La Casa delle Capre

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“Abbiamo creato un’oasi bucolica dove far crescere i nostri figli”

di Candido Paglione - fb

10 dicembre 2020

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La Casa delle Capre nasce dal progetto di una famiglia che ha deciso di “cambiare vita” e di creare dalla propria passione per gli animali, e soprattutto per le capre, il proprio futuro. Così a Sala Biellese Daniela e Massimo hanno dato vita a un’azienda agricola immersa nella natura dove producono formaggi, garantendo ai loro figli di crescere in un ambiente libero e sviluppando un grande rispetto per gli animali.

I protagonisti della nostra storia sono Massimo Sernagiotto e Daniela Leone, che un giorno hanno deciso di cambiare lavoro e di spostarsi in campagna, dando vita al sogno di crescere i loro figli nella natura e circondati da animali. Come ci racconta Daniela, «la nostra storia si basa su un radicale cambio di vita: mio marito ha lavorato per 25 anni come elettricista mentre io ho frequentato una scuola alberghiera e ho lavorato diversi anni in strutture ricettive.

Tutto è cambiato otto anni fa, con l’arrivo dei nostri bimbi. Volevamo per loro un futuro più libero e lontano dalle città, così abbiamo venduto la casa dove abitavamo e ci siamo trasferiti nel biellese, per cominciare una nuova avventura. Ci piaceva l’idea di vivere in una piccola realtà, senza tante pretese. Un paesino che non doveva avere necessariamente tanti servizi ma dove i bambini sarebbero potuti crescere nel verde».

Così Daniela e Massimo hanno comprato una casa adatta a loro, con una stalla come quelle di una volta e circondata da un ampio spazio aperto. Qui hanno aperto la loro azienda agricola che hanno chiamato “La Casa delle Capre”, che sono così diventate parte integrante della loro famiglia. In questo modo hanno trasformato loro passione per gli animali nel lavoro della loro vita. Come ci racconta Daniela, «Nella “casa” le capre hanno a disposizione spazi al chiuso e un grande prato all’aperto. Per noi è di fondamentale importanza sapere che vivono in un modo pulito, controllato e il più naturale possibile».

Potremmo definirla una piccola “oasi bucolica” dove produrre e assaporare il gusto di prodotti genuini e realizzati secondo le tradizioni delle valli. All’interno dell’azienda è presente un laboratorio per la produzione dei formaggi freschi e stagionati, degli yogurt e del latte, oltre che un punto vendita dove questi vengono distribuiti. Una parte del latte prodotto viene venduto a un caseificio della zona e hanno attivato una collaborazione per la realizzazione di saponi derivanti dal latte di capra.

All’interno dell’azienda l’impegno quotidiano non manca e, come ci raccontano «con il lavoro che facciamo non ci sono giorni liberi ma questo stile di vita ci piace perché ci lascia il tempo di crescere i bambini e vivere nella consapevolezza che è essenziale il rispetto della natura e degli animali».

In particolare, questo momento di emergenza sanitaria non ha reso vita facile ai piccoli produttori che, però, dimostrano con forza la loro capacità di reinventarsi. Proprio come ci viene raccontato, «nei mesi di lockdown abbiamo rischiato di perdere molti clienti, soprattutto all’inizio, quando ci siamo trovati a produrre molto più formaggio di quanto riuscissimo a venderne. Per una piccola realtà come la nostra non riuscire più a vendere i propri prodotti avrebbe conseguenze durissime, allora abbiamo cominciato con le consegne a domicilio, andando in contro alle richieste delle persone».

Ma la vera forza, come ci viene raccontato, è il rapporto con i produttori locali della zona che, nello stesso modo, stanno vivendo le medesime difficoltà dettate dalla pandemia e insieme cercano di creare una filiera in modo da valorizzare i rispettivi prodotti. Un esempio concreto sono i cesti natalizi che realizzano insieme ad altre realtà della zona e che contengono varie le specialità.

«Nei paesi accanto al nostro ci sono produttori che realizzano buonissime marmellate, c’è chi fa il miele, c’è una vasaia che produce portasaponi e chi altre particolarità del territorio, tutti prodotti che fanno parte del cesto di Natale. In questo momento di emergenza sanitaria siamo infatti disponibili a collaborare con tutti. Insieme cerchiamo di creare una filiera per farci conoscere e aiutarci a vicenda».

di Lorena DI Maria (da italiachecambia.org)

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