Il portatore ferito
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I racconti di Vincenzo Colledanchise hanno la maturità che solo il trascorrere del tempo può produrre
di Vincenzo Colledanchise
8 settembre 2020
Correva l’anno 1953 e nel dopoguerra vi era penuria di tutto.
Il figlio del fornaio per una strana patologia aveva disperato bisogno di latte in polvere e suo padre non aveva mai denaro disponibile.
A volte chiedeva soldi all’anziano genitore, ma l'avarizia di costui aveva sempre il sopravvento. Avarizia che cessava solo alla festa del santo patrono, allorquando era disposto a versare qualsiasi cifra pur di far portare a spalla la statua di S. Mercurio al figliolo.
Si usava fare una specie di gara, chi offriva di più entrava nella rosa dei portatori del santo. In tal caso il vecchio non era secondo a nessuno.
Al povero fornaio importava poco fare da portatore al santo patrono, tenendo molto più ad avere soldi per comprare il latte al figliolo, ma quando si accaniva a spiegare all’anziano genitore tale priorità, costui faceva orecchie da mercante.
Ad ogni modo quell’anno godendo dell’offerta del padre, si mise in prima fila a portare la statua. All’inizio si esaltò pure, facendo voto al Santo di fargli avere i necessari denari per alimentare suo figlio, ma fece appena il giro di Via di Sopra che avvertì acuto dolore alla spalla.
Giunta la processione alla fine di Via di Sotto, la spalla del portatore stava per sanguinare.
E' da precisare che la grande statua di San Mercurio Martire è tutta scolpita in noce massello e se un portatore è un poco più basso dell´altro, il peso si riversa tutto su quest´ultimo.
Ciò era accaduto al fornaio, allorché il dolore insopportabile lo fece desistere dall'onorifico compito elargitogli dal padre, ma non prima di pronunciare una blasfema imprecazione verso costui.
Fu la più infelice festività patronale per l’uomo che dovette mettere una vistosa fasciatura alla spalla e a chi gli chiedeva cosa gli fosse accaduto, rispondeva beffardo: "Chiedetelo a San Mercurio! ".
(Foto: Mia foto del santo patrono S. Mercurio- 26 - 8-1972)
di Vincenzo Colledanchise
