I vagiti di un ecovillaggio

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Gli ecovillaggi diventano luoghi significativi quando sanno riconoscere gli errori commessi, quando imparano a gestire i conflitti, quando sono aperti sul mondo

di Domenico Dalba (da comune-info.net)

8 ottobre 2020

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Sono emozionate le mani, piccole e grandi, nodose e delicate, femminili e maschili. Sono trepidanti come quelle di una ginecologa, che raccoglie le tenere, viscide membra sanguinolente di una neonata, ne ascolta i suoi primi vagiti, provvede subito a lavarla, asciugarla, visitarla, esibirla trionfante alla puerpera, esausta, gocciolante, occhi splendenti di luce. A partorire, questa volta, è la terra, la generosa terra di Romagna, madre di tanti figli, semplici, sinceri, creativi, entusiasti della vita. Due per tutti, Pascoli e Fellini. Le mani di… Alberta, Lella, Loris, Luigi, Maria, Paola, Roberto, che per anni hanno agognato l’arrivo di questo magico momento.

Rccolgono e accolgono amorevolmente zucchine, turgide di linfa, stillanti rugiada, verde smeraldo. Profumate. Le depongono, senza fretta, delicatamente, come se mettessero nella culla i loro rampolli, in rustici cesti, fatti con listelli di canne e polloni di ulivi, intessuti dalla sapienza antica.

Santarcangelo, contrada Sant’Ermete. Sede dell’ecovillaggio “Comunità nuovo Mondo” che timidamente mormora “Io ci sono!”. Il podere, invaso tempo addietro da sterpaglia, rovi, borragine, canne, rucola, amaranto, enula, pastinaca, è divenuto un fiorente orto.

Ad offrire la terra in comodato d’uso gratuito alla CNM, l’imprenditore Enrico Poggiali, consapevole che la storia è ad un giro di boa: finire nel baratro sociale e planetario o cogliere anche per i suoi figlioli l’opportunità di un mondo più vivibile, in cui le potenzialità vengano riconosciute, promosse e loro possano essere felici.

La parte bassa della campagna elargisce insalate, zucchine, pomodori, cavoli, rape, bietole, cicorie, melanzane; quella alta, che si inerpica dolcemente sul declivio di una morbida collina, occhieggia con rosse ciliegie, azzurre prugne, albicocche arancione e olive ancora verdi, frutti che raggiungeranno dimensioni maggiori quando la mano del potatore donerà aria e ossigeno alle chiome, ridottesi per incuria a un groviglio di rami e rametti contorti.

Per ottenere prodotti agricoli energizzanti e ricchi di proprietà organolettiche, i volontari della CNM, mettono al bando la chimica dei pesticidi, diserbanti, concimi e la monocoltura, emanazioni del sistema socio economico dominante che tronfiamente si illude di poter perennemente torchiare e mungere uomini, animali, piante e rocce.

Consapevoli delle esigenze delle piante che vanno rispettate, accudite amabilmente e della complessa dinamica del suolo, che va conosciuto e amato, si avvalgono di tecniche e preparati di agricoltura biodinamica capaci di svilupparne una crescente fertilità.

Una domenica mattina qualsiasi. Il fuoco arde allegramente in un rustico forno realizzato con terra cruda. Lo scoppiettio della legna, prelevata da una catasta ammonticchiata all’esterno di una rustica costruzione, si fonde con il canto di uccelli che sorvolano ulivi, susini e ciliegi. Le fiamme si affacciano fuori dall’imboccatura per vedere che cosa succede all’esterno. Ebbene…

Luigi Lisi, inventore dalle mille risorse, è alle prese con la realizzazione di una centralina elettrica, stringendo tra le labbra nicotinizzate l’ennesima sigaretta che gli affumica i polmoni. Loris Asoli sprofonda nella lettura dei Vangeli per estrarne il sotteso modello socio-economico. Le sue riflessioni verranno lette e commentate nell’incontro comunitario della sera. Alberta, Lella, Paola impastano pagnotte e focacce di farina integrale del territorio, ritagliano biscotti, confezionano taralli, riempiono la bocca di un forno con una teglia di patate. Maria, prepara il pranzo, ma il suo cuore sanguina, sapendo che le urla di dolore dell’amico Renato Tittarelli, noto esperto di aromaterapia, gravato da una debilitante patologia, non sono ascoltate né dagli uomini né dalle istituzioni.

Domenica, pomeriggio e sera. Stormiscono e danzano in girotondo, tenendosi per ramo, in prossimità dell’ingresso, un ciliegio, un mandorlo e un noce, all’arrivo degli ospiti, sprizzando gioia per la loro presenza. Leggermente in disparte un timido caco, carico di dolci frutti ancora acerbi, scruta di sottecchi gli amici. Sotto di loro un cerchio di balle di paglia accoglie i visitatori, facce conosciute e visi nuovi. Nascono amicizie e si temprano quelle già salde con pacche sulle spalle e abbracci coinvolgenti.

Loris e Luigi sinteticamente illustrano le finalità della CNM dotata di una Costituzione, perfezionabile, risultato di un lavorio che ha visto la partecipazione attiva di tutti i membri. Al suo interno sono delineati principi, norme, funzioni, organismi e finalità.

