La notte di San Giovanni

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Incantamenti e devozione popolare a Campobasso e dintorni

di Claudio de Luca (da termolioneline.it)

25 giugno 2020

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 Con il 2,5% di suolo urbanizzato, il Molise si conferma tra le regioni più ‘green’ d’Europa. In questa classifica, la 20.a risulta ai primi posti per la verginità del suolo insieme al Trentino-Alto Adige ed alla Valle d’Aosta. 

Tra le aree con una maggiore presenza di suolo artificiale, c’è la Campania (10,8%) ed il Veneto (10,3%); ma il record appartiene alla Lombardia (l’11,5%). Però il rapporto non conferma che il livello di consumo del suolo rappresenti un vantaggio in termini di prevenzione del rischio idrogeologico e di protezione del territorio dalla cementificazione selvaggia. Difatti 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. Questo spiega il perché della legge-Braga sul "consumo" e sul "riutilizzo" del suolo non edificato che si è dato un obiettivo: gli enti locali dovranno motivare le autorizzazioni, assentibili solo in carenza di alternative per il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate. Nel pianificare i Comuni saranno obbligati a censire gli edifici per verificare se la costruzione, comportante "consumo" di aree, sia veramente essenziale. 

Secondo alcuni, quando il provvedimento sarà a regime, ne riuscirà tutelata l'agricoltura ed il paesaggio, stimolando anche l'edilizia di riuso e la rigenerazione urbana. Per di più il ddl conferirà a vari Dicasteri l'ònere di precisare - con decreto - la riduzione progressiva vincolante di consumo del suolo a livello nazionale. Più caute le associazioni che non appaiono convinte di vedere chiusa, definitivamente, l'epoca dei piani urbanistici sovradimensionati, degli abusi edilizi e dei successivi condoni e scempi del territorio. In particolare esse vedono di buon occhio i divieti di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente e di mutamento di destinazione d'uso per le superfici agricole che abbiano tratto benefici da aiuti Ue. Le nuove regole costringeranno i Comuni ad inviare, anno dietro anno, una comunicazione al Prefetto per segnalare le proprietà fondiarie in istato di abbandono suscettibili di arrecare danni al paesaggio o alle attività produttive. 

Fino a quando le Regioni non abbiano legiferato sulla materia (e comunque non oltre il termine di 3 anni), non sarà consentito alcun consumo di suolo, eccezion fatta per quei lavori e per quelle opere già inseriti negli strumenti di programmazione delle Amministrazioni aggiudicatrici con i programmi triennali dei lavori pubblici, e per quelli per cui sia stata presentata istanza prima dell'entrata in vigore della legge. 

Secondo la "Coldiretti" l'ultima generazione è stata responsabile della perdita del 28% dei terreni coltivati per colpa della cementificazione e dell'abbandono, cosicché è su di un territorio meno ricco e più fragile che si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire. 

È in un quadro siffatto che il Sindaco di Campobasso vuole dare una “rinfrescata” alla vecchia città-giardino del Molise. A tale scopo ha conferito una mini-delega per la gestione del verde pubblico. Nelle altre regioni, per dare una mano, l’allora Corpo forestale dello Stato portò a compimento un censimento al fine di monitorare la consistenza della superficie boschiva dello Stivale. Possiamo immaginare quali e quante siano state le difficoltà incontrate ove si pensi che i “ranger” nostrani hanno dovuto “contare” la bellezza di 11 miliardi, 949 milioni e 631 mila alberi (esemplare più, esemplare meno). 

Gli uomini del verde poterono accertare che l’ambiente si accresce di ben 35 milioni di piante ad ogni anno, cosicché le varie specie (arbusti, macchia) starebbero colonizzando spazi nuovi, in modo da riguadagnare il terreno perduto un poco dovunque. In Molise quasi il 34% della superficie regionale rimane coperta da boschi, da arbusti e dalla macchia, contro il 70% della Liguria, il 65% del Trentino, il 50% della Sardegna, il 10% della Puglia, il 13% della Sicilia, il 25% del Veneto. 

di Claudio de Luca (da termolioneline.it)

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