è solo “locale”, ma diventa “globale” poiché un danno genera a catena maladattamenti miofasciali e strutturali, le tensioni muscolari scorrette influenzeranno lo sviluppo della corteccia ossea, e nei casi peggiori, sfociare in condizioni di artrosi, usura di tendini e legamenti, lesioni muscolari.

Risolvere tutte queste situazioni sarà cruciale nel momento in cui si decide di avvicinarsi al Trekking, perché se già in condizioni standard gli atteggiamenti posturali scorretti (chiamati paramorfismi) possono essere causa di impedimenti nella quotidianità e abbassamento della qualità di vita, durante il Trekking potrebbero essere accentuati, diventando la miccia per far scatenare a catena tutte le infiammazioni latenti già presenti. Chi si avvicina al Trekking ha come obiettivo quello di soddisfare il proprio benessere e spesso non si conoscono i rischi che si corrono prima di svolgere qualsiasi tipo di attività: prevenire è meglio che curare!

di Angelica Roselli (da camminiditalia.org)

Back