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La “Scartaf’gliata”

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Le usanze della comunità contadina

di Carmine Lucarelli - fb

29 settembre 2020

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Le comunità contadine avevano l’usanza di ammucchiare sull’aia tutto il raccolto delle spighe di granoni (mais) così come “vendemmiate” nei campi. Ovvero le spighe venivano staccate una ad una dal gambo della pianta, caricate in appositi cesti sul basto degli asini, muli ed anche cavalle (a seconda di ciò che la famiglia possedeva), e trasportate sull’aia del proprio casolare (della cascina). Lì venivano ammucchiate, a piramide, affinchè continuassero a seccare sotto il sole di Settembre e allo stesso tempo, l’un l’altra, si riparava dall’umidità della notte e persino dagli improvvisi temporali.

Restavano lì in attesa di essere spogliate (“scartaf’gliata” in dialetto locale che varia da paese a paese), sfogliate una ad una prima di estrarne i grani (granoni) e farne una squisita farina color oro.

L’attesa durava fino a quando tutte le famiglie avessero finito il raccolto e potevano riunirsi numerose per darsi mano a provvedere alla sfogliatura “La scartaf’gliata” di ogni mucchio, in una sola serata, e di sera in sera, da una famiglia all’altra, per fare festa insieme. Era quasi un rito, forse il più rilassante perché questa pratica avveniva pochi giorni prima della vendemmia dell’uva. Quella sì sarà più inebriante, perché si sa, l’effetto del mosto! C’è però un segreto, “La scartaf’gliata” portava in se un mistero di pacificazione e di amoreggiamenti.

L’anno che viviamo vede già la “terza generazione” che si avvia a prendere le redini di un futuro povero di speranze. Quelli che oggi sono nonni e tanti bisnonni, quelli che nell’era della cosiddetta rivoluzione industriale (quando con tanta grinta, in piena ricostruzione post guerra si cercò di passare dalle campagne alle città dalla vita comunitaria ad un sistema intellettualmente più “libero”, da un sistema consociato ad un sistema salariato/stipendiato), sì proprio loro, in questo terribile 2020 hanno dovuto fare i conti con un nemico assurdo, più pericoloso della guerra. Tutti ne stiamo ancora sopportando la pericolosità. I più giovani avrebbero voluto già dimenticarlo ma ne stanno responsabilmente accettando ogni consapevolezza. Per loro, però, che significato potrà mai avere “La scartaf’gliata”? A loro basta il cinema e la discoteca. E’ veramente così?

Torniamo dunque al segreto misterioso della “scartaf’gliata”: - allora (anni 50 e precedenti) pochi erano quelli che passavano le vacanze in spiaggia dove poteva accadere facilmente qualche innamoramento (“flirt” per dirlo all’inglese), tanti però passavano l’estate a lavorare distanti da casa, distanti dai propri affetti, in maggioranza braccianti, operai ma anche commercianti, che frequentavano fiere e mercati. Non avevano forse questi il diritto di innamorarsi?; - settembre poi arrivava per tutti, bisognava saldare i conti con i mezzadri, i fittatari, i coloni, i conti in sospeso, e perché no, chiudere qualche litigio in famiglia, non vi era legge che bastasse (non c’era il divorzio), e giudici supremi erano spesso i consuoceri. Ci si preparava a nuove semine in tutti sensi e ad affrontare un lungo periodo di duro lavoro al freddo, e di convivenza senza viaggi; - che dire invece degli adolescenti? Non avevano certamente la “chat di facebook” avevano invece un cuore che traboccava d’amore e solo nella penombra di quelle sere, celati dai mucchi di spighe di granoni trovano il coraggio di manifestarlo l’uno all’altro.

Ecco, “La scartaf’gliata” era tutto questo. Se tutto questo ha ancora un senso, io penso che abbiamo il dovere di raccontarlo agli adolescenti di oggi perché, lo vediamo tutti, il futuro è di poche speranze e forse un “bagno” nel passato ci può aprire la mente per nuove e più equilibrate idee. Allora perché la Fondazione Anchise vi propone questo evento? Cosa centra con la mission della Fondazione? Ebbene mi son sentito il dovere di spiegarvelo e sono sicuro che comunque non avevate dubbi, tranne gli eterni scettici ma per quelli c’è un’altra storia.

Scettici o no, per ogni anziano, qualunque sia la sua condizione di salute o il proprio ruolo sociale del momento, vi è una preoccupazione in merito a cosa potranno fare le giovani generazioni, per lui, al momento del bisogno. Saranno pronte a sostenere gli anziani sempre più numerosi ed esigenti rispetto ad una società sempre più individualista? Tuttavia vi è anche una speranza, un desiderio. Forse mostrando la semplicità di un tempo, possiamo meglio farci comprendere ed allo stesso tempo rivivere momenti di buoni ricordi. Ebbene questo fa certamente parte della nostra mission, aiutare le persone a stare meglio, con semplicità ma tentando tutte le strade. La convenzione sociale ha mano a mano istituito le giornate di celebrazione (giornata mondiale de …) se non i mesi per ricordarci che i problemi vanno risolti. Settembre è stato acclamato “mese dell’alzheimer”. Noi, non a caso, da qualche anno proponiamo questo evento per stimolare il volontariato. Il 27 prossimo avremo l’onore di far intervenire il Dottor Cosimo (Mino) Dentizzi con la sua grande esperienza nel settore, da buon dirigente (ex)sanitario, ci parlerà di quei viaggi della mente che dobbiamo saper interpretare e di quanto sia importante mantenere attiva e limpida la nostra mente, libera da preoccupazioni, astio ed arroccamenti, per sperare di vivere una serena senilità. Lo sapevate che Settembre è il mese dedicato agli Angeli? Sì? Se volete invochiamo insieme i tre Arcangeli:

 Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’inferno le guerre, fonte di tante lacrime.

Venga Gabriele, l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra.

Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita. (Liturg. degli Angeli custodi)

Infine, qualcuno ha detto: “L’Uomo evolve, ma la Terra e i suoi frutti restano” ; siccome abbiamo tutti una gran voglia di sorridere, anche dietro le mascherine che ci proteggono dal dannato virus, diamo vita ad una bella rappresentazione coinvolgente (sotto la regia di Fiorata Spina) nello spazio all’aperto per singolari balli, divertimenti, e chi sa, qualche  golosa, degustazione.

Questa è “La scartafgliata” in tempo di COVID!!!

di Carmine Lucarelli - fb

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