Nella società patriarcale l’individuo era soffocato, ma c’era più comunità. Nell’epoca attuale i singoli toccano guglie di conflittualità, esasperazione e frustrazione, e la società cerca di soffocare le voci di libertà. Mors tua, vita mea! Le democrazie, una farsa! L’organizzazione sociale del futuro sarà comunitaria. Ne sono tutti convinti. È tempo per costruirne le premesse, gettare le fondamenta.

Oggi è di scena Aelita una studiosa moldava, esperta di Metamedicina, disciplina fondata dalla dottoressa canadese Claudia Rainville che fa risalire le cause di molte patologie a scatenanti emozioni negative che affondano nell’inconscio. Dalla sua borsa la poliglotta estrae con fierezza i poderosi libri della Rainville, che esibiscono una casistica di esperienze patologiche risolte con l’autoguarigione. Non si contano le richieste di chiarimento ed approfondimento, alle quali la donna venuta dalla Moldavia fornisce calde risposte esaurienti. Intanto su tavoli imbanditi fioriscono verdure appena raccolte e prodotti da forno realizzati in mattinata. Con un libero contributo è possibile ingraziarsi le simpatie dell’intestino, frequentemente torturato dai cibi industriali decantati da una pubblicità ingannevole.

Sollevati i coperchi delle vivande da condividere, l’aria si impregna di aromi irresistibili. Anche i più lontani voluttuosamente si precipitano ai tavoli. La ptialina scorre a gogo, mentre i succhi gastrici, riversandosi negli stomaci, si apprestano ad entrare in azione.

A breve distanza un falò sprizza scintille e lancia lingue di fuoco alle stelle, che rispondono baluginando più del solito. Canti e musica costringono formiche, grillotalpe, lombrichi e talpe a raggiungere i recessi più profondi di cunicoli e gallerie sotterranee. Per dormire in santa pace.

Quante volte CNM, associazione nata tre anni fa a Senigallia aveva auspicato la realizzazione di un progetto di vita alternativa, di società attenta ai sentimenti, alle emozioni positive, a valori morali e giuridici! Quanti siti visitati: a partire da quello di Tufillo, in Abruzzo. Quanti confronti, sereni, democratici, propositivi, costruttivi! Quanti amici, sfiduciati anzitempo, si sono smarriti lungo la via!

A dare il là all’iniziativa era stato, il pertinace e resiliente Loris, occhi sognanti, bianco ciuffo svolazzante, corpo che, stagliandosi verso il cielo, sfiora le nuvole. Sin da quando indossava i calzoni corti, si sentiva chiamato a catalizzare energie per dar vita a ecovillaggi, che privilegiassero la crescita interiore delle persone, l’attenzione verso la madre terra, la partecipazione eucratica e la condivisione dal basso delle risorse. Per tutti e tutte. Senza distinzione. Finalmente, si passa alla operativa, nella quale eccelle Luigi con i pallini della meccanica, elettricità, idraulica, elettronica, falegnameria, automobilistica, agricoltura, nautica.

Un progetto ambizioso, autopoietico, che cresce e si modifica dall’interno, con le orecchie tese all’esterno, orientato a: creare relazioni umane autentiche in una comunità senza priori o badesse, i cui membri convivono con il linguaggio dell’amore; mirare all’autosufficienza alimentare ed energetica; prendersi cura della propria salute con uno stile di vita sostenibile; realizzare prodotti per la cura del corpo e dell’anima; rimodulare i consumi in una logica di maggiore equità distributiva; compostare per il rispetto dell’ambiente naturale ed antropico; favorire la mobilità dolce; promuovere iniziative culturali, artistiche e musicali per l’autopromozione spirituale; dar vita a una scuola che veda coprotagonisti gli allievi; prendersi cura dei più fragili ed emarginati; dialogare con consulenti non asserviti alla logica di mercato. In sintesi, rivisitare tutta la cultura dominante, per fornire un senso alla vita. Per sé e gli altri.

“Sullo stesso modello, in prospettiva potrebbero nascere tante comunità territoriali, ecologiche ed autosufficienti per tutti i beni basilari della vita (cibo, acqua, energia, educazione bambini, assistenza anziani, salute, e tutte le produzioni necessarie in beni e servizi). All’interno di ogni comunità territoriale si intenderà favorire la creazione di centri di vita comunitaria (comunità abitative, comunità produttive ecovillaggi ecc.) anche se ognuno potrà scegliere di mantenere il proprio lavoro e la propria abitazione”.

Vedere, annusare, toccare… per credere! Chi immaginasse, però, di trovare un progetto già compiutamente realizzato cadrebbe in un abbaglio. Il treno per cambiare rotta è partito da poco e ha da percorrere linee ferrate, dove occorre la cremagliera. Sta a tutti quelli che credono nell’esperimento sociale, economico e culturale fargli fare passi qualitativamente significativi e raggiungere la stazione di linea. Si commetteranno errori per strada! Ci saranno incomprensioni! Ma forte è la spinta propulsiva per riuscirci.

di Domenico Dalba (da comune-info.net)

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