Il cardinale Poletti a Toro

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I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise 

3 dicembre 2020

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Il paese era irriconoscibile: bandiere tricolori miste a quelle bianche e gialle vaticane allietavano balconi e finestre. L’euforia si coglieva nell’aria perché il paese si stava affollando di tanta gente e di tanti visitatori illustri, pur essendo un semplice giorno feriale.

Gonfaloni di molti comuni molisani erano portati solennemente dalle guardie comunali, non mancava quello dell‘Amministrazione Provinciale e della Regione Molise. Tutte le massime cariche istituzionali regionali e comunali erano approdate  in paese ed ora attendevano nell’affollatissima piazza di poter accogliere il Presidente dei vescovi italiani, Mons. Ugo Poletti.

Quest’ultimo, stranamente, era già passato per la piazza, ma  non si era fermato , allora qualcuno dovette organizzare un nuovo giro e far rientrare il cardinale per la piazza e questa volta in maniera trionfale, Il sindaco era ansioso, doveva consegnare le chiavi d’onore del paese all’illustre ospite e fargli il discorso di benvenuto, fu subito fatto notare il contrattempo e il corteo di macchine dell'illustre ospite prese la variante e rientrò di nuovo in paese.

Fra due ali di folla festante fu fatta fermare la macchina blu con targa vaticana nella piazza, l’alto prelato scese fra un mare di gonfaloni e bandiere e fu accolto trionfalmente dalle autorità. 

Dopo il saluto e la consegna delle chiavi e il bel discorso del Sindaco, il corteo si spostò in convento. Nella piccola chiesa, satura di sacerdoti e frati, il cardinale ebbe a fare il suo ingresso, dopo che, processionalmente, era uscito dal chiostro vestito dei paramenti sacri.

 L’omelia del cardinale fu molto bella, un discorso di un vecchio pastore, più che un altisonante discorso di un uomo importante della curia vaticana. 

Nell’omelia si ebbe più volte a rimarcare l'amicizia della nostra compaesana suor Nicolina De Santis, che era stata l’artefice dell’invito. Invito che era finalizzato alla inaugurazione della Fisiomedica Loretana, la clinica per il recupero motorio, ospitata nei locali del convento. 

Il cardinale era veramente felice per l’accoglienza che aveva notato dal piccolo ma dignitoso paese, richiamando i valori dell’umiltà, appunto.

 Nel bagno di folla, lo si era visto sinceramente felice tra piccoli e grandi. Appena fu terminata la messa, si diede inizio alla cerimonia di inaugurazione dell’Istituto di cura, a ridosso del convento.

Gli ammalati furono salutati singolarmente dal cardinale e tutto si concluse con un ricco rinfresco. Chiaramente la più entusiasta era suor Nicolina, che si sentiva orgogliosa di aver fatto gioire e inorgoglire, non solo il suo paese natale, ma l’intera regione Molise per quella visita così importante.

di Vincenzo Colledanchise 

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