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Richiesta di Aiuto per la Missione

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Servono aiuti per finanziare il “Tuition Program” nella Missione di Chuknagar in Bangladesh

di p. Antonio Germano Das, sx.

11 febbraio 2020

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Carissimi,

Attraverso Missionari Saveriani non ho mai fatto richiesta di aiuto per portare avanti il “Tuition Program” nella Missione di Chuknagar. Finora il programma è stato finanziato sempre con le offerte dei miei benefattori.

Adesso però ho raggiunto e superato gli 80 ed anche quelli che erano i miei benefattori un po' alla volta scompaiono tutti. Adesso mi rivolgo ai miei Superiori ed anche ai miei NUOVI benefattori.

Il Tuition Program compie quest’anno 40 anni. Fu un’idea geniale di P: Luigi Paggi, fondatore della missione di Chuknagar. Si tratta di un programma educativo che si è rivelato molto efficace per la elevazione sociale dei fuoricasta (chiamali Dalit, Horijon, Rishi, Muchi o Das) e soprattutto per aiutarli ad uscire da una situazione sub-umana a cui erano costretti da secoli, per non dire millenni. Sono 14 i villaggi Das in cui siamo presenti. Nella zona di Chuknagar c’è una larga concentrazione di fuoricasta. All’anagrafe essi sono registrati con il titolo di Das, che in lingua bengalese significa schiavo.

In che cosa consiste il Tuition Program? E’una sorta di doposcuola. In Bangladesh la scuola pubblica ha raggiunto ormai tutti i villaggi. Allora qual è il significato del nostro intervento che può sembrare un doppione? La motivazione è la seguente: i ragazzi/ragazze Das vanno sì alla scuola pubblica, ma sono relegati sempre all’ultimo posto come fossero degli infestati e non sono perciò tenuti in nessuna considerazione. Nella scuola pubblica di Chuknagar hanno coniato per loro un’espressione dispregiativa: Das Company! 

Per ovviare a questa discriminazione fu dato vita al Tuition Program. I ragazzi/ragazze Das a cpminciare dalla terza elementare fino agli esami di SSC (Secundary School Certificate) vengono nelle nostre scuole di villaggio. Veniamo poi loro incontro per la maggiori spese scolastiche: libri, penne, quaderni e taase governative. Chi è che insegna? Sono gli studenti di livello superiore usciti dal Tuition Program, che offrono due ore di insegnamento e ricevono per la loro prestazione quel tanto che serve loro per proseguire gli studi a livello universitari. Attualmente gli insegnanti sono 40 e gli alunni 800. La supervisione del programma è affidata a Martin Das, che percepisce un salario secondo i canoni governativi. Per portare avanti il programma occorrono annualmente 25 mila Euro. Sono sicuro che i nostri amici credono nella validità di quest’opera altamente umana e quindi missionaria, rispondente al Vangelo e ci verranno perciò inconro.

Con P. Rocky, attualmente responsabile della Missione di Chuknagar, abbiamo appena concluso una serie di incontri in tutti i villaggi in cui siamo presenti con il nostro Tuition Program. Facciamo questo tipo di incontri all’inizio e alla fine di ogni anno scolastico. Sono momenti di coscientizzazione, a cui noi abbiamo dato sempre molta importanza. Sono presenti gli studenti e i loro genitori, papà e mamma. Ogni anno si affronta un tema diverso strettamente connesso con la loro situazione concreta. L’anno scorso, per esempio, abbiamo affrontato il problema del matrimonio in tenera età (ballo bibaho), così diffuso in questa società e che è un’autentica piaga nel mondo dei nostri fuori-casta. Alla fase di coscientizzazione segue di solito una linea di azione concreta per incrementare le decisioni prese.

Negli incontri di quest’anno, invece, abbiamo creduto opportuno insistere sulla necessità di creare aggregazione fra di loro per superare le divisioni, che sono la loro maggiore debolezza e offrono il lato agli altri gruppi di intervenire nei loro problemi. Con il pretesto di aiutarli, essi, in realtà, continuano a tenerli in uno stato di soggezione e cattività: la libertà dalla schiavitù non la regala nessuno, bisogna conquistarsela!

Di solito, in questi incontri, io prendo la parola alla fine, dopo che tutti hanno detto la loro. Quest’anno mi è venuta una ispirazione, che poi ho espresso con forte carica di convinzione ed ho potuto constatare con piacere che il mio discorso coglieva nel segno e veniva recepito. Ho esordito con una domanda che li ha colti di sorpresa. Ho chiesto alla mia gente: “Ci chiamano Rishi, Muchi,Dalit,Das, perché? Siamo stati noi a scegliere questo nome (mi includo nella domanda, perché anch’io ho assunto il nome Das) o sono stati altri ad appiccicarcelo? Evidentemente non siamo stati noi a scegliere il nome. Sono stati altri che ci hanno etichettato così. E perché ci hanno dato questo nome? Per ricordarci: Tu sei Das (=schiavo) e tale devi rimanere! (Tra l’altro, in lingua bengalese, dalla parola Das deriva anche Dasotto, che significa schiavitù). Adesso finalmente abbiamo aperti gli occhi e ci siamo accorti di questo trucco enorme perpetrato per secoli alle nostre spalle. Abbiamo iniziato una lunga marcia che ci porterà dalla schiavitù alla libertà…”

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di p. Antonio Germano Das, sx.

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