Un viaggio in Molise

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Perché il Molise è il luogo giusto per chi cerca un viaggio lontano nel tempo

di Maria Clara Restivo (da lonelyplanetitalia.it)

24 giugno 2020

Un viaggio in Molise inizia molto prima della partenza. C’è un momento, quando ancora la meta più che un’idea concreta è la proiezione di tanto altro, in cui si deve decidere che quel determinato luogo meriti di essere visitato. Inizia lì il patto di fiducia tra il viaggiatore e il proprio viaggio. E se è vero che questo potrebbe valere per tutte le mete, è ancora più vero che per i luoghi meno battuti diviene una specie di obbligo. 

Il Molise non è un territorio in cui si capita casualmente. Quando si sceglie di andare oltre il luogo comune che il Molise non esiste, quello spazio a forma di cuore tra Abruzzo, Lazio, Campania e Puglia assume contorni netti, torna a essere una regione, torna a essere Italia. 

Del resto basta prendere una cartina – una pratica un po’ arcaica, me ne rendo conto, ma va bene anche andare su Google Maps – per accorgersi che il territorio molisano altro non è che un corridoio per raggiungere destinazioni solitamente più ambite e che scavalcarlo risulta molto più semplice che attraversarlo.

Meglio chiarirlo subito: il Molise non è un luogo per turisti qualsiasi. Per godere appieno di ciò che questo viaggio potrebbe restituirvi – ed è molto più di ciò che potete immaginare – è necessario accantonare sia il concetto di divertimento a cui siete abituati sia la prospettiva che questa vacanza possa suggerirvi qualcosa che già conoscete, non soltanto a livello di aspettative ma soprattutto di esperienza. Ha piuttosto a che fare con l’autenticità.

Il 13,2 % del Pil italiano deriva dal turismo, in Molise la percentuale oscilla tra il 2,5% e il 3%, un soffio in pratica, un dato utilissimo per rendersi conto che non esiste un vero e proprio settore turistico (basta aprire il sito regionale per accorgersene) e, per questo, tutto ciò che vivrete sarà un’avventura genuina, non filtrata da uno studio del target, da grafici, da calcoli. Più che una vacanza si potrebbe dire che il vostro soggiorno in Molise sarà l’assaggio di una vita diversa che affonda le radici in un tempo altro, lontano.
Se, e soltanto se, siete disposti a questa immersione il viaggio in Molise si rivelerà qualcosa di unico.  Ecco perché.

La natura agguerrita
Oltre a un bassissimo livello di densità abitativa (circa 68 abitanti kmq), in Molise mancano le città e le grosse industrie: la regione basa la propria economia per lo più sul settore primario. E se da una parte questo indica la mancanza di possibilità lavorative, dall’altra significa che la qualità dell’aria, dell’acqua, delle risorse naturali è altissima. La zona nord – ovest ospita il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, ma si potrebbe dire che per la sua geografia l’intera regione è un’enorme oasi naturale.
I paesi sorgono sui cucuzzoli delle colline, si guardano divisi da una valle: le distanze sono un percorso obbligato nella natura. In poco tempo (appena due giorni se si ragiona coi piedi, qualche ora e tante curve se invece si preferiscono ancora i mezzi) si passa da Capracotta, il comune più alto dell’intero Appennino, alle spiagge di Petacciato Marina. Spingendosi verso sud, passando per il borgo marino di Termoli, si tocca il basso Molise che prende i colori ocra e terra del Sud Italia scottato dal sole; la vastità dei paesaggi e dei panorami sembra aumentare grazie alla velocità con cui si danno il cambio. Il Molise è infatti la regione con la maggiore biodiversità sul territorio italiano, le riserve protette presentano una flora e una fauna diversificata al massimo, all’interno di un’area territoriale relativamente piccola. Una chicca riguarda il territorio costiero: il Molise ha mentenuto intatto il paesaggio dunale originario che prima degli anni ’60 ricopriva l’intero litorale adriatico. In questa zona sorge il CEA (Centro di Educazione Ambientale) e trovano il loro habitat numerose specie protette come il fratino.
Trivento è una lunga lingua di case avvolta da nastri colorati © Maria Clara Restivo/ Lonely Planet Italia
Il modo perfetto per attraversarla è coi piedi
Le strade un po’ si sgretolano, un po’ si ritirano quando la natura è così forte. La viabilità molisana è un tema difficile a causa della geografia del luogo, certo, ma anche per l’incuria. Allo stesso modo il turismo non ha investito su una mappatura capillare dei sentieri, che rimangono un patrimonio per pochi. Fortunatamente la regione è attraversata in obliquo, da nord – ovest a sud – est dai tratturi, le antiche vie della transumanza. Erano i sentieri dei pastori che, dall’Abruzzo, scendevano in Puglia a metà autunno per fare ritorno sulle montagne a primavera inoltrata. Percorrerli è ancora possibile. Ed è un viaggio epico sia perché l’impressione è quella di calpestare la storia, di vivere altri tempi, ma epico anche perché non è un tragitto semplice. Fatta eccezione del tratturo magno che collega L’Aquila a Foggia, gli altri tracciati non sono sempre segnati e valorizzati. Questa è la sfida ma è anche il richiamo per chi ha il desiderio di vivere “il fuori” non soltanto come spostamento da un “dentro” a un altro interno ma come evasione. La preponderanza della natura, la facilità nel reperire acqua e la diversità dei paesaggi fanno sì che questo territorio mostri a chi sceglie i piedi il suo volto più autentico e più prezioso.
Dal dicembre 2019 la transumanza è stata decretata patrimonio Unesco, ci si aspetta che i soldi che verranno stanziati contrbuiscano a rendere riconoscibili e accessibili queste strade che al momento rappresentano, ad eccezione di alcuni tratti ben tenuti, una sfida contro la natura e contro la dimenticanza.

