Una tragica morte presagita

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Un racconto di Antonio Scasserra, cultore delle tradizioni molisane

di Antonio Scasserra - fb

2 novembre 2020

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Zia Domenica era la sorella più piccola del mio bisnonno Costantino Scasserra. Quando nacque, suo nonno uscì fuori di casa per scrutare il cielo e rientrando tutto crucciato esclamò "è nata sotte a na mala sctella". Passarono gli anni e in occasione di una festa di San Liberato, zia Domenica ormai adolescente volle farsi predire il suo futuro. 

In quelli anni, a Roccamandolfi, in occasione della festa del santo protettore accorrevano migliaia di fedeli e pellegrini. Nei tre giorni di festeggiamenti si tenevano fiere e spettacoli a cui si aggiungevano mendicanti, giocolieri, cartomanti e borseggiatori. Zia Domenica, ricevuto quei pochi soldi dai genitori decise di andare dalla sonnambula per conoscere il suo futuro. Alla sonnambula la cultura popolare attribuiva poteri di chiaroveggenza. Il responso fu pesante per una giovinetta. La sonnambula le predisse la morte per annegamento sconvolgendo non poco la ragazza e i suoi cari. Passarono pochi anni e zia Domenica sposò un giovane di Roccamandolfi, figlio di uno dei primi emigranti in America. Il marito decise di raggiungere con lei il padre negli Stati Uniti ma  zia Domenica, memore del presagio della sonnambula, non volle partire perché temeva di imbarcarsi e morire annegata nelle acque oceaniche. Da lì a qualche mese si seppe in paese della sciagura del Titanic che zia Domenica accolse tirando un sospiro di sollievo, per lo scampato pericolo, decidendo di raggiungere il marito perché ormai non aveva più nulla da temere. 

Un pomeriggio come tanti era andata in montagna insieme alla cognata e a due sorelle a portare il pranzo agli uomini di casa e ai braccianti che lavoravano nei possedimenti della famiglia Scasserra. Quella sera avevano l'appuntamento con venditore di tessuti del paese perché dovevano comprare la stoffa per farsi "la vesta nova", in quanto, non si addiceva imbarcarsi con il costume tradizionale, faceva troppo cafona; "vita nuova abito nuovo". In preda all'entusiasmo decisero di fare la via più breve e di saltare un guado sul torrente sottostante le masserie di famiglia. In mancanza di un ponte c'era un tavolaccio mobile.

Le donne non tornavano mai a casa a mani vuote, quel pomeriggio chi portava nel grembiule la verdura raccolta nei campi, chi il contenitore del latte appena munto, zia Domenica aveva una fascina sulla testa. Passò prima nonna Menga, le sorelle e poi lei. Con le mani si reggeva il carico con la testa quando, nel salire sulla tavola le si slacciò il grembiule cadendo tra i piedi e intralciando il passo. In una frazione di secondi la tavola si ribalto' facendo cadere in acqua la povera zia Domenica. Il pesante costume che indossava si inzuppo' immediatamente facendola calare a picco nell'acqua e la furia del torrente in piena la fece sparire in un baleno sotto gli occhi increduli di chi stava a guardare. Il corpo non fu mai ritrovato. Il presagio della sonnambula si era avverato.

di Antonio Scasserra - fb

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