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Oratino non concede la cittadinanza a Liliana Segre

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Il gruppo di minoranza “Obiettivo Comune” prende le distanze

di “Obiettivo Comune” (gruppo di minoranza-comune di Oratino)

26 febbraio 2020

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È terminata in parità la “partita” sul conferimento della cittadinanza onoraria di Oratino a Liliana Segre.

Dopo mesi di attesa, dopo che la commissione preposta aveva comunicato il suo parere positivo, ieri sera, in consiglio comunale, si è arrivati finalmente a discutere questa nostra proposta.

Presentata, lo ricordiamo, a novembre del 2019. Alla seduta, era assente un solo consigliere: il capogruppo della maggioranza. Al termine della discussione, in favore del riconoscimento alla Senatrice Segre, donna vittima ancora oggi di campagne d’odio e discriminazione, al pari del nostro Gruppo Consiliare “Obiettivo Comune”, ha votato la Presidente del Consiglio, ed un consigliere di maggioranza. Il voto contrario, invece, è arrivato dall’intera Giunta Municipale, con a capo il sindaco Roberto De Socio e gli assessori Mucci e Altavista. Oltre ad altri due consiglieri. Sempre del gruppo RiscriviAmo Oratino.Tutto rimandato, dunque. Anche se, a questo punto, il voto di ieri sera ha già segnato una sconfitta per la nostra comunità. Seppure, infatti, al prossimo consiglio, dovesse passare la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria, lo farebbe con un solo voto. Non in sintonia, pertanto, con il vero significato del riconoscimento. Che, vale la pena sottolinearlo, avrebbe rappresentato un segnale di vicinanza a chi ancora oggi è vittima di violenza, di discriminazione: politica, religiosa, razziale. In coerenza, insomma, con ciò che è accaduto in centinaia di Comuni italiani, dove amministrazioni – guidate dalla destra, da liste civiche o dalla sinistra – hanno ritenuto giusto trasmettere un messaggio di solidarietà, di rispetto, di pacificazione.

Purtroppo Oratino ha perso questa occasione. La maggioranza comunale ha preferito trincerarsi dietro il facile e comodo alibi della strumentalizzazione. Della speculazione politica. Un segnale sicuramente negativo.

Che ha tradito anche la naturale e innata propensione all’accoglienza ed all’accettazione delle diversità di una comunità da sempre attenta a questi valori. Una comunità in cui, solo tra il 2013 ed il 2018, sono state portate avanti iniziative che andavano nella direzione della solidarietà, della memoria, del rispetto per la storia e che miravano a non lasciare che l’oblio e l’indifferenza prendessero il sopravvento. Basterebbe richiamare le Giornate del Rifugiato, la serata dedicata al Venezuela, il ricordo dei cento anni dall’accoglienza dei profughi di Montebelluna, l’intitolazione di una villetta ad Attilio Brunetti (Partigiano e Medaglia d’Oro al V.M.), l’intera giornata dedicata a Pia Rosa Fatica (ostetrica e missionaria in Camerun per 40 anni). Tutti momenti che hanno caratterizzato il nostro borgo, che ne hanno fatto un punto di riferimento, che lo hanno accresciuto culturalmente e socialmente.

Ecco perché, in un periodo in cui torna di moda la politica che alimenta paure e timori, alla ricerca spasmodica del consenso, e che riprendono vigore comportamenti che nulla hanno a che vedere con il nostro sentirci democratici, figli della Resistenza e dei Padri Costituenti, non possiamo ignorare il problema. Non possiamo voltarci dall’altra parte o sottovalutare questi gesti simbolici. Ed invece, il voto di ieri, la punta dell’iceberg di una deriva che ormai sembra inevitabile, ha buttato alle ortiche anni di lavoro. Mostrando il volto peggiore di una comunità che davvero non meritava di essere governata in questa maniera.

di “Obiettivo Comune” (gruppo di minoranza-comune di Oratino)

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