Perdersi, se è possibile
La memoria però vive ancora nelle strade e nelle persone, la memoria è nei paesi.
Perdersi vuol dire lasciare che la strada si faccia da sé, che segua i ricordi degli anziani e di chi ha deciso di rimanere a vivere in Molise, nonostante oggi rappresenti una sfida. La regione conserva la propria storia, quella dei Sanniti, l’unica popolazione italica che riuscì a sconfiggere Roma ma che per la sua umanità fu poi punita. Questo è il prototipo, la storia poi si ripete in chi ha scelto la restanza, per dirlo con le parole di Vito Teti.
Viaggiare nel Molise significa conoscere Miranda e le sue case colorate, Castropignano, un gioiellino di pietra e campane, Casalciprano col suo museo a cielo aperto, Trivento una lunga lingua di case aggrappata alla roccia. Ogni paese custodisce la propria diversità ma mantiene la stessa anima, quella di un tempo senza fretta, in cui non ci si dà appuntamento ma basta uscire in piazza per incontrare qualcuno, dove le porte sono aperte, il vento ci passa in mezzo e fa parlare la roccia.
Il Molise vanta una popolazione di 305.617 abitanti, all’incirca quanti ne contiene un quartiere popoloso di Roma; la maggior parte delle persone in realtà risiede altrove e torna a far rivivere i propri luoghi durante le feste e in estate. Agosto è senza il dubbio il mese migliore per concedersi questa pausa, è il momento delle feste, delle sagre, è il periodo in cui ci si ritrova e, insieme, si ferma ancora una volta il tempo. I festeggiamenti riuniscono i paesi, molti sono occasioni religiose ma svelano un lato più antico e pagano: a Campobasso la festa del Corpus Domini è più conosciuta come I Misteri, i carri delle antiche corporazioni portano in sfilata rappresentazioni religiose in carne ed ossa che, grazie a complesse strutture, svettano nel cielo mentre il Diavolo si insinua nel corteo. Tra il 25 e il 27 maggio, ogni anno, la processione di San Pardo a Larino riempie la città di carri familiari addobbati di fiori di cartapesta creati, come da tradizione, dalle abili madri di ragazze, mamme e nonne. Passeggiando nella città si notano nei muri i segni della Carrese, la corsa dei buoi che simboleggia il recupero delle reliquie del santo. Ma ancora la festa del grano di Jelsi, l’incendio del castello a Termoli, la ‘ndocciata di Agnone (questa però si svolge l’8 dicembre): sono tutte occasioni per ritornare alla comunità, per vivere insieme come se il resto non contasse più.
Il bo

Casa è ovunque
L’ospitalità in Molise è un dovere civile. O forse semplicemente un dono, la riconoscenza di un’attenzione a cui la regione non è abituata.
Negli ultimi anni, da quando il turismo lento e sostenibile si è imposto come trend, anche il Molise ha registrato un rinnovato interesse. In particolare da parte degli stranieri richiamati dall’eco del Bel paese (ricordiamoci che il Molise è sempre in Italia), da una qualità di vita altissima a poco costo, dal desiderio di tornare a un passato mai davvero vissuto ma soltanto sognato. Sono numerosissime gli europei che hanno investito su una casa in Molise, alcuni addirittura hanno comprato paesi (Ripabottoni ne è un esempio) e ne hanno fatti luoghi estremamente curati in cui è facile rifugiarsi e perdere il senso del tempo. La verità è che quella sensazione di familiarità e agio in cui ci si sente coccolati appartiene alla gente, appartiene ai molisani. E in qualunque angolo ci si può sentire accolti.
Il culto del buon cibo non è una moda ma la consuetudine di vivere in un territorio in cui non manca niente, in cui le mozzarelle di bufala, il caciocavallo, le salsicce sono piatti “casalinghi” e i prodotti di qualità sono gli unici prodotti che si possono trovare. Sembra che il Molise ti si cucia addosso come un abito su misura: l’Italia che emerge viaggiando in Molise è quella più autentica, lontana dalle macchine fotografiche e dagli stereotipi. E questo non accade per mancanza di luoghi di cultura ma perché non si avverte l’esigenza di dover stupire chi arriva.
Può capitare di trovarsi completamente soli (specie se vi si arriva a piedi) nel mezzo della città romana di Altilia, ai piedi di Sepino; nell’anfiteatro italico di Pietrabbondante è facile riuscire a scambiare qualche parola con gli archeologi seduti in cerchio per la pausa pranzo; visitando il museo di Casacalenda qualcuno potrà invitarvi nel suo garage per imparare a suonare il bufù o magari vi ritroverete a pranzo con il sindaco di un qualche paese che vorrà ringraziarvi per aver scelto, fra tutti i posti del mondo, quell’angolo che per lui vale così tanto.
Perché sì, i molisani ringraziano sempre il turista. A loro sembra sfuggire che una vita autentica possa rivelarsi la meta di un viaggio.

di Maria Clara Restivo (da lonelyplanetitalia.it)

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