Gara di virilità alla visita di leva

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I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre

di Vincenzo Colledanchise 

13 novembre 2020

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Partimmo in quattro dal paese, eravamo tutti della stessa classe, chiamati ad assolvere alla visita di leva. Col treno raggiungemmo Foggia dove si trovava il Distretto Militare.

I locali della caserma, fatiscenti e scuri, incutevano disagio e la prospettiva di dover consumare lì il pranzo nella mensa militare fu scartata subito, ancor di più fu scartata l’ipotesi di poter rimanere a dormire in quegli squallidi cameroni militari con brande logore, perciò preferimmo andare in una modesta pensione.

All'indomani in caserma fummo invitati a spogliarci e ufficiali medici alquanto annoiati, svogliatamente eseguivano le solite monotone operazioni quotidiane.

Fummo pesati, misurati, auscultati, tastati, ecc. Ma tutti attendevamo con ansia la visita al basso ventre.

Un ufficiale medico, omone grosso e grasso, con presa sicura e senza minimamente scomporsi, acchiappava violentemente lo scroto e con movimenti svelti e decisi cercava di indovinare forma e consistenza degli attributi in esso contenuti.

Eravamo tutti nudi, ritrovandoci inconsapevolmente a dover competere in una gara di virilità, nostro malgrado, perché uno scostumato anch'egli in attesa della visita, indicava a dito con gran scherno coloro che la natura aveva meno dotato.

di Vincenzo Colledanchise 